Questa voce o sezione sull'argomento chimica nucleare non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Commento: non che fonti non ce ne siano, ma sono talmente disorganizzate e senza nessuna via di mezzo tra quotidiani e letteratura specialistica... in particolare, dove si trovano le fonti per le affermazioni contenute nella prima sezione?
Proposto per la prima volta nel 1977 dal prof. Bruno Coppi del Massachusetts Institute of Technology, (già progettista di un altro reattore sperimentale per la fusione nucleare, Alcator), il progetto di massima è stato sviluppato principalmente nei laboratori di Frascati dell'ENEA, con la collaborazione di diverse università italiane.
Rispetto al progetto internazionale ITER, l'IGNITOR ha dimensioni e costi molto più ridotti: il reattore di ITER dovrebbe infatti pesare circa 19.000 tonnellate, mentre l'IGNITOR solo 500, sviluppando comunque una potenza di fusione di circa 100 MW. Per questo motivo la realizzazione, secondo i promotori del progetto, potrebbe essere portata avanti anche solo con risorse nazionali (ITER, per i suoi elevatissimi costi, è un progetto internazionale finanziato anche dall'Unione europea) anche se ovviamente la collaborazione internazionale è auspicabile.
Inoltre, sempre secondo i progettisti, IGNITOR si trova da anni in una fase avanzata di progettazione, tanto che potrebbe partire la costruzione del nocciolo della macchina, essendo stati già realizzati prototipi dei suoi principali componenti negli anni '80 e '90.
Il progetto di ricerca e sviluppo del reattore è in stato avanzato e non erano previste ulteriori fasi oltre il 2009. Il luogo più probabile che era emerso per la realizzazione è all'interno dell'impianto di Caorso. I costi stimati per la realizzazione del prototipo, stimati da ENEA e Ansaldo Energia nel 2003, ammontano a 226 milioni di euro.[1] Il problema di fondo per la realizzazione del prototipo è sempre stato il finanziamento.
Il progetto IGNITOR Conceptual Design Report è stato preparato da un gruppo di lavoro congiunto italo-russo nel 2015. Nel 2017 si è svolto un incontro di scambio informale.[4]
Alcuni componenti del nucleo son prodotti in Italia, dove sono stati realizzati i prototipi a grandezza naturale dei componenti.[5] A partire dal 2018, la costruzione di IGNITOR in Russia non è iniziata.[6]
Nel 2022 il CNR ha deciso di abbandonare la sperimentazione, la motivazione secondo indiscrezioni è da ricercarsi nella gestione economica del progetto.[7]