Filippo Scelzo (Ivrea, 19 aprile 1900 – Pegli, 3 ottobre 1980) è stato un attore italiano.
Proviene dall'ambiente artistico - la madre Lena Artale era attrice e il padre, Gregorio Scelzo trovarobe - debutta giovanissimo con Ettore Paladini per finire poi scritturato da Gualtiero Tumiati nel 1917. Dopo la parentesi bellica, Scelzo entra nella compagnia di Ruggero Ruggeri nel 1920 e successivamente, nel 1922, in quella del commediografo Paolo Taglio come giovane amoroso per riscuotere, infine, un buon successo interpretando Costantino ne Il gabbiano di Anton Čechov con la regia di Virgilio Talli nel 1923-24.
Dopo essere stato accanto a Dina Galli e Amerigo Guasti, nel 1927 entra nella Compagnia Dannunziana, dove recita - a fianco di Irma Gramatica e Luigi Carini - in Francesca da Rimini e nella Fiaccola sotto il moggio. Dal 1928 al 1930 fa parte della compagnia di Sem Benelli e in seguito lavora in Campo di maggio (1935) di Giovacchino Forzano con Cele Abba e quindi nella Za Bum.
Dopo aver collaborato con Kiki Palmer, con cui fa ditta nel 1936, e Antonio Gandusio, Scelzo lavora ne La figlia di Iorio (1939) sotto la regia di Forzano e poi nell'Adelchi (1940, regia di Renato Simoni), La bella addormentata (1941) di Pier Maria Rosso di San Secondo e Cenerentola (1942) di Massimo Bontempelli, con Laura Adani. Oltre alla Adani il suo nome compare in ditta con quelli di Gualtiero Tumiati, Enzo Biliotti e Margherita Bagni.
Nel periodo dal 1943 al 1946 è in compagnia con Elsa Merlini e, nel 1947, insieme con Anna Proclemer recita in Come le foglie, poi forma una compagnia con Sarah Ferrati e Leonardo Cortese. In seguito, recita e dirige Anfitrione 38 (1948) di Jean Giraudoux, Questa sera si recita a soggetto (1949) di Luigi Pirandello, al Teatro delle Arti e Il cigno (1950) di Ferenc Molnár, in compagnia con Andreina Paul e Giuseppe Porelli.
Dal 1951 al 1958 lavora con Paola Borboni, Vittorio Gassman, Carlo Ninchi e Vivi Gioi. Nel 1959 è al Teatro Stabile di Torino e l'anno dopo allo Stabile di Genova. Poi è al Teatro delle Arti poi ai Piccoli Teatri di Trieste e Palermo.
Attore sobrio, misurato e distinto, mai sopra le righe, ha recitato con i migliori nomi del teatro italiano del Novecento mostrando il suo rigore attoriale e le sue acute sfumature ironiche soprattutto in Giulio Cesare (1949) di William Shakespeare, Caterina da Siena (1953) di Cesare Vico Lodovici e Giuda (1956) di Marcel Pagnol allestito nello splendido scenario di Portovenere.
Numerosi i film interpretati da Scelzo anche se spesso non eccelsi e comunque sempre con parti secondarie. Ha esordito sullo schermo nel 1934 nel film Teresa Confalonieri di Guido Brignone ed è stato attivo sino al 1972 quando interpreta la sua ultima pellicola: Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato di Florestano Vancini. Le sue interpretazioni spaziano nei ruoli più svariati che nel tempo si succedono: è il gerarca fascista Giovanni Marinelli nel film Il processo di Verona di Carlo Lizzani del 1962, il pubblico ministero ne Il brigante Musolino di Mario Camerini del 1950 e il presidente della comunità ebraica ne L'oro di Roma ancora di Lizzani del 1961.
Appare per la prima volta in televisione in L'Affare Kubinsky nel 1954 per la regia di Anton Giulio Majano, ma poi sporadicamente riappare in alcune commedie e nello sceneggiato La vita di Leonardo da Vinci di Renato Castellani del 1971. Dotato di un buon timbro di voce è stato attivo anche come doppiatore.
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