Governo Netanyahu VI

Governo Netanyahu VI
StatoIsraele (bandiera) Israele
Capo del governoBenjamin Netanyahu
(Likud)
CoalizioneLikud
Ebraismo della Torah Unito
Shas
Partito Sionista Religioso
Otzma Yehudit (2022-2025)
Noam

Partecipazione aggiunta per il periodo bellico:
Partito di Unità Nazionale (2023-2024)
Nuova Speranza[1]
(2023-giu. 2024; sett. 2024-)

Giuramento29 dicembre 2022[2]

Il governo Netanyahu VI è il 37º ed attuale governo d'Israele, il sesto sotto la guida di Benjamin Netanyahu.

Definito da molti, a livello politico, come "l'esecutivo più a destra della storia del paese"[3], esso è nato come regolare governo civile di coalizione dopo le elezioni del novembre 2022, sebbene sia successivamente mutato, in seguito allo scoppio nell'ottobre del 2023 di un pesante conflitto armato contro Hamas presso la Striscia di Gaza (poi allargatosi successivamente anche ad una generale guerra per procura contro Hezbollah, Huthi ed Iran), in un governo di guerra, al fine di gestire al meglio la grave situazione in condizioni sopraelevate dalla partigianeria politica, fino a tornare, nel 2024, un governo civile con deroghe e prerogative esecutive di emergenza all’ordinaria gestione degli affari riguardanti la tematica bellica.

Composto da 32 ministri (nella sua formazione iniziale), è stato ab origine sostenuto da una coalizione formata da Likud, Ebraismo della Torah Unito, Shas, Partito Sionista Religioso, Otzma Yehudit (fino al 19 gennaio 2025 nel governo, poi in appoggio esterno) e Noam, cui si è aggiunto, fino al 2024 e nel contesto bellico, il Partito di Unità Nazionale (compresa la sua fazione Nuova Speranza, rientrata successivamente come partito autonomo dopo essere inizialmente uscita), portando il governo ad un totale massimo di 38 ministri, di cui 6 nominati in stato d'assedio.

Il presidente Isaac Herzog nel momento in cui conferisce a Benjamin Netanyahu l'incarico di formare il nuovo governo

In seguito alle elezioni del novembre 2022, vinte dalla coalizione di destra a guida Likud con una solida maggioranza (64 seggi su 120)[4], il presidente d'Israele Isaac Herzog ha conferito, il 13 dello stesso mese, l'incarico di formare un nuovo governo al suo leader, Benjamin Netanyahu[5], il quale, nonostante ciò, dovette affrontare lunghe settimane di trattative fra i partiti della futura maggioranza, che, in stata 21 dicembre, sono infine culminate nell’annuncio di riuscita dell’incarico.[6]

Di conseguenza, dopo aver ricevuto la fiducia dell'Assemblea il 29 dicembre[7], il governo ha potuto prestare giuramento lo stesso giorno nell’aula della Knesset, entrando così in carica con pieni poteri[8][9].

Conflitto in Medioriente e gestione della guerra

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Il 7 ottobre 2023, intorno alle prime ore del mattino, dopo anni di consolidate tensioni con l’organizzazione paramilitare islamista, sunnita e radicale “Hamas” controllante la Striscia di Gaza[10], un consistente gruppo di miliziani ha attaccato lo Stato di Israele prima per via aerea, e poi per via terrestre su più punti, sfondando la barriera di confine e travolgendo l’impreparata Polizia frontaliera, così come i reparti dell’esercito posti a pattuglia della zona. Dopo essere penetrati, i miliziani hanno condotto azioni di guerriglia urbana, assediando le città e le strutture al confine e violentando la popolazione, tra omicidi, prese in ostaggio e violenze di altra natura[11][12].

In reazione a ciò, Israele ha dispiegato immediatamente le proprie forze di difesa, tra cui la propria difesa aerea denominata “Iron Dome”. Tuttavia, il fatto che l'attacco fosse stato perpetrato durante la festa ebraica della Simchat Torah e lo Shabbat, e un giorno dopo il cinquantesimo anniversario della guerra dello Yom Kippur, anch'essa iniziata con un attacco a sorpresa, ha fatto si che, insieme a fattori d’altra natura[13], la risposta iniziale procedesse molto più lentamente del previsto[14].

In seguito al deteriorarsi della situazione, e nel mentre che le città venivano liberate, il governo ha dichiarato ufficialmente lo stato d'assedio, ponendo il paese in una situazione diplomatico-istituzionale, sociale ed economica di guerra[15], ordinando, contestualmente, il richiamo dei riservisti[16] ed un assedio totale sulla Striscia di Gaza, da attuarsi tramite bombardamenti, embarghi (già attuati da tempo, e dunque divenuti rafforzati) ed accerchiamenti militari[17], in preparazione ad una possibile invasione[18], poi avvenuta il 26 ottobre[19]. Nel mentre, è stata altresì avviata un’importante attività di eliminazione sistematica dei leader e delle figure di spicco dell’organizzazione.[20]

In questa situazione, dunque, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha avviato il processo di formazione di un governo di guerra basato su circostanze di unità nazionale con la fazione di opposizione della Knesset, la quale ha presto accolto una mozione di deroga allo scrutinio ordinario degli atti governativi e sospendendo gli affari legislativi ordinari. Alla fine, il 12 ottobre, con l’adesione del Partito di Unità Nazionale guidato da Benny Gantz, il governo è mutato in assetto di guerra, ricevendo supporto straordinario fino alla fine del conflitto[21].

Il 9 giugno 2024, poi, dopo mesi di divergenze e discussioni sul futuro bellico, operativo e logistico[22], il Partito di Unità Nazionale di Benny Gantz, seguendo una delle sue fazioni già distanziatasi nel marzo dello stesso anno (Nuova Speranza), ha lasciato l’esecutivo, passando ad una forma di astensione tecnica, senza tuttavia alterare l’assetto di guerra dell’esecutivo[23], il quale è ciononostante ritornato successivamente civile (sebbene con alcune deroghe e prerogative esecutive di emergenza a causa del conflitto in corso) poco tempo dopo, il 17 giugno, con lo scioglimento della sezione dirigenziale militare e la redistribuzione delle competenze belliche in un comitato interministeriale più ristretto ed informale (il c.d. Gabinetto di sicurezza), su volere dello stesso Primo ministro Benjamin Netanyahu.[24]

Il 17 settembre, al culmine di un pericoloso aumento di tensioni e rappresaglie esplicite tra Israele ed “Hezbollah[25][26], un’altra organizzazione paramilitare islamista (ma sciita) operante principalmente nel Libano del Sud[27], il conflitto si è successivamente esteso, seppur relativamente in minore scala ed intensità (ma anche in modo più implicito[28]), anche nel paese arabo confinante, principalmente con bombardamenti[29] ed esplosioni mirate[30] (addirittura anche contro la missione UNIFIL)[31], nonché con uccisioni di importanti figure direttive[32], limitati sconfinamenti[33][34] e persino attacchi aerei diretti di rappresaglia da parte dello stesso Iran contro Israele[35] e viceversa[36]. In seguito, nonostante sia stato conseguito un accordo per un cessate il fuoco in data 26 novembre, consistente nel ritiro delle truppe israeliane dal territorio libanese e delle truppe di Hezbollah (sostituite da quelle dell’Esercito libanese in funzione di solo controllo dei confini) al di là del fiume Leonte, dunque al di fuori del Libano del Sud[37], ulteriori violazioni (principalmente bombardamenti mirati), seppur minori, si sono comunque verificate.[38]

Il 29 settembre, in seguito ad un accordo tra le parti, Nuova Speranza rientra ufficialmente nella coalizione governativa, ma senza alterare lo status dell’esecutivo.[39]

Il 19 gennaio 2025, in seguito alla travagliata approvazione (dopo molti tentativi precedenti falliti[40]) da parte prima della missione diplomatica israeliana[41], poi del Gabinetto di Sicurezza[42] ed infine dell’intero governo civile di un accordo di cessate il fuoco con Hamas nella Striscia di Gaza (nonostante i numerosi rinvii, lungaggini, dibattiti ed ostruzionismi)[43], Itamar Ben-Gvir, leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit, ha annunciato le dimissioni di tutti i suoi ministri (compreso se stesso) dall’esecutivo e la sua fuoriuscita dalla coalizione governativa. Tale atto, per quando abbia effettivamente indebolito l’esecutivo, non ha comunque impattato eccessivamente su di esso, non solo perché il partito politico ha esplicitamente dichiarato di voler comunque sostenere, seppur scontento, il governo in appoggio esterno, ma anche perché la coalizione è comunque riuscita a conservare autonomamente una risicatissima maggioranza di manovra (61 seggi su 120) per restare in carica.[44][45]

Situazione parlamentare

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In seguito all’entrata in carica del governo, il 29 dicembre 2022:

Camera Collocazione Partiti Seggi
Knesset Maggioranza Likud (31)[46], Shas (11), Ebraismo della Torah Unito (7), Partito Sionista Religioso (7), Otzma Yehudit (6), Noam (1)
63 / 120
Astensione Indipendenti (2)
2 / 120
Opposizione Yesh Atid (24), Partito di Unità Nazionale (10), Yisrael Beiteinu (6), Ra’am (5), Hadash-Ta'al (5), Partito Laburista (4)
54 / 120

In seguito all’autorizzazione da parte della Knesset, il 12 ottobre 2023, della dichiarazione di stato d'assedio, che ha determinato la formazione di un governo di guerra e la deroga, per gli atti del governo, di dover essere scrutinati e votati dal parlamento per tutto il periodo bellico, de facto istituendo una situazione di unità nazionale:

Camera Collocazione Partiti Seggi
Knesset Governo di guerra Likud (31)[46], Shas (11), Partito di Unità Nazionale (12), Ebraismo della Torah Unito (7), Partito Sionista Religioso (7), Otzma Yehudit (6), Noam (1)
75 / 120
Astensione di guerra[47] Yesh Atid (24), Yisrael Beiteinu (6), Partito Laburista (4)
34 / 120
Opposizione Ra’am (5), Hadash-Ta'al (5)
10 / 120

In seguito all’uscita dal governo della fazione del Partito di Unità Nazionale, Nuova Speranza, il 25 marzo 2024:

Camera Collocazione Partiti Seggi
Knesset Governo di guerra Likud (31)[46], Shas (11), Partito di Unità Nazionale (8), Ebraismo della Torah Unito (7), Partito Sionista Religioso (7), Otzma Yehudit (6), Noam (1)
71 / 120
Astensione di guerra[47] Yesh Atid (24), Yisrael Beiteinu (6), Partito Laburista (4), Destra di Unità Nazionale (4)[48]
38 / 120
Opposizione Ra’am (5), Hadash-Ta'al (5)
10 / 120

In seguito all’uscita dal governo del Partito di Unità Nazionale, il 9 giugno 2024, ed allo scioglimento del formale gabinetto di guerra, il 17 giugno 2024:

Camera Collocazione Partiti Seggi
Knesset Governo di emergenza Likud (31)[46], Shas (11), Ebraismo della Torah Unito (7), Partito Sionista Religioso (7), Otzma Yehudit (6), Noam (1)
63 / 120
Astensione di emergenza[47] Yesh Atid (24), Partito di Unità Nazionale (8), Yisrael Beiteinu (6), Partito Laburista (4), Destra di Unità Nazionale (4)[48]
46 / 120
Opposizione Ra’am (5), Hadash-Ta'al (5)
10 / 120

In seguito al rientro nel governo di Nuova Speranza, il 29 settembre 2024:

Camera Collocazione Partiti Seggi
Knesset Governo di emergenza Likud (31)[46], Shas (11), Ebraismo della Torah Unito (7), Partito Sionista Religioso (7), Otzma Yehudit (6), Destra di Unità Nazionale (4)[48], Noam (1)
67 / 120
Astensione di emergenza[47] Yesh Atid (23), Partito di Unità Nazionale (8), Yisrael Beiteinu (6), I Democratici (4), Indipendente (1)
42 / 120
Opposizione Ra’am (5), Hadash-Ta'al (5)
10 / 120

In seguito all’uscita dal governo di Otzma Yehudit, il 19 gennaio 2025, ed al suo passaggio in Appoggio esterno:

Camera Collocazione Partiti Seggi
Knesset Governo di emergenza Likud (31)[46], Shas (11), Ebraismo della Torah Unito (7), Partito Sionista Religioso (7), Destra di Unità Nazionale (4)[48], Noam (1)
61 / 120
Appoggio esterno Otzma Yehudit (6)
6 / 120
Astensione di emergenza[47] Yesh Atid (23), Partito di Unità Nazionale (8), Yisrael Beiteinu (6), I Democratici (4), Indipendente (1)
42 / 120
Opposizione Ra’am (5), Hadash-Ta'al (5)
10 / 120

Composizione civile

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     Likud

     Ebraismo della Torah Unito

     Shas

     Partito Sionista Religioso

     Otzma Yehudit[49]

     Noam[50]

     Partito di Unità Nazionale[51]

     Destra di Unità Nazionale[48]

     Indipendenti (di area Likud)

Carica Titolare Partito
Primo ministro Benjamin Netanyahu[52] Likud
Vice Primo ministro[53]

Giustizia

Yariv Levin[52] Likud
Vice Primo Ministro (soppresso)[54]

Salute, Interni e Periferia
(scorporato)[55]

Aryeh Deri
(fino al 23 gennaio 2023)[56]
Shas
Salute
(temporaneamente istituito[55], poi soppresso[57] e re-istituito[58])
Yoav Ben-Tzur
(ad interim)
(dal 23 gennaio al 19 aprile 2023)
Shas
Uriel Buso
(dal 12 ottobre 2023)
Shas
Interni e Periferia
(temporaneamente istituito[55], poi soppresso[57] e re-istituito[58])
Michael Malchieli
(ad interim)
(dal 23 gennaio al 19 aprile 2023)
Shas
Moshe Arbel
(dal 12 ottobre 2023)
Shas
Salute

Interni e Periferia
(re-incorporato poi ri-scorporato[59])

Moshe Arbel
(dal 19 aprile al 12 ottobre 2023)
Shas
Agricoltura e Sviluppo Rurale Avi Dichter[60] Likud
Immigrazione (Aliyah) e Assorbimento Ofir Sofer Partito Sionista Religioso
Comunicazioni Shlomo Karhi Likud
Alloggi e Costruzioni

Ministro dell'ufficio del Primo ministro

Yitzhak Goldknopf Ebraismo della Torah Unito
Cultura e Sport Miki Zohar Likud
Difesa Yoav Galant[61]
(fino al 5 novembre 2024)
Likud
Israel Katz[52]
(dal 5 novembre 2024)
Likud
Sviluppo del Negev e della Galilea e Resilienza Nazionale Yitzhak Wasserlauf[62]
(fino al 19 gennaio 2025)
Otzma Yehudit
Affari della diaspora
Uguaglianza sociale e Pensionati

(soppresso)[63]

Amichai Chikli
(fino al 24 gennaio 2024)
Likud
Ministero dell’emancipazione femminile

(istituito e soppresso)[64]

May Golan
(dal 1º maggio 2023 al 24 gennaio 2024)
Likud
Affari della diaspora

(istituito)[65]

Amichai Chikli
(dal 24 gennaio 2024)
Likud
Ministero dell’Uguaglianza sociale

(istituito)[66]

May Golan
(dal 24 gennaio 2024)
Likud
Economia Nir Barkat Likud
Istruzione Yoav Kish Likud
Cooperazione regionale Yoav Kish
(fino al 28 marzo 2023)
Likud
Dudi Amsalem[67]
(dal 28 marzo 2023)
Likud
Protezione ambientale Idit Silman Likud
Finanze Bezalel Smotrich[52] Partito Sionista Religioso
Affari esteri Eli Cohen
(fino al 1º gennaio 2024)
Likud
Israel Katz[61]
(dal 1º gennaio al 5 novembre 2024)
Likud
Gideon Sa'ar[52]
(dal 5 novembre 2024)
Nuova Speranza
Patrimonio Amihai Eliyahu
(fino al 19 gennaio 2025)[68]
Otzma Yehudit
Intelligence Gila Gamliel
(fino al 13 marzo 2024)
Likud
Affari di Gerusalemme e Tradizione Ebraica Meir Porush Ebraismo della Torah Unito
Lavoro, Affari sociali e Servizi sociali Ya'akov Margi Shas
Infrastruttura nazionale, Energia, Risorse idriche Israel Katz
(fino al 1º gennaio 2024)
Likud
Eli Cohen[60]
(dal 1º gennaio 2024)
Likud
Insediamenti e Missioni nazionali Orit Strook[67] Partito Sionista Religioso
Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir[61]
(fino al 19 gennaio 2025)
Otzma Yehudit
Affari religiosi Michael Malchieli Shas
Innovazione, Scienza e Tecnologia Ofir Akunis
(fino al 18 marzo 2024)
Likud
Gila Gamliel[67]
(dal 18 marzo 2024)
Likud
Affari strategici Ron Dermer[60] Indipendente[69]
Turismo Haim Katz Likud
Trasporti e Sicurezza stradale Miri Regev[60] Likud
Informazione[70]

Ministro nell’Ufficio del Primo Ministro

Galit Distal Atberian
(fino al 12 ottobre 2023)
Likud
Ministra senza portafoglio Yifat Shasha-Biton
(dal 12 ottobre 2023 al 9 giugno 2024)
Partito di Unità Nazionale[71]
Ministro senza portafoglio Hili Tropper
(dal 12 ottobre 2023 al 9 giugno 2024)
Partito di Unità Nazionale[71]
Ministro senza portafoglio Gideon Sa'ar
(dal 12 ottobre 2023 al 25 marzo 2024; dal 29 settembre al 5 novembre 2024)
Partito di Unità Nazionale[48]
Nuova Speranza

Fonte:[72]

Gabinetto di guerra (2023-2024)

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Oltre agli stessi ministri civili, mantenuti nelle proprie posizioni regolari, il governo è stato riassettato, dal 12 ottobre 2023 al 17 giugno 2024, in una formale modalità “proto-parallela”, secondo cui solo una ristretta cerchia di individui (per l'appunto, il “Consiglio di Guerra”) facevano parte di questo gabinetto speciale, prendendo tutte quelle decisioni ritenute fondamentali per lo sforzo bellico e la salvaguardia del paese, in deroga alle norme consuetudinarie. Essi erano:

     Likud

     Partito di Unità Nazionale

     Shas

     Indipendenti (di area Likud)

Carica Titolare Partito
Primo ministro Benjamin Netanyahu
(fino al 17 giugno 2024)
Likud
Difesa Yoav Galant
(fino al 17 giugno 2024)
Likud
Ministro senza portafoglio Benny Gantz
(dal 12 ottobre 2023 al 9 giugno 2024)
Partito di Unità Nazionale[71]
Ministro senza portafoglio
(osservatore)
Gadi Eizenkot
(dal 12 ottobre 2023 al 9 giugno 2024)
Partito di Unità Nazionale[71]
Affari Strategici
(osservatore)
Ron Dermer
(dal 12 ottobre 2023 al 17 giugno 2024)
Indipendente[69]
Ministro senza portafoglio
(osservatore)
Aryeh Deri
(dal 12 ottobre 2023 al 17 giugno 2024)
Shas

Sciolto quest’ultimo, il 17 giugno 2024, le competenze sono state ripartite in un comitato ministeriale più ridotto ed informale all’interno del regolare governo civile.

Fonte:[73][74][75][76]

  1. ^ All’interno del Partito di Unità Nazionale fino al 25 marzo 2024.
  2. ^ Data di formazione iniziale civile del governo; Dal 12 ottobre 2023 al 17 giugno 2024, infatti, l’esecutivo civile è stato integrato da un governo di guerra e di unità nazionale (limitatamente all'ambito bellico), istituito come entità proto-parallela con la dichiarazione dello stato d'assedio, mentre da quella data, pur rimanendo in uno stato emergenziale, esso è tornato ad essere civile, sebbene con alcune deroghe e prerogative esecutive di emergenza sulla gestione degli affari nazionali.
  3. ^ (EN) Benjamin Netanyahu sworn in as leader of Israel's likely most right-wing government ever, CNN, 29 dicembre 2022 (archiviato il 28 febbraio 2023).
  4. ^ La destra di Netanyahu ha vinto le elezioni israeliane, Il Post, 2 novembre 2022.
  5. ^ Israele, Netanyahu ha ricevuto l'incarico per formare il nuovo governo: "Sarò il premier di tutti", Rai News, 13 novembre 2022.
  6. ^ Israele, Netanyahu ha formato un nuovo governo di destra, Rai News, 22 dicembre 2022.
  7. ^ Israele: governo Netanyahu ottiene fiducia Knesset, ANSA, 29 dicembre 2022.
  8. ^ Israele, ok al sesto governo Netanyahu: esecutivo più a destra della storia, prima volta di un presidente gay alla Knesset, La Stampa, 29 dicembre 2022.
  9. ^ Si è insediato il governo più di destra della storia di Israele, Il Post, 30 dicembre 2022.
  10. ^ Che cos’è Hamas, Il Post, 7 ottobre 2023.
  11. ^ Le cose da sapere sull’attacco di Hamas contro Israele, in breve, Il Post, 7 ottobre 2023.
  12. ^ Le cose da sapere sull’attacco di Hamas e sulla risposta di Israele, Il Post, 9 ottobre 2023.
  13. ^ Israele era distratto, Il Post, 10 ottobre 2023.
  14. ^ L’esercito israeliano ci ha messo ore prima di raggiungere le comunità attaccate, Il Post, 12 ottobre 2023.
  15. ^ «Siamo in guerra» (F4V), Il Post (Virgolette), 7 ottobre 2023.
  16. ^ Il sistema dei riservisti in Israele, spiegato, Il Post, 11 ottobre 2023.
  17. ^ Come è fatto l’assedio israeliano a Gaza, Il Post, 10 ottobre 2023.
  18. ^ Come potrebbe essere l’invasione israeliana della Striscia di Gaza, Il Post, 13 ottobre 2023.
  19. ^ È un’invasione?, Il Post, 29 ottobre 2023.
  20. ^ I molti omicidi mirati di Israele dopo il 7 ottobre, Il Post, 31 luglio 2024.
  21. ^ Israele avrà un governo di unità nazionale, Il Post, 12 ottobre 2023.
  22. ^ Le più grosse divisioni nel governo israeliano dall’inizio della guerra, Il Post, 20 maggio 2024.
  23. ^ Benny Gantz ha lasciato il governo di unità nazionale in Israele, Il Post, 9 giugno 2024.
  24. ^ Benjamin Netanyahu ha sciolto il gabinetto di guerra israeliano, Il Post, 17 giugno 2024.
  25. ^ La situazione al confine tra Israele e Libano è sempre più complicata, Il Post, 19 giugno 2024.
  26. ^ Cosa dobbiamo aspettarci dalla crisi tra Israele e Hezbollah, Il Post, 29 luglio 2024.
  27. ^ Che cos’è Hezbollah, Il Post, 19 settembre 2024.
  28. ^ Perché Israele ed Hezbollah non vogliono ancora chiamarla «guerra», Il Post, 24 settembre 2024.
  29. ^ Tra i più ampi e distruttivi bombardamenti della storia recente, Il Post, 25 settembre 2024.
  30. ^ Cosa vuole ottenere Israele con gli attacchi esplosivi in Libano?, Il Post, 19 settembre 2024.
  31. ^ Gli attacchi dell’esercito israeliano contro l’UNIFIL in Libano, spiegati, Il Post, 11 ottobre 2024.
  32. ^ Israele continua ad attaccare i leader di Hezbollah, Il Post, 4 ottobre 2024.
  33. ^ Israele ed Hezbollah stanno combattendo nel sud del Libano, Il Post, 1º ottobre 2024.
  34. ^ Che cosa sappiamo dei combattimenti tra Israele e Hezbollah in Libano, Il Post, 9 ottobre 2024.
  35. ^ L’attacco iraniano contro Israele con i video e le mappe, Il Post, 2 ottobre 2024.
  36. ^ Israele ha attaccato alcune basi militari in Iran, Il Post, 26 ottobre 2024.
  37. ^ C’è un accordo per il cessate il fuoco fra Israele e Hezbollah, Il Post, 26 novembre 2024.
  38. ^ Israele ha attaccato diverse postazioni di Hezbollah in Libano, Il Post, 3 dicembre 2024.
  39. ^ In Israele Gideon Sa’ar, il leader del partito di opposizione Nuova Speranza, ha detto che si unirà alla coalizione del governo Netanyahu, Il Post, 29 settembre 2024.
  40. ^ Com’è che Israele e Hamas alla fine si sono accordati, Il Post, 18 gennaio 2025.
  41. ^ C’è un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, Il Post, 15 gennaio 2025.
  42. ^ Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato l’accordo sul cessate il fuoco a Gaza, Il Post, 17 gennaio 2025.
  43. ^ Anche Israele ha approvato il cessate il fuoco a Gaza, infine, Il Post, 18 gennaio 2025.
  44. ^ Il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir si è dimesso per protestare contro l’accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, Il Post, 19 gennaio 2025.
  45. ^ (EN) With Otzma Yehudit out of government, Netanyahu set to appoint replacement ministers, The Times of Israel, 19 gennaio 2025.
  46. ^ a b c d e f In realtà, Likud alle elezioni generali vinse 32 seggi, ma poiché il deputato Amir Ohana è stato eletto presidente della Knesset, non ha potuto votare alla mozione.
  47. ^ a b c d e In questa sezione sono contenuti tutti quei partiti che, precedentemente parte formale dell'opposizione, all'inizio non hanno aderito al governo di guerra, né però l’hanno materialmente o indirettamente ostacolato, in virtù della necessità di unità nazionale. In seguito, dunque, alla formazione dello stesso, hanno alla fine deciso, caso per caso, di posizionarsi nei confronti dell’esecutivo, per vari motivi, in una sorta di area grigia tra supporto, effettivo dissenso ed astensione, al fine di agevolarne l'effettivo operato complessivo in ottica di efficenza e praticità (ma non aprendo comunque a scelte più strettamente politiche e divisive). Per questo motivo, e anche per il fatto che le sessioni della Knesset sono state temporaneamente limitate e parzialmente sospese, sono politicamente considerati “tacitamente concedenti” rispetto alle scelte generali di guerra del governo.
  48. ^ a b c d e f Fazione Nuova Speranza.
  49. ^ Fino al 19 gennaio 2025.
  50. ^ Con un solo viceministro, non mostrato tuttavia nel prospetto, in quanto quest’ultimo indica solo i ministri ed il capo del governo
  51. ^ Fino al 9 giugno 2024, eccetto per la fazione Nuova Speranza, uscita già il 25 marzo e successivamente rientrata come partito autonomo.
  52. ^ a b c d e Altresì membro ex-officio del Gabinetto di sicurezza, organo interministeriale istituito nel 2001 (Legge sul Governo del 2001, sez. 6) per la gestione più diretta di politiche estere, diplomatiche, tattiche e difensive prima dell’esame dinnanzi al governo. Attualmente, esso è attivo sin dallo scoppio della Guerra Israele-Hamas (sebbene sia nei fatti coinciso con l’equivalente Gabinetto di guerra, nato in seguito alla concessione deroga di emergenza al governo dalla Knesset), ma solo a partire dal 17 giugno 2024, sciolto il vincolato e formale Governo di guerra, ad esso sono stati conferiti i medesimi compiti, ma in forma più generale, per permettere il coordinamento bellico.
  53. ^ Con delega all’Intelligence fino alla formazione del ministero dedicato, il 2 gennaio 2023.
  54. ^ In seguito alla rimozione del ministro per via di una decisione giudiziaria della Corte suprema di Israele, le competenze di vice primo ministro sono state soppresse
  55. ^ a b c In seguito alla rimozione del ministro Aryeh Deri per via di una decisione giudiziaria della Corte suprema di Israele, i dicasteri da lui gestiti sono stati scorporati e così le relative competenze sono state suddivise
  56. ^ Il ministro dell’Interno e della Salute israeliano Arye Dery è stato infine rimosso dal suo incarico, come aveva chiesto la Corte suprema di Israele, Il Post (Bits), 23 gennaio 2023.
  57. ^ a b Con la nomina di Moshe Arbel il 19 aprile 2023.
  58. ^ a b Re-istituzione con voto del 12 ottobre 2023.
  59. ^ Riscorporato con voto del 12 ottobre 2023.
  60. ^ a b c d Altresì membro aggiunto del Gabinetto di sicurezza, organo interministeriale istituito nel 2001 (Legge sul Governo del 2001, sez. 6) per la gestione più diretta di politiche estere, diplomatiche, tattiche e difensive prima dell’esame dinnanzi al governo.
  61. ^ a b c Altresì ex-membro ex-officio del Gabinetto di sicurezza.
  62. ^ Altresì ex-osservatore del Gabinetto di sicurezza.
  63. ^ In seguito allo scorporamento nei due nuovi ministeri degli “Ministero degli Affari della Diaspora” e “Ministero dell’Uguaglianza Sociale”.
  64. ^ Soppresso seguito allo scorporamento del “Ministero degli Affari della Diaspora e dell’Uguaglianza Sociale e dei Pensionati”, con la creazione di un “Ministero dell’Uguaglianza Sociale”.
  65. ^ In seguito allo scorporamento del “Ministero degli Affari della Diaspora e dell’Uguaglianza Sociale e dei Pensionati”.
  66. ^ Istituito seguito allo scorporamento del “Ministero degli Affari della Diaspora e dell’Uguaglianza Sociale e dei Pensionati” e la soppressione del “Ministero dell’Emancipazione Femminile”.
  67. ^ a b c Altresì osservatore del Gabinetto di sicurezza, organo interministeriale istituito nel 2001 (Legge sul Governo del 2001, sez. 6) per la gestione più diretta di politiche estere, diplomatiche, tattiche e difensive prima dell’esame dinnanzi al governo.
  68. ^ Altresì sospeso dal 5 al 14 novembre 2023 (Fonti: Ministro Israele evoca bomba atomica su Gaza, sospeso, su ansa.it, ANSA, 5 novembre 2023. e (EN) Rabbi backs remark by his son, a far-right minister, that nuking Gaza is an option, su timesofisrael.com, Times of Israel, 14 novembre 2023.
  69. ^ a b Vicino al partito Likud.
  70. ^ Con delega alla “Pubblica diplomazia” fino al 12 ottobre 2023.
  71. ^ a b c d Fazione Blu e Bianco.
  72. ^ Governo Netanyahu VI
  73. ^ (EN) Carrie Keller-Lynn, Knesset okays war cabinet; PM: Saturday ‘most horrible day for Jews since Holocaust’, The Times of Israel, 12 ottobre 2023.
  74. ^ (EN) Sam Sokol, Gideon Sa’ar quits coalition after Netanyahu fails to appoint him to war cabinet, The Times of Israel, 25 marzo 2024.
  75. ^ (EN) Sam Sokol, Gantz quits war government, says PM preventing ‘true victory’ over Hamas, urges elections, The Times of Israel, 9 giugno 2024.
  76. ^ (EN) Lazar Berman, Netanyahu officially disbands war cabinet after Gantz’s departure from government, The Times of Israel, 17 giugno 2024.

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