Irasema Dilian, pseudonimo di Eva Irasema Warschalowska (Rio de Janeiro, 27 maggio 1924 – Ceprano, 16 aprile 1996), è stata un'attrice italiana.
Figlia di un diplomatico polacco, nacque a Rio de Janeiro dove il padre negli anni '20 rappresentava il suo Paese; giunse giovanissima a Roma dove si iscrisse al Centro sperimentale di cinematografia diplomandosi nel 1940. Esordì in un film del regista francese Marcel L'Herbier, Ecco la felicità. Notata da Vittorio De Sica, fu una delle studentesse di Maddalena... zero in condotta (1940) in cui, con il primo pseudonimo di Eva Dilian, ebbe un successo grandissimo per un ruolo che divenne il suo.
Divenuta dopo quel film la privatista per eccellenza del cinema italiano dei telefoni bianchi, la Dilian fu una delle attrici più popolari degli anni '40, soprattutto nel ruolo di studentesse antipatiche ma al tempo stesso dotate di bellezza nelle premesse, rese comunque accattivanti dalla dolcezza interpretativa dell'attrice. Così fu anche nell'altro ruolo della poetessa svampita di Teresa Venerdì (1941), di nuovo per la regia di De Sica e stavolta a fianco di Adriana Benetti.
Dopo aver scelto definitivamente lo pseudonimo di Irasema Dilian, trovò la consacrazione in Ore 9: lezione di chimica (1941) di Mario Mattoli, accanto ad Alida Valli e Andrea Checchi, imponendosi al pubblico, soprattutto nel cuore degli spettatori maschi adolescenti, come la ragazza sensibile e sincera che tutti sognavano di sposare.
La Dilian recitò in film di grande successo come Violette nei capelli (1942) di Carlo Ludovico Bragaglia, I sette peccati (1942) di Ladislao Kish e Malombra (1942) di Mario Soldati, Fuga a due voci (1943), con Gino Bechi, ancora di Bragaglia.
Nel dopoguerra recitò in Aquila nera (1946) di Riccardo Freda, La figlia del capitano (1947) di Mario Camerini e Il corriere del re (1948) di Gennaro Righelli, film in costume. In questo periodo l'attrice, che aveva trovato, insieme ad altri divi italiani, un rifugio artistico in Spagna durante la R.S.I., tornò molto spesso nella penisola iberica a recitare in diversi film.
Sposatasi nel 1950 con Arduino Maiuri, in seguito quotato sceneggiatore, dopo il flop del film Donne senza nome (1949) si trasferì con il marito in Messico per girare Muchachas de Uniforme (1951), che ebbe uno straordinario successo e che la proiettò verso una fama insperata nel Paese centroamericano, nel quale rimase diversi anni contribuendo con altre attrici a creare quella che venne in seguito definita "l'epoca d'oro" del cinema messicano. Tra i vari film è da segnalare Cime tempestose (1954) di Luis Buñuel, forse l'unico film che il regista si pentì di girare.
Nei primi anni sessanta, nonostante fosse ancora sulla cresta dell'onda, la Dilian si ritirò dal mondo dello spettacolo e tornò a vivere in Italia, mentre il marito Arduino Maiuri continuò la sua carriera di sceneggiatore. Dal loro matrimonio nacquero due figli, Coralla e Antonio. Morì a Ceprano (Frosinone) nel 1996.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 34667105 · ISNI (EN) 0000 0000 7840 4348 · LCCN (EN) nr97022761 · BNE (ES) XX1601159 (data) · BNF (FR) cb141719451 (data) · J9U (EN, HE) 987007605746305171 |
---|