Henuttaui (fl. XI-X secolo a.C.) è stata una sacerdotessa egizia vissuta durante la XXI dinastia (XI/X secolo a.C.), sul cui corpo mummificato sarebbero state rinvenute tracce di nicotina e cocaina.
Quasi nulla è noto circa la sua vita. Fu sacerdotessa e cantrice del Tempio di Amon a Tebe, e dopo la sua morte il corpo fu imbalsamato e sepolto nella necropoli di Deir el-Bahari. Dopo la scoperta della sua tomba, la sua mummia divenne proprietà di re Ludovico I di Baviera che la acquistò nel 1845 da un viaggiatore inglese di nome Dodwell[1]; il sovrano ne fece poi dono allo Staatliches Museum Ägyptischer Kunst di Monaco, dove si trova tuttora (reperto ÄS 57)[2]. Il sarcofago, un tempo al Museo Archeologico Nazionale di Lisbona[3], oggi si trova anch'esso a Monaco[4].
Nel 1992, la tossicologa tedesca Svetlana Balabanova individuò tracce di cocaina, hashish e nicotina nei capelli di Henuttaui, così come in quelli di molte altre mummie del Museo: dato inconsueto e anomalo, siccome la cocaina e la nicotina provengono dalle piante della coca e del tabacco, native delle Americhe e ritenute del tutto assenti dall'Africa fino ai viaggi di Colombo[5].
Questi risultati furono interpretati, dagli assertori dei contatti fra i popoli precolombiani e gli antichi Egizi, come riprova delle loro teorie. Ciononostante, due successive analisi su altri gruppi di mummie egizie e resti umani fallirono nel riprodurre pienamente i risultati della Balabanova, fornendo risultati positivi per la sola nicotina[5][6].
Dopo tali esperimenti, anche ammettendo che la cocaina sia stata rinvenuta sulle mummie, parrebbe verosimile imputare la sua presenza a una contaminazione avvenuta in epoca successiva alla scoperta. Il medesimo argomento si potrebbe applicare alla nicotina; non fosse che, fra le varie piante che possono fornire la nicotina, due di queste, la Withania somnifera e l'Apium graveolens, erano note e utilizzate nell'antico Egitto[6].