Initiative Q è un tentativo di creare una nuova rete di pagamento e una nuova moneta digitale[1], attuato dall'imprenditore israeliano Saar Wilf, che aveva già fondato Fraud Sciences, una società che si occupava della sicurezza dei pagamenti poi acquisita da PayPal.[2][3][4] Initiative Q è sostenuta dall'economista del Cato Institute Lawrence H. White e lo schema non prevederebbe misure per eludere la regolamentazione statale.[5]
L'obiettivo di Initiative Q è di sostituire le carte di pagamento e la carta moneta che utilizzano la vecchia infrastruttura con un nuovo sistema di pagamento che sfrutta le tecnologie attuali.[6][7] Si tratta di "creare una nuova valuta (la Q) e distribuirla a chiunque contribuisca ad accelerarne l'adozione". La Q non è una criptovaluta e non è decentralizzata,[8] ma sarà invece supervisionata da un comitato monetario indipendente, proprio come una banca centrale.[3]
La registrazione all'Initiative Q è avvenuta tramite il marketing multilivello.[9] La valuta riservata ai dichiaranti non verrà rilasciata fino a quando non si sarà identificata una massa critica di adottanti.[3][10] Nel novembre 2018, Vox ha riportato che più di due milioni di persone si erano registrate in 180 paesi.[1] Più tardi nello stesso mese, O Globo ha riportato più di cinque milioni di registrazioni[11] e The Times of India ha riferito che i Paesi con il maggior numero di registrazioni erano India, Brasile, Stati Uniti e Regno Unito.[7]
Nell'ottobre 2018, Frank Chung di news.com.au ha scritto che lo stile di marketing poteva essere "percepito come uno scam o uno schema piramidale"[2] e Daniel Huszák di portfolio.hu lo ha paragonato al marketing multilivello senza commissioni.[9] Owen Gough di Digital Spy ha scritto: "L'iniziativa Q è reale o falsa? Risposta breve: non ne abbiamo assolutamente idea".[12]
Al contrario, Brendan Markey-Tower, economista presso l'Università del Queensland, ha detto su Stuff.co.nz nel novembre 2018 che "non era una truffa" e che lo schema non "ti renderebbe favolosamente ricco. È comunque un'idea interessante".[8]
Huszák ha enumerato potenziali problemi con lo schema, come l'assenza di misure di sicurezza chiare, costi di transazione e cambio poco chiari e la possibile manipolazione del mercato da parte dei maggiori detentori di valuta.[9]