Isodontia mexicana | |
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Isodontia mexicana | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Hymenopteroidea |
Ordine | Hymenoptera |
Sottordine | Apocrita |
Sezione | Aculeata |
Superfamiglia | Apoidea |
Famiglia | Sphecidae |
Sottofamiglia | Sphecinae |
Tribù | Sphecini |
Genere | Isodontia |
Specie | I. mexicana |
Nomenclatura binomiale | |
Isodontia mexicana (de Saussure, 1867) | |
Sinonimi | |
Sphex apicalis |
Isodontia mexicana (de Saussure, 1867) è un imenottero apoideo della famiglia Sphecidae.
La lunghezza di queste vespe è in media di 18 mm. Le femmine, come in molti Sphecidae, sono più grandi dei maschi.[1]
Il corpo è di colore nero, con addome collegato al torace da un sottile pedicello; sul torace sono presenti lunghi peli biancastri. Le ali sono di colore bruno-nerastro. Le larve sono di colore giallo-crema.[2]
È una specie tipica dell'America centrale e del Nord America che sta piano piano invadendo il continente europeo.
È stata segnalata per la prima volta in Francia nel 1962[3] e si è ipotizzato che possa aver raggiunto l'Europa durante la seconda guerra mondiale, probabilmente viaggiando come "clandestina" nelle navi militari americane. In Italia è stata segnalata per la prima volta nella seconda metà degli anni ottanta e si sta ancora diffondendo grazie probabilmente alla mancanza di predatori o parassiti[4].
Le larve sono carnivore e si nutrono prevalentemente di ortotteri: Oecanthus spp. (Gryllidae), Conocephalus spp. (Tettigoniidae).[1]
Dopo l'accoppiamento la femmina nidifica, spesso nel cavo delle canne o in altre cavità lignee preformate, all'interno delle quali, utilizzando foglie secche e fili d'erba, crea 1-6 partizioni per accogliere le singole larve. Una volta completata la preparazione del nido si dedica alla cattura di una preda, prevalentemente ortotteri, e dopo averla paralizzata con il proprio pungiglione, la conduce all'interno del nido. Solo a questo punto effettua la ovodeposizione. Le larve, uscite dalle uova, si nutrono della preda, paralizzata ma ancora viva; dopo 4-6 giorni si impupano e completano lo sviluppo in questo stadio in 2-3 settimane. Gli adulti fuoriescono dai nidi ad inizio dell'estate, i maschi in genere precedono le femmine.[1][2]