Il club dei padri estinti | |
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Titolo originale | The Dead Fathers Club |
Autore | Matt Haig |
1ª ed. originale | 2006 |
1ª ed. italiana | 2008 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | Giallo, Fantasy, Romanzo di formazione |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Inghilterra contemporanea |
Protagonisti | Philip Noble |
Antagonisti | Zio Alan |
Altri personaggi | Il fantasma del padre di Philip, Carole Suzanne Noble, Mrs Fell Goodwin, Mr Fairview, Leah Fairview, Dane Fairview, Terry "Occhio stanco", |
Il club dei padri estinti (The Dead Fathers Club 2006), è un romanzo di formazione di genere fantasy dello scrittore inglese Matt Haig.
La storia dai risvolti gialli, è la rivisitazione del dramma shakesperiano di Amleto ambientato però nell'Inghilterra contemporanea. Il protagonista è un adolescente spinto dal fantasma del padre a vendicare il suo assassinio avvenuto per mano dello zio.[1][2]
È prevista una trasposizione cinematografica del romanzo, per la regia di Tristram Shapeero.[3]
L'undicenne Philip scopre che la morte del padre in un incidente d'auto non è stata accidentale; a rivelargli questa tremenda notizia è lo stesso defunto padre che gli appare come spettro. Il fantasma chiede al figlio di vendicare la sua morte uccidendo lo zio Alan, comproprietario di un'officina, che ne avrebbe volutamente sabotato l'auto. La vendetta deve avvenire prima del suo prossimo compleanno poiché questo sarebbe l'unico modo per dare pace allo spirito, altrimenti sottoposto a indicibili tormenti nel Regno del terrore. A conferma della storia raccontrata dal fantasma ci sarebbe il comportamento dello zio Alan, trasferitosi a casa del fratello morto, che mostra forte interesse nei confronti della bella vedova e non nasconde di voler rilevare la conduzione del Pub di famiglia.[4]
Il fantasma ossessiona il ragazzo che è costretto a barcamenarsi tra gli assilli dello spettro, gli atti di bullismo dei compagni di scuola, il fidanzamento con Leha, una ragazza di poco più grande e l'odio nei confronti dello zio, già subentrato al defunto padre nelle grazie della madre con cui si è fidanzato ufficialmente e con la quale convive. Il padre di Philip vorrebbe che il figlio uccidesse lo zio prima delle imminenti nozze con la sua vedova.[4]
Il fantasma convince il figlio a lasciare la ragazza affinché la relazione non lo distragga dai propositi di vendetta e ad appiccare il fuoco all'officina di Alan pensando che l'uomo fosse dentro. Invece dello zio, invece, nell'officina muore bruciato uno dei soci, il padre di Leha. Philip scopre nel frattempo alcune falle nella versione del padre in particolare, al contrario di quanto affermato, viene a sapere che non tutti i fantasmi sono vittime di omicidi e che gli spiriti non devono necessariamente avere vendetta per potrer riposare in pace. Straziato dai sensi di colpa, Philip è convinto di essere stato probabilmente strumentalizzato dal padre e abbandona i propositi di vendetta, riconsiderando il ruolo dello zio nella morte del genitore.[4]
Nel frattempo Leha, sconvolta dal lutto, scappa di casa. Philip la ritrova grazie all'aiuto sovrannaturale di un altro spettro, proprio mentre la ragazza sta gettandosi in un fiume con l'intento di suicidarsi. Philip si tuffa per salvarla e sta per morire affogato quando viene ripescato dallo zio Alan che, senza esitazioni si getta in acqua nuovamente per aiutare anche Leha. I due ragazzi si salvano ma lo zio viene ricoverato in ospedale in gravi condizioni. È questo evento a riconciliare Philip con lo zio e farlo decidere ad abbandonare lo spirito del padre al suo destino, qualunque esso sia, nella speranza che Alan si riprenda.[4]
La storia è ispirata all'Amleto di Shakespeare, così come lo sono i personaggi descritti.[2] L'autore dichiara in un'intervista di non aver voluto, inizialmente, riscrivere la storia dell'Amleto in chiave moderna; tuttavia, man mano che l'opera progrediva, è stato profondamente ispirato dalla famosa tragedia tanto da ricalcarne la trama in molte parti, ma discostandosi da essa per quanto attiene all'epilogo della storia.[5]
La vicenda è narrata direttamente dalla voce del protagonista, un ragazzo di undici anni; lo scrittore utilizza molti artifizi, anche grafici, per rappresentare nel racconto il punto di vista dal ragazzo. Viene fatto, ad esempio, largo uso di maiuscole: così la madre diventa Mamma, lo spettro del padre il Fantasma di mio Padre, la faccia dopo una vicenda imbarazzante diventa BOLLENTE e l'augurio che Philip rivolge allo zio è SALTA IN ARIA SALTA IN ARIA. Analogamente l'autore utilizza caratteri tipografici in corpo maggiore per evidenziare dei passaggi cruciali e in corpo più piccolo, per riportare i bisbigli dei compagni di classe o i sussurri del fantasma.[6]
Alcune vicende, agli occhi adulti probabilmente risibili, sono narrate dal ragazzo con pathos: l'essere scelto per ultimo come membro di una squadra di rugby, ad esempio, costituisce vergogna estrema e quindi situazione da evitare a tutti i costi.[6]