Fusae Ichikawa

Fusae Ichikawa

Membro della Camera dei consiglieri
Durata mandato1953 –
1971

Durata mandato1974 –
1981

Fusae Ichikawa (市川 房枝) (Bisai, 15 maggio 189311 febbraio 1981) è stata una politica giapponese, leader del movimento del suffragio femminile giapponese[1].

Nata a Bisai, nella prefettura di Aichi nel 1893, fu testimone degli abusi fisici su sua madre da parte di suo padre.[2] Frequentò l'Accademia per insegnanti di Aichi.[2] Dopo il suo trasferimento a Tokyo negli anni '10, tuttavia, fu esposta al movimento delle donne. Ritornata ad Aichi nel 1917, divenne la prima giornalista donna del Nagoya Newspaper.[2] Nel 1920 co-fondò la Nuova associazione delle donne (新 婦人 協会 (Shin-fujin kyokai?)) insieme alla pioniera femminista giapponese Raichō Hiratsuka.[2][3]

Suffragio femminile

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Fusae Ichikawa negli anni '20

La Nuova associazione delle donne fu la prima organizzazione giapponese formata espressamente per il miglioramento dello status e del benessere delle donne. L'organizzazione, sotto la guida di Ichikawa, condusse una campagna per i cambiamenti nelle leggi giapponesi che proibivano la partecipazione delle donne alla politica. Poiché le donne erano escluse da questo tipo di campagna, l'organizzazione tenne eventi noti come "riunioni di conferenze" per promuovere le loro idee. La legge fu alla fine modificata dalla dieta imperiale nel 1922, dopodiché l'associazione si sciolse.

Due anni dopo Ichikawa si recò negli Stati Uniti con l'intenzione di conoscere la leader del suffragio femminile americana Alice Paul. Ritornata in Giappone nel 1924 per lavorare per la filiale di Tokyo dell'Organizzazione internazionale del lavoro, fondò la prima organizzazione per il suffragio femminile giapponese, la Women's Suffrage League of Japan (日本 婦人 有 権 者 同盟 (Nippon fujin yûkensha dômei?)), che nel 1930 detenne la prima convenzione nazionale in assoluto sull'emancipazione delle donne in Giappone.[4] Ichikawa lavorò a stretto contatto con Shigeri Yamataka, eletta alla Camera dei consiglieri.

Il periodo di occupazione del dopoguerra vide Ichikawa svolgere un ruolo importante nel garantire che il suffragio femminile fosse sancito dalla costituzione giapponese, sostenendo che l'emancipazione politica delle donne avrebbe potuto impedire l'ingresso del Giappone in una guerra così distruttiva. La New Japan Women's League iniziò la sua attività come organizzazione dedita all'ottenimento del suffragio per le donne[5] e Ichikawa fu nominata prima presidente dell'organizzazione.

Gli sforzi di Ichikawa, insieme ai requisiti della dichiarazione di Potsdam, portarono al pieno suffragio per le donne nel novembre 1945.[6]

Altro attivismo

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Altre campagne inclusero sforzi per frenare la corruzione delle elezioni, che portarono alla fondazione della Women's Association to Clean Tokyo Politics nel 1933 e alla creazione di un ufficio del governo, la Central Association to Clean Up Elections, in cui Ichikawa fu nominata una delle cinque donne fiduciarie. Durante la seconda guerra mondiale Ichikawa fu nominata segretario della Central Association for National Spiritual Mobilization, un'organizzazione formata dal governo giapponese allo scopo di aumentare il sostegno popolare allo sforzo bellico giapponese. Inoltre fu curatrice della Great Japan Women Association, che coordinò gli sforzi delle organizzazioni private di sostegno.

Instancabile sostenitrice delle questioni femminili, avrebbe organizzato e partecipato a conferenze sulle donne in Giappone e a livello internazionale, e nel 1980 fu la voce principale nel sollecitare il governo giapponese a ratificare la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.

Carriera politica

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Dopo la seconda guerra mondiale, Ichikawa fu inizialmente epurata ed esclusa dagli uffici politici o governativi dall'occupazione. Ritornò in politica dopo la fine dell'occupazione e fu eletta alla Dieta nel 1953 come rappresentante di Tokyo. Si concentrò su questioni importanti per le donne, nonché sulle riforme elettorali. Fu rieletta due volte, ma fallì nella sua successiva candidatura per la rielezione e lasciò l'incarico nel 1971. Nel 1974, tuttavia, l'allora 81enne Ichikawa fu invitata di nuovo a candidarsi e ottenne un quarto mandato nella dieta. Fu rieletta alla Camera dei Consiglieri nel 1980, con il maggior numero di voti della circoscrizione nazionale.[7]

Ichikawa ricevette il Ramon Magsaysay Award for Community Leadership nel 1974 per i suoi sforzi a sostegno dell'uguaglianza sociale.[6]

  1. ^ Copia archiviata, su biography.com. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2007).
  2. ^ a b c d Lublin, 2013, p. 133.
  3. ^ Janet Hunter, Concise Dictionary of Modern Japanese History, University of California Press, 1984, pp. 64-65, ISBN 0520043901.
  4. ^ 父が子に送る一億人の昭和史:人物現代史(One Hundred Million People's Showa History, from Father to Child: Modern Historical Biographies), Mainichi Shimbun Press, 1978.
  5. ^ Vera Mackie, Feminism in Modern Japan: Citizenship, Embodiment and Sexuality, Cambridge University Press, 2003, p. 122, ISBN 0521820189.
  6. ^ a b Copia archiviata, su rmaf.org.ph. URL consultato il 17 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2012).
  7. ^ Alan Warwick Palmer, Who's Who in World Politics: From 1860 to the Present Day, Routledge, 1996, ISBN 9780203995679.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN179149196548474792543 · ISNI (EN0000 0000 8401 1540 · LCCN (ENn82091984 · GND (DE119045923 · J9U (ENHE987007580944405171 · NDL (ENJA00022257