Negli anni 1920 si occupa di commercio sino a diventare direttore della pubblicità alla Rinascente. Dotato di una voce chiara, priva di inflessioni dialettali, prende parte al concorso di annunciatore dell'Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR). Risultato vincitore, viene assunto come capoannunciatore prima presso la sede di Milano e poi stabilmente in quella della capitale, dove rimarrà fino al 1943 continuando poi a lavorare per la RAI.
Come lettore di giornali radio e di altri testi, lavorerà accanto a Francesco Sormano, Vittorio Veltroni, Fulvio Palmieri, Franco Cremascoli, Titta Arista, Vittorio Cramer, Pia Moretti, Mario Ferretti, Emanuele Urban e altri. Il suo modo di leggere e commentare avvenimenti di vario genere, nel parlare cadenzato, diventerà tipico in quel periodo, ma anche per il dopoguerra e sarà imitato da molti altri annunciatori radiofonici e lettori di testi sia alla radio sia nei cinegiornali. Sarà inoltre il lettore del programma settimanale radio Rai Voci dal mondo.
Contemporaneamente diviene la voce ufficiale a commento del cinegiornaleLuce e di svariati documentari, sino agli anni cinquanta. Sarà inoltre la voce ufficiale della Settimana Incom dove dal 1946 sino a poche settimane prima della sua morte (dal numero 1 al n° 1.500) leggerà tutti i servizi. Nel 1939 il regista Mario Bonnard lo convince a partecipare come attore alla pellicola Io suo padre, con la quale inizierà una parallela attività di attore nel cinema, recitando sempre in piccole parti, in circa 50 film, spesso interpretando dei militari.
Più fortunata la sua attività di attore radiofonico, prima nella prosa dell'EIAR e nel secondo dopoguerra in quella della Rai, dove diventerà una delle voci più ricorrenti nelle commedie e nei radiodrammi, sino alla metà degli anni cinquanta.
Ettore Scola, nel film Una giornata particolare, lo fa citare da Marcello Mastroianni (che nel film interpreta un annunciatore vessato dal regime fascista a causa della sua omosessualità), mentre la sua voce accompagna in sottofondo l'azione scandendo la cronaca radiofonica della visita di Hitler alla capitale, diffusa dalla radio della portiera del condominio. Notari non era un giornalista né un radiocronista, bensì un annunciatore, cioè leggeva testi scritti da altri. Di sicuro non eseguì la radiocronaca della visita del dittatore tedesco a Roma (1938), che fu organizzata da Fulvio Palmieri, che coordinò un gruppo di radiocronisti facenti parte della redazione da lui diretta, presso la sede di Radio Roma dell'EIAR, fra cui un giovanissimo Vittorio Veltroni e Franco Cremascoli. Poiché la radiocronaca è andata perduta, come gran parte della programmazione radiofonica dell'epoca, il regista Ettore Scola ha utilizzato un documentario dell'Istituto Luce (contrassegnato dalla sigla D031201) commentato dalla voce di Notari, con tagli e aggiunte.
Notari fu attivo in modo saltuario anche nel doppiaggio.
Un documentario su di lui è stato fatto nel 2015, L'ultima voce. Guido Notari di Enrico Menduni[2][3].
La mattina del 21 gennaio 1957, come di consueto, Guido Notari si recò presso gli stabilimenti della Settimana Incom, per assolvervi il suo normale lavoro di direttore del doppiaggio. Di rientro da una gita a Fiumicino, in compagnia della moglie Tina Merlini e del figlio Brunello (che morirà giovane in un incidente stradale alcuni anni dopo[4]), rincasando presso la sua abitazione sita in via Platone 25, accusò un improvviso malore. Un medico, urgentemente chiamato, apprestò le prime cure, ma già da subito le sue condizioni apparvero gravi. Morì a Roma a causa di un edema polmonare, poco prima delle 22.[1] Il mattino seguente, una gran folla di personalità del cinema e della radio resero omaggio all'attore scomparso.
Carrellate su Hollywood, varietà cinematografico presentato da Guido Notari, realizzato da Gianni Giannantonio, trasmesso i mercoledì nei mesi giugno, luglio, agosto 1953, nel secondo programma.