Foreste decidue illiriche Illyrian deciduous forests | |
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Valle del fiume Cherca presso Tenin (Croazia) | |
Ecozona | Paleartica (PA) |
Bioma | Foreste, boschi e macchie mediterranei |
Codice WWF | PA1210 |
Superficie | 40 600 km² |
Conservazione | In pericolo critico |
Stati | Italia, Slovenia, Croazia Bosnia ed Erzegovina Montenegro Albania Grecia |
Mappa dell'ecoregione | |
Scheda WWF |
Le foreste decidue illiriche sono una ecoregione terrestre della ecozona paleartica appartenente al bioma delle foreste, boschi e macchie mediterranei (codice ecoregione: PA1210[1]) che si sviluppa lungo la costa orientale del mare Adriatico per circa 1.000 km dal golfo di Trieste alla Grecia settentrionale.
La regione ha un tasso relativamente alto di endemismo floreale con molte specie relitte. Anche la diversità faunistica è alta, e l'area ospita un certo numero di Important Bird Area.
Lo stato di conservazione è considerato in pericolo critico.
La regione fa parte della ecoregione globale 123 Formazioni forestali mediterranee, inclusa nella lista Global 200.[2]
L'ecoregione si sviluppa lungo la costa orientale adriatica dal golfo di Trieste, attraverso l'Istria e le regioni costiere di Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro (escluse le isole della Dalmazia), il Montenegro, l'Albania, fino alla regione dell'Epiro nella Grecia nord-occidentale. L'ecoregione comprende anche la regione carsica della Slovenia al confine con l'Italia. L'area italiana interessata è quella della Venezia Giulia, cioè le due provincie di Gorizia e Trieste.
L'ecoregione è caratterizzata da una piovosità media annua di 1.500 - 2.000 mm. che localmente possono arrivare a 3.000 mm. da un forte gradiente altitudinale. Le temperature medie di gennaio sono sotto lo zero (da -10 °C a 0 °C), mentre le temperature medie nel mese di luglio sono comprese tra 15 - 20 °C.
La copertura delle foreste è formata da due zone principali. Una zona di conifere, che si trovano alle quote più elevate (1.200-2.500 m), e una zona di latifoglie miste, che copre le altitudini medie e le pianure.
Le specie dominanti delle foreste di conifere sono abete rosso (Picea abies), abete bianco (Abies alba), e il pino nero (Pinus nigra). Abete bianco misto con abete rosso e faggio (Fagus sylvatica) sono presenti frequentemente alle alte quote e lungo le pendici rivolte a est.
Foreste miste di faggio e boschi di querce dominano a quote medie e basse e nelle valli. Si ha una elevata diversità di specie di querce caducifoglie farnetto, (Quercus frainetto), roverella (Quercus pubescens), cerro, (Quercus cerris), quercia castagnola, (Quercus virgiliana), quercia di Dalechamps (Quercus dalechampii) e altre specie latifoglie caducifoglie come il carpino orientale (Carpinus orientalis), il castagno (Castanea sativa), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), e varie specie di tiglio (Tilia), sorbo (Sorbus) e acero (Acer). Alle altitudini più basse, in prossimità della costa, diventano predominanti specie sempreverdi come il leccio Quercus ilex e il pino d'Aleppo Pinus halepensis, nonché macchie di arbusti di terebinto (Pistacia terebinthus), Alaterno (Rhamnus alaternus), Ilatro (Phillyrea latifolia) e corbezzolo (Arbutus unedo).
L'ecoregione ha una elevata diversità faunistica, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli. Alcuni esempi sono il gallo cedrone (Tetrao urogallus), il grifone (Gyps fulvus), il falco pellegrino (Falco peregrinus) e il gheppio (Falco tinnunculus). La regione comprende diverse Important Bird Areas con specie minacciate.
Nella regione si trovano anche alcuni grandi carnivori come l'orso bruno (Ursus arctos), la lince (Lynx lynx) e il lupo (Canis lupus), così come grandi erbivori quali il capriolo (Capreolus capreolus), il cervo (Cervus elaphus) e il camoscio (Rupicapra rupicapra)
La popolazione umana della regione è relativamente bassa e concentrata in piccoli paesi per di più nelle zone costiere.
Le foresti di alberi di alto fusto presenti nella regione sono rimaste sostanzialmente intatte. Tuttavia il rischio derivante dall'impatto umano rimane molto alto, principalmente a causa dell'instabilità socio-economica e politica conseguente alla dissoluzione della Jugoslavia. I vari conflitti balcanici hanno comportato disboscamento e caccia illegali, inquinamento e incendi, che hanno compromesso molte aree, anche fra quelle all'interno di aree protette.
Nella regione si trovano diverse aree protette. Fra queste le più importanti sono:
Nell'area italiana non vi sono parchi nazionali, ma alcune aree protette come la Riserva naturale della Valle Cavanata e la Riserva naturale della Foce dell'Isonzo.