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L'iperlessia (chiamata anche lettura diretta non semantica[1]) è un disturbo evolutivo dell'apprendimento che si manifesta con la capacità di leggere ad alta voce, ma senza comprendere nulla di ciò che si è letto. Questo processo è facilmente spiegabile dal modello di lettura a due vie di Coltheart, in cui viene utilizzata solo la via cosiddetta fonologica e non la via semantica, cioè quella che permette di comprendere il significato delle parole lette. Il risultato è un bambino che sa leggere e scrivere ma non capisce il contenuto di un testo, anche se di facile comprensione[2].
I sintomi caratteristici dell'iperlessia appartengono alla sfera cognitiva e sociale:[3]
competenze attive: intensa attrazione per il mondo delle lettere e dei numeri e acquisizione molto precoce delle competenze alla lettura[4], in alcuni casi addirittura anteriore all'apprendimento del linguaggio parlato[5]
competenze passive: difficoltà nella comprensione del linguaggio verbale
competenze sociali: sviluppo anormale delle abilità sociali, con conseguente difficoltà a interagire socialmente e a stabilire normali relazioni.
È difficile poi che l'iperlessia si presenti come un disturbo isolato: essa si accompagna spesso ad altre forme di difficoltà di apprendimento o, talvolta, a qualche disabilità intellettiva o ad una sindrome autistica[2][6].
Altri disturbi che possono essere a volte presenti:[3]
difficoltà nell'espressione linguistica: iniziale apprendimento meccanico di frasi di cui non si comprende il significato (ecolalia immediata o ritardata[4]); pronuncia delle parole in ordine inverso[4]
difficoltà nell'elaborazione di un pensiero astratto: inclinazione per l'espressione di significati letterali e per il pensiero concreto
mancanza di iniziativa nelle conversazioni e problemi nel sostenerle[4]
insistenza in pratiche routinarie e comportamenti rituali
La sindrome dell'iperlessia dipende spesso da una forzatura cognitiva esercitata sul bambino al fine di fargli acquisire precocemente delle competenze a cui non è ancora pronto; in tal modo il bambino finisce per apprendere solo l'aspetto meccanico del compito che gli viene richiesto e non la reale funzione della lettura che consiste nell'associare un significato ai simboli grafici.