Hans Grimm (Augusta, 4 aprile 1891 – Essen, 29 agosto 1953) è stato uno scrittore tedesco.
Figlio di un professore universitario, a poco più di vent'anni intraprese l'attività di mercante in Sud-Africa, e qui formò il suo credo ideologico-politico nazionalista.[1] Rientrò in Germania nel 1911, e qui si laureò in scienze politiche e si dedicò all'attività letteraria.[2] Basandosi sulle sue esperienze autobiografiche, nel 1926 pubblicò la sua opera più nota, il romanzo in 2 volumi Volk ohne Raum ("Gente senza spazio"), che in seguito diventò uno slogan nazista. In esso si raccontava di un agglomerato tedesco in Sud-Africa e dei soprusi a cui era quotidianamente costretto dal colonialismo inglese. il concetto di Lebensraum, il violento tono anti-inglese e il razzismo strisciante dell'opera fecero immediatamente breccia nel gruppo dirigente nazista e in Hitler.[1][2]
Benché non aderì mai al partito nazista, Grimm non rinunciò a farsene strumento di propaganda, in particolare con Amerikanische Rede (1936) e Englische Rede (1938), due dissertazioni in cui invitava Stati Uniti e Inghilterra a unirsi alla Germania e formare un triumvirato di popoli nordici in grado di dominare il mondo.[1] Nel dopoguerra non rinunciò a propagandare le sue idee ultra-nazionaliste e filo-naziste, dipingendo Hitler come un martire e "il più grande uomo di stato che l'Europa abbia mai conosciuto", accusando l'Inghilterra di avere le maggiori responsabilità sullo scoppio della seconda guerra mondiale a causa del suo razzismo "anti-teutonico" (che secondo Grimm era l'equivalente dell'anti-semitismo nazista), e difendendo il nazismo come unico argine efficace al comunismo.[1]
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