Ignazio Arcoleo

Ignazio Arcoleo
Arcoleo nel 2024
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Altezza172 cm
Peso70 kg
Calcio
RuoloAllenatore (ex centrocampista)
Termine carriera1984 - giocatore
Carriera
Giovanili
1964-1966Juventina Palermo
1966-1967Palermo
Squadre di club1
1966-1967Palermo4 (0)
1968-1969Taranto2 (2)
1969-1974Palermo126 (5)
1974-1978Genoa132 (8)
1978-1980Palermo62 (3)
1980-1982Reggina55 (3)
1982-1983Nocerina10 (0)
1983-1984Mazara11 (0)
Carriera da allenatore
1983-1985Mazara
1985-1986Akragas
1986-1987Termitana
1988-1989Sciacca
1989-1991Mazara
1992-1995Trapani
1995-1997Palermo
1997-1998Palermo
1999-2000Gualdo
2000-2001Foggia
2002Frosinone
2005Nocerina
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Ignazio Arcoleo (Palermo, 15 febbraio 1948) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Nato a Mondello,[1][2] ha conseguito il diploma di "capitano di lungo corso" al Nautico.[3] Iscrittosi quindi alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo, in seguito ha abbandonato gli studi.[3]

A partire dagli anni novanta svolge il ruolo di opinionista nelle trasmissioni sportive di TRM[4] e lavora all'interno della scuola calcio Cantera Ribolla di Palermo come maestro della tecnica ad anni alterni, ritornando l'ultima volta nell'ottobre 2020.[5]

Dal 2017 allena la rappresentativa calcistica palermitana dell'Agenzia delle entrate.[senza fonte]

Caratteristiche tecniche

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Utilizza la marcatura a zona, e la sua squadra faceva del pressing e adottava la trappola fuorigioco.[1]

Dopo le giovanili nel Tommaso Natale, nel 1964 viene acquistato dalla Juventina Palermo. Nel 1966 passa al Palermo, giocando inizialmente con la primavera rosanero.

Inizia la carriera professionistica nella stagione 1966-1967 nella prima squadra della sua città. Al suo primo anno al Palermo, diciottenne, gioca 4 partite, la prima di queste il 23 ottobre 1966 contro il Modena.[6] Passa poi prestito al Taranto in Serie C per un anno, dove gioca soltanto due gare in cui entrambe mette a segno una rete.[7] Tornato a Palermo, ottiene la promozione in Serie A nel 1971-1972. Nella stagione successiva, in cui fa il debutto in massima serie il 24 settembre 1972 nella sconfitta per 4-0 contro il Milan[8] e chiusa dai rosanero al penultimo posto, totalizza 29 presenze su 30 in massima serie con due reti all'attivo (contro Atalanta[9] e Roma[10]

Arcoleo al Genoa nel corso degli anni 1970

Resta in Sicilia anche nell'annata 1973-1974, nella quale contribuisce soprattutto al raggiungimento della prima finale di Coppa Italia nella storia del club, poi persa contro il Bologna ai rigori; quindi passa, nell'estate seguente, al Genoa, nella trattativa che ha portato Giuseppe Spalazzi in rosanero.[11] Con i rossoblù disputa due campionati di Serie A e due di Serie B.

Arcoleo al Palermo a fine anni 1970

Torna a Palermo nel 1978, divenendo capitano della principale società calcistica della città.[7] Giunge, per la seconda volta nella storia, in finale di Coppa Italia, nel 1978-1979, perdendo successivamente contro la Juventus ai tempi supplementari, per poi passare, nel 1980, alla Reggina, con la quale gioca due stagioni in Serie C1. Dopo conclude la propria carriera di calciatore alla Nocerina, nella stagione 1982-1983.

In carriera ha totalizzato complessivamente 89 presenze e 7 reti in Serie A e 236 presenze e 7 reti in Serie B, arrivando finalista di Coppa Italia due volte.

Nel 1983-1984 inizia la carriera di allenatore al Mazara, in Serie D.

La stagione 1984-1985 lo vide allenare ancora il Mazara, vincendo nell'allora campionato di Interregionale con la società punita con cinque punti di penalizzazione in seguito a un'accusa di illecito sportivo. Tale penalizzazione consentì al Trapani, sua futura squadra, di scavalcarlo in classifica e conquistare la promozione in Serie C2.

In seguito a una stagione con l'Akragas nella Serie C2 1985-1986, passa, nel 1992, a guidare il Trapani, del presidente Andrea Bulgarella. Con i granata vince subito il Campionato Nazionale Dilettanti 1992-1993 e poi quello della Serie C2 1993-1994; successivamente, in una sola stagione in Serie C1, durante la quale allena un giovane Marco Materazzi, porta i "granata" alla disputa dei play-off, non passando alla fase successiva per una possibile promozione in Serie B, per un gol subito nel recupero nella gara di ritorno delle semifinali contro il Gualdo.

Nella stagione 1995-1996 torna nella sua città, alla guida del Palermo, con una rosa di giovani debuttanti tra i cadetti, anche a causa di restrizioni finanziarie di quel periodo, giocando un campionato di Serie B di alta classifica, lottando per la promozione e arrivando settimo: tale annata venne soprannominata, nella storia della squadra, il Palermo dei picciotti e tra i giovani palermitani, che allora vestirono la maglia rosanero e vennero valorizzati proprio da Arcoleo, c'erano Gianluca Berti, Gaetano Vasari, Giacomo Tedesco e Francesco Galeoto, poi ceduti tutti in società maggiori. Nella stagione successiva, esonerato dopo trenta giornate a seguito della sconfitta col Cesena,[1][12] il Palermo retrocede dopo un negativo girone di ritorno.[1] Gli subentra Giampiero Vitali.

Da sinistra: Arcoleo, allenatore del Palermo, con il capitano rosanero Roberto Biffi nella stagione 1996-1997.

Appena retrocesso in Serie C1, nel 1997-1998, viene richiamato dall'ottava giornata, sostituendo Giorgio Rumignani. Il club retrocederà in Serie C2 dopo i play-out persi contro la Battipagliese. Alla fine tutto ciò è evitato per il fallimento dell'Ischia Isolaverde. Da allora allena diverse squadre di Serie C, come Gualdo, Foggia, Frosinone, ma non termina mai le stagioni. Dopo un periodo di inattività, trascorso come commentatore in una tv locale siciliana, nel 2005 allena la Nocerina e nel 2006 torna al Trapani, in Serie D, come direttore tecnico.

Nell'estate del 2013 ha gestito gli allenamenti dell'Équipe Sicilia, progetto che ha lo scopo di tenere in allenamento calciatori svincolati in attesa di futuro tesseramento. Con lui hanno lavorato Tarcisio Catanese, Roberto Chiappara e Vitrano per la preparazione dei portieri;[13] mentre nel 2019 torna a rivestire un incarico nel Trapani in qualità di club manager.[14]

Palermo: 1967-1968
Genoa: 1975-1976
Taranto: 1968-1969 (girone C)
Trapani: 1992-1993 (girone H)
Trapani: 1993-1994 (girone C)
  1. ^ a b c d Ignazio Arcoleo: gioie e dolori, su ballor.net. URL consultato il 22 aprile 2024.
  2. ^ Ignazio Arcoleo, su storiatrapani.altervista.org. URL consultato il 22 aprile 2024.
  3. ^ a b Luigi Tripisciano, Album rosanero, Palermo, Flaccovio Editore, giugno 2004, p. 70, ISBN 88-7804-260-9.
  4. ^ In TV: stasera Mediagol.it ospite di TRM, su mediagol.it, 17 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2009).
  5. ^ Arcoleo: l’ex Trapani torna ad allenare, su trapanigranata.it, 12 ottobre 2020. URL consultato il 22 aprile 2024.
  6. ^ Modena FC - US Palermo, 23/ott/1966, su transfermarkt.it, 23 ottobre 1966. URL consultato il 24 aprile 2024.
  7. ^ a b Marcello Scuderi, Glorie Rosanero, Ignazio Arcoleo, su tuttopalermo.net, 18 maggio 2011. URL consultato il 24 aprile 2024.
  8. ^ AC Milan - SSC Palermo, 24/set/1972, su transfermarkt.it, 24 settembre 1972. URL consultato il 24 aprile 2024.
  9. ^ SSC Palermo - Atalanta BC, 29/apr/1973, su transfermarkt.it, 29 aprile 1973. URL consultato il 24 aprile 2024.
  10. ^ SSC Roma - AS Roma, 13/mag/1997, su transfermarkt.it, 13 maggio 1997. URL consultato il 24 aprile 2024.
  11. ^ Perduto De Sisti l'Inter ripiegherebbe su Vanello, l'Unità, 28 giugno 1974, p. 11.
  12. ^ Palermo, pranzo con esonero: via Arcoleo, arriva Vitali, su archiviostorico.gazzetta.it, 22 aprile 1997. URL consultato il 24 aprile 2024.
  13. ^ Équipe Sicilia: tra i migliori ex primavera rosanero [collegamento interrotto], su mediagol.it, dicembre 2017.
  14. ^ Il Trapani arruola Arcoleo: "I granata sono una famiglia", in Giornale di Sicilia, 12 settembre 2019. URL consultato il 24 aprile 2024.
  • Bruno, Di Serio, Mattiello, Rosso e Nero, l'avventura calcistica della Nocerina dal 1910 ai giorni nostri, Salerno, 1995, p. 207.
  • Davide Rota, Dizionario illustrato dei giocatori genoani, De Ferrari, 2008.

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