Giovanni Xifilino

Giovanni Xifilino (Trapezunte, circa 1020 – dopo il 1081) è stato uno storico e religioso bizantino.

Giovanni [1] era un monaco e nipote di Giovanni VIII, patriarca di Costantinopoli, e noto predicatore.

Nel 1042, fu chiamato alla corte di Costantino IX Monomaco (1042-1055), insieme a molti altri illustri letterati bizantini del tempo, quali Michele Psello, Costantino Leicuda e Giovanni Mauropo[2]. Xifilino, insieme agli altri letterati, convinse il basileus a riaprire l'università di Costantinopoli, creando anche dentro un indirizzo di diritto, ciò fece affluire più studenti nell'università. Per i suoi meriti da letterato, Xifilino fu nominato guardasigilli dall'imperatore.

Xifilino scrisse una raccolta di cinquantatré omelie e un menologio (una raccolta di brevi notizie su santi disposti secondo i loro giorni di festa) dedicati all'imperatore Alessio I Comneno (1081–1118)[3].

Monarchia dei Cesari

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La sua epitome dell'opera dionea[4] fu da lui scritta per ordine dell'imperatore bizantino Michele VII Parapinace (1071-1078).

L'opera ci è giunta monca, nel senso che Xifilino si limita ad epitomare i libri che riusciva a ritrovareː l'epitome comprende, infatti, i libri XXXVI-LXXXX dell'opera dionea, dai tempi di Pompeo Magno[5] e Giulio Cesare fino ad Alessandro Severo. Il libro LXX, con il regno di Antonino Pio e i primi anni di quello di Marco Aurelio, risulta mancante, e mutili sono anche i libri LXXVIII e LXXIX[6].

Xifilino divide la sua opera[7] in sezioni, ognuna delle quali contiene la vita di un imperatore, oltre ad omettere i nomi dei consoli e, a volte, alterando o omettendo il modello originale, tranne che dal libro LIII, quando, giungendo alle riforme augustee, dichiara che riassumerà in modo più dettagliato, poiché la storia imperiale è, secondo lui, fondamentale per i suoi tempi[8]. Di conseguenza, le epitomi successive a questo libro sono più lunghe del triplo rispetto ai libri precedenti e lunghe circa un quarto del testo originale di Dione [9].

  1. ^ Sul quale cfr. ora Warren Treadgold, The Middle Byzantine Historians, New York, Macmillan, 2013, pp. 310-312, da cui dipendono le informazioni biografiche di questa voce.
  2. ^ Cfr. M. Kruse, The Epitomator Ioannes Xiphilinos and the Eleventh Century Xiphilinoi, in "JÖB", n. 69 (2019), pp. 257 ss.
  3. ^ Cfr. K. Ziegler, “Xiphilinos”, in RE, bd. 9A (1967), coll. 2132–2134.
  4. ^ Titolo originale Monarkía Kaisáron e editio princeps a cura di Robert Estienne nel 1551.
  5. ^ Che viene fatto rientrare tra i Cesari, secondo un riuso politico risalente almeno all'età adrianea, secondo L. Canfora, Storia della letteratura greca, Roma-bari, Laterza, 2001, p. 694.
  6. ^ Cfr. E. Cary, Introduction, in Cassius Dio, Roman History, Boston, Loeb, 1956, vol. 1, p. XXV.
  7. ^ L'epitome si trova in almeno sedici Mss.; ma tutti gli altri sono derivati da uno o dall'altro di due Mss. del quindicesimo secolo, Vaticanus 145 e Coislinianus 320.
  8. ^ Cfr. anche L. Canfora, Xifilino e il libro LX di Dione Cassio, in "Klio", 60 (1978), pp. 403–407.
  9. ^ Cfr. anche C. Mallan, The Style, Method, and Programme of Xiphilinus’ Epitome of Cassius Dio’s Roman History, in "GRBS", 53 (2013), pp. 610–644.
  • Charles Diehl, Figure bizantine, collana ET.Biblioteca, traduzione di M. S. Ruffolo, introduzione di Silvia Ronchey, Torino, Einaudi, 2007 [1927], ISBN 978-88-06-19077-4, OCLC 799807274.
  • Giovanni Xifilino, Vita dell'imperatore Traiano, a cura di Mirko Rizzotto, Gerenzano (Varese), Paginesvelate, 2010, ISBN 8895906063
  • M. Kruse, The Epitomator Ioannes Xiphilinos and the Eleventh Century Xiphilinoi, in "JÖB", n. 69 (2019), pp. 257-274.
  • C. Mallan, The Style, Method, and Programme of Xiphilinus’ Epitome of Cassius Dio’s Roman History, in "GRBS", 53 (2013), pp. 610–644.

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