Jean Favier (Parigi, 2 aprile 1932 – Parigi, 12 agosto 2014) è stato uno storico e archivista francese.[1]
Dopo gli studi secondari ai licei Buffon e Henri-IV, fu studente all'École nationale des chartes, dove si laureò e conseguì il diploma di archivista-paleografo nel 1956[1] discutendo una tesi intitolata Un conseiller de Philippe le Bel: Enguerrand de Marigny. Nello stesso anno e per due anni fu nominato membro della Scuola Francese di Roma[2][3].
Fu quindi curatore dell'Archivio nazionale dal 1958 al 1961. Laureato in storia[3] nel 1961, fu nominato professore al liceo d'Orléans per l'anno 1961 e successivi. Ottenne poi un posto di ricercatore associato presso il CNRS che mantenne dal 1962 al 1964.
Nel 1967 discusse la sua tesi di dottorato su Les Finances pontificales à l'époque du grand Schisme d'Occident. Ha seguito quindi la carriera accademica dapprima come docente all'Università di Rennes (al Centro universitario di Brest 1964-1966), come professore all'Università di Rouen (1966-1969), poi a Parigi, come direttore degli studi all'École pratique des hautes études (1965-1997) e infine professore all'Università Parigi-Sorbona nel 1969[3]. Fino al 1997 vi insegnò paleografia medievale[2].
Parallelamente alla sua carriera di insegnante-ricercatore, ricoprì incarichi di rilievo nell'amministrazione della cultura. Nel 1975 fu nominato direttore generale degli archivi di Francia (gestendo direttamente anche gli Archivi nazionali), incarico che mantenne per 19 anni, dal 1975 al 1994, e che fu segnato dalla promulgazione di una nuova legge sugli archivi, dalla costruzione di numerosi edifici d'archivio sia a Parigi che nei dipartimenti e da un'attività internazionale molto importante. Poi, dal 1994 al 1997, è stato il primo presidente della nuova Biblioteca nazionale di Francia[3].
Dal 1979 al suo scioglimento nel 1998, ha presieduto l'Associazione francese delle celebrazioni nazionali[4]. Ha poi presieduto, dal 2008 al 2012, l’Alto Comitato per le Celebrazioni Nazionali (divenuto delle "commemorazioni nazionali" dal 2011)[4].
Fu membro dell'Académie des inscriptions et belles-lettres[3] dal 1985 (l'ha presieduta nel 1995), presidente della Commissione francese per l'UNESCO[5] e membro del club Le Siècle. Ha diretto la Revue historique dal 1973 al 1997.
Uscito nel 1978 dopo numerose pubblicazioni accademiche, il suo Philippe le Bel lo ha fatto conoscere a un vasto pubblico[6] e ha inaugurato una lunga serie di pubblicazioni edite principalmente da Fayard dove ha anche curato, dal 1992 al 1995, una Histoire de France in sei volumi di cui scrisse il secondo volume intitolato Le Temps des principautés. De l'an mil à 1515, nonché un Dictionnaire de la France médiévale, pubblicato nel 1993[3].
Jean Favier è stato curatore del castello di Langeais, proprietà dell'Istituto. Ha anche lavorato alla radio, conducendo in particolare il programma Question pour l'Histoire[3] su France Inter. Dal 1984 al 1987 è stato direttore di TF1[2]. Dal 1988 al 2002 ha presieduto l'Association des lauréats du concours général[7]. Dal 2007 al 2013 è stato il primo presidente del Comitato storico della città di Parigi[8].
Morì il 12 agosto 2014 di cancro. La cerimonia funebre ha avuto luogo nella chiesa di San Francesco Saverio (VII arrondissement di Parigi)[1][3]. Il ministro della cultura e della comunicazione, Aurélie Filippetti, vi rese omaggio al grande storico e servitore dello Stato[9].
Jean Favier è stato sposato dal 1956 fino alla sua morte con l'archivista Lucie Favier.
Appassionato di organo, fu anche organista dilettante e si esibì in audizioni private, oltre a essere membro di giuria in concorsi dedicati a questo strumento[10].
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