Helveticosaurus zollingeri

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Helveticosaurus
Fossile di Helveticosaurus esposto al Museo dell'Università di Zurigo
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
ClasseReptilia
SottoclasseDiapsida
FamigliaHelveticosauridae
GenereHelveticosaurus
SpecieH. zollingeri
Nomenclatura binomiale
H. zollingeri
Peyer[1], 1955

L'elveticosauro (Helveticosaurus zollingeri) è un rettile estinto, dalla posizione sistematica incerta. Visse nel Triassico medio (Anisico/Ladinico, circa 240 milioni di anni fa). I suoi resti sono stati ritrovati in Svizzera.

Questo animale era lungo circa due metri e aveva un aspetto piuttosto insolito. Il cranio era corto e alto (fatto strano per un rettile che si presume fosse semiacquatico). I denti erano eccezionalmente lunghi, leggermente ricurvi e conici; quando la bocca era chiusa, i denti superiori sporgevano dalla mascella. La mandibola era molto spessa e robusta. Il collo era allungato e piuttosto forte.

La coda è imperfettamente conosciuta, ma sembra che fosse alta e appiattita lateralmente. Le zampe anteriori erano più robuste e forti di quelle posteriori, e il cinto pelvico era poco ossificato.

Classificazione

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L'elveticosauro è considerato un rettile diapside dalle affinità incerta: molte caratteristiche, tra cui l'alto cranio, non assomigliano a quelle di nessun altro rettile noto. Gli unici esemplari conosciuti provengono dal versante svizzero della formazione di Besano / Monte San Giorgio.

Cranio di Helveticosaurus.

All'epoca della sua descrizione e denominazione, nel 1955, venne interpretato come un primitivo rappresentante dei placodonti,[1] ma nei più recenti studi (Rieppel, 1989)[2] questo rettile è stato posto in una famiglia a sé stante (Helveticosauridae), forse imparentata con i saurotterigi. Un animale forse imparentato è Eusaurosphargis, vissuto nello stesso luogo.

Stile di vita

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Lo scheletro dell'elveticosauro mostra netti adattamenti alla vita acquatica, come la coda piatta e la parziale ossificazione dello scheletro. La morfologia degli arti e dei cinti indicano che questo animale possedeva un modo di locomozione terrestre simile a quello delle otarie attuali. Probabilmente in acqua l'elveticosauro si muoveva grazie a ondulazioni della parte posteriore del corpo e della coda, e le zampe anteriori aiutavano nel movimento.

Ricostruzione di Helveticosaurus zollingeri effettuata da Darren Naish

I lunghi denti appuntiti caniniformi fanno supporre che questo animale fosse un predatore vorace. Diversamente dalla maggior parte degli altri rettili marini che hanno sviluppato un cranio allungato e affusolato, la testa dell'Helveticosaurus era robusta e squadrata, ma non è noto quale influenza questo avesse sulla sua alimentazione.[3]

  1. ^ a b Peyer, B. (1955). Die Triasfauna der Tessiner Kalkalpen. XVIII. Helveticosaurus zollingeri, n.g. n.sp. Schweizerische Paläontologische Abhandlungen 72:3-50.
  2. ^ Rieppel, O. (1989). Helveticosaurus zollingeri Peyer (Reptilia, Diapsida): skeletal paedomorphosis; functional anatomy and systematic affinities. Palaeontographica A 208:123-152.
  3. ^ Naish, D. (2008). One of so many bizarre Triassic marine reptiles. Weblog entry. Tetrapod Zoology. 13 September 2008. Accessed 24 July 2009.
  • Peyer, B. (1955). Die Triasfauna der Tessiner Kalkalpen. XVIII. Helveticosaurus zollingeri, n.g. n.sp. Schweizerische Paläontologische Abhandlungen 72:3-50.
  • Rieppel, O. (1989). Helveticosaurus zollingeri Peyer (Reptilia, Diapsida): skeletal paedomorphosis; functional anatomy and systematic affinities. Palaeontographica A 208:123-152.

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