Foreste decidue di Hokkaido Hokkaido deciduous forests | |
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Panorama nel parco quasi nazionale Ōnuma | |
Ecozona | Paleartica (PA) |
Bioma | Foreste di latifoglie e foreste miste temperate |
Codice WWF | PA0423 |
Superficie | 25 500 km² |
Conservazione | Vulnerabile |
Stati | Giappone |
Mappa dell'ecoregione | |
Scheda WWF |
Le foreste decidue di Hokkaido sono un'ecoregione dell'ecozona paleartica, definita dal WWF (codice ecoregione: PA0423), che si estende attraverso parte dell'isola giapponese di Hokkaidō[1].
L'ecoregione delle foreste decidue di Hokkaido è situata nella parte settentrionale della penisola di Oshima, nell'isola giapponese di Hokkaido. Qui gufi, tetraoni, cervi e perfino orsi vivono tra una grande varietà di alberi[1].
Le fredde temperature invernali e le forti nevicate di questa ecoregione impediscono la crescita delle foreste di faggi tipiche del resto del Giappone. Al contrario, le foreste decidue delle regioni pianeggianti e delle colline sono dominate da specie quali la quercia della Mongolia, con un sottobosco di bambù nani. Qui si possono trovare anche alberi di katsura del Giappone, sughera dell'Amur, tigli del Giappone e lime del Giappone, così come una particolare sottospecie endemica di frassino. I tratti più intatti di questa ecoregione forestale si trovano nelle riserve statali del Monte Moiwa e delle Colline Maruyama, nella parte centrale di Hokkaido[1].
La diversità animale di questa ecoregione è abbastanza bassa, fatta eccezione per alcuni grandi mammiferi come i cervi sika (Cervus nippon), che sono comuni in tutto il Giappone. Tuttavia, alcune importanti specie di uccelli, come una sottospecie endemica di francolino di monte (Tetrastes bonasia vicinitas), fanno di questa ecoregione il loro habitat principale. Un altro uccello degno di nota è una sottospecie di gufo pescatore di Blakiston (Bubo blakistoni blakistoni), che in Giappone gode dello status di monumento naturale nazionale e viene classificato come specie in pericolo dalla IUCN e da BirdLife International[1].
Solamente il 30% dei siti di nidificazione del gufo pescatore di Blakiston è circoscritto all'interno di parchi nazionali o di aree protette, ma non esiste alcun tipo di regolamentazione per la protezione generale degli habitat locali. Le foreste miste da cui il gufo dipende sono state per lo più sfruttate dall'industria del legname, mentre le foreste rimaste sono pesantemente colpite dal pascolo di cavalli e bestiame. La sostituzione delle foreste naturali con piantagioni di pino può essere correlata al rapido declino delle popolazioni di francolino di monte[1].