Commento: Inserimento massiccio di composizioni da parte di un utente registrato specie nel mese di gennaio 2016 senza l'aggiunta di una sola fonte esterna a corredo
Nato da padre italiano e da madre inglese, fu un fanciullo prodigio, debuttò a sette anni, cominciò a studiare musica a Trevi, sotto la guida del maestro Tiberio Natalucci, perfezionando poi gli studi in pianoforte con Franz Liszt. Concertista largamente apprezzato in Italia e in Germania, fu legato da vincoli di amicizia e di stima con Richard Wagner, grazie al quale poté pubblicare le sue prime composizioni, presso Schott Söhne casa editrice di Magonza.
Insieme con Ettore Pinelli fondò a Roma il Liceo musicale di Santa Cecilia, dove tenne la cattedra dal 1877, e nel 1874 con Pinelli e De Sanctis la Società orchestrale romana impegnata nella diffusione della musica sinfonica[1]. Sgambati svolse infatti una fervida e meritoria attività per un rinnovamento della vita musicale italiana, e tale azione, che ebbe forse l'unico limite di proporre un tardivo impeto romantico ispirato a modelli tedeschi, fu illuminata dall'ansia di far conoscere la musica wagneriana e di avviare un gusto per la musica strumentale, sinfonica e da camera.
Non lusingato da tentazioni melodrammatiche, compose 3 sinfonie (tra le quali la Sinfonia-Epitalamio), 2 quintetti con pianoforte, un quartetto per archi, diversi altri pezzi cameristici e molta musica per pianoforte solo. Nel suo catalogo figurano anche opere sacre, tra le quali la grande Messa da Requiem, numerose melodie da camera per voce e pianoforte. Il suo intenso lavoro di divulgazione contribuì in modo fondamentale ad estendere di molto la conoscenza del patrimonio musicale romantico, quasi ignoto in Italia all'epoca. Quale pianista e direttore del Quintetto di Corte di Sua Maestà la Regina Margherita tenne quasi una novantina di concerti per i Sovrani al Quirinale e a Palazzo Margherita, eseguendo per la prima volta in Italia un vasto repertorio, molto aggiornato per i suoi tempi, comprendente tra l'altro l'integrale dei Trii, Quartetti e Quintetti di Beethoven.
A Parigi, nel 1886, Sgambati divenne uno dei cinque membri corrispondenti dell'Istituto di Francia, succedendo a Liszt.
Nel 1891, eseguì sue musiche anche a Windsor, alla presenza della regina Vittoria.
Profondamente attaccato all'Italia e alla sua Roma, declinò il prestigiosissimo incarico offertogli di succedere a Nikolaj Rubinštejn quale Direttore del Conservatorio di Mosca.
La sua Casa-Museo in Piazza di Spagna, conservata con amore fino agli anni '80 dagli eredi, fu poi acquistata da uno stilista e sgombrata: il suo archivio, gli arredi, il pianoforte, i cimeli di una vita, acquistati in extremis dallo Stato prima che prendessero la via dell'estero, attendono una degna collocazione nel Museo nazionale degli strumenti musicali di Roma, nei cui magazzini son custoditi. Molte partiture, tra cui inediti e frammenti si trovano presso la Biblioteca Casanatense di Roma.
Giovanni Sgambati è sepolto nel Cimitero del Verano a Roma, bassopiano Pincetto, riquadro 140, tomba Sgambati - Mele.
AA. VV. : "Musiche per oboe e pianoforte tra Ottocento e Novecento", Tactus, 2016 Luciano Franca, oboe, Filippo Pantieri, pianoforte storico (contiene la Melodie de Gluck per pianoforte solo)
The complete piano music (7 vol.) Francesco Caramiello, pianoforte (Tactus)
Concerto per pianoforte e orchestra op. 15 Francesco Caramiello/Nürnberger Philharmoniker/Fabrizio Ventura (Tactus)
Complete chamber music (2 vol.) Francesco Caramiello/Ex Novo Quartet (ASV)
^Societa orchestrale romana, I venticinque anni della Societa orchestrale romana diretta da E. Pinelli: 1874-1898, introduzione di Alessandro Parisotti, Roma: Tipografia della pace di Filippo Cuggiani, 1899
^ Alfredo Iovine, Dante Alderighi musicista tarantino, Bari, 1971, pp. 5 e passim.
^ Giovanna D'Amia, Marina Rosa, Paolo Paleari e Lucia Tenconi, La Villa Reale di Monza. Reggia Estiva del Regno d'Italia, BetaGamma, 2012, pp. 95-96, ISBN9788886210751, OCLC854993721.