Giovanni Battista Agucchi arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Ritratto di monsignor Giovanni Battista Agucchi, opera di Annibale Carracci del 1603 | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 1570 a Bologna |
Ordinato presbitero | in data sconosciuta |
Nominato arcivescovo | 23 ottobre 1623 da Urbano VIII |
Consacrato arcivescovo | 19 novembre 1623 dal cardinale Ludovico Ludovisi |
Deceduto | 1º gennaio 1632 a San Salvatore |
Giovanni Battista Agucchi, o anche Agocchi, Agucchia o Dalle Agocchie (Bologna, 1570 – San Salvatore, 1º gennaio 1632), è stato un diplomatico pontificio, arcivescovo cattolico e scrittore ed esperto d'arte italiano, fratello del cardinale Girolamo Agucchi.
Era il figlio di Gian Giorgio Agucchi e Isabella Sega.[1]
Contrariamente a quanto dice il Dizionario Biografico degli Italiani, non fu Giovanni Battista ma il fratello Girolamo ad andare in Francia nel 1593 dallo zio cardinale Filippo Sega. Per molti anni svolse le attività di amministratore dei beni ecclesiastici di Pietro Aldobrandini in Romagna fino al 1599, lontano da Roma ma stipendiato dal cardinale. Giovanni Battista fu il diarista del cardinale (il cui segretario era Erminio Valenti, poi cardinale nel 1604) in occasione della missione per il trattato di Lione e del matrimonio di Enrico IV, tra il 1600 e il 1601.
G.B. Agucchi fu segretario del cardinale Pietro Aldobrandini solo nel 1604; divenne Maggiordomo per 15 mesi tra il 1605 e i primi del 1607. Andò a Ravenna per pochi mesi al seguito del cardinale ma poi lasciò l'incarico e tornò a Roma per dedicarsi ai suoi studi. Tornò dal cardinale come maggiordomo solo nel 1615 fino alla morte del cardinale nel 1621.
La sua attività più importanti le svolse dopo il 1621, infatti molte di quelle a lui attribuite dal 1593 in poi in realtà erano quelle del fratello col quale è stato sempre confuso dagli storici settecenteschi e contemporanei. Nel 1623 venne nominato da papa Urbano VIII arcivescovo titolare di Amasea e nunzio a Venezia.
Si dedicò a studi astronomici (fu in rapporti epistolari con Galileo Galilei e scrisse il trattato De cometis andato perduto), storici e letterari. Ebbe solidi rapporti d'amicizia e fu un grande estimatore sia di Annibale Carracci sia dell'allievo di questi Domenico Zampieri, detto il Domenichino e scrisse il Trattato della pittura, che sviluppa la teoria classicistica del bello anticipando Giovanni Pietro Bellori.
Il Trattato dell'Agucchi fu redatto probabilmente intorno al 1610, ma non venne dato alle stampe. Esso ci è parzialmente noto in quanto uno stralcio dello scritto venne inserito nella prima edizione de Le Arti di Bologna - raccolta di incisioni tratte da disegni di Annibale Carracci - pubblicata a Roma nel 1646, a cura di Giovanni Antonio Massani, segretario dell'Agucchi. Si ipotizza che il Bellori fosse in possesso del manoscritto di questo Trattato.
Tra i suoi scritti in campo artistico va fatta menzione anche di una lunga e al tempo celebre ekphrasis della Venere dormiente con amorini di Annibale Carracci (Museo Condé di Chantilly), scritto che conosciamo in quanto integralmente riportato da Carlo Cesare Malvasia nel suo Felsina Pittrice (1678).
L'abate Lanzi, nella Storia pittorica dell'Italia (1796), indica l'Agucchi come ideatore dell'iconologia della Galleria Farnese di Annibale Carracci, ipotesi condivisa anche da alcuni studi moderni. Non fu mai coinvolto nei lavori per la villa Aldobrandini di Frascati come iconologo.
La genealogia episcopale è:
Controllo di autorità | VIAF (EN) 20618648 · ISNI (EN) 0000 0000 6127 302X · SBN TO0V158000 · BAV 495/16650 · CERL cnp00581667 · ULAN (EN) 500313093 · LCCN (EN) nr00029528 · GND (DE) 124585094 · BNE (ES) XX1650448 (data) |
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