Nel 1962, ispirato nel vedere Robert Frank al lavoro, Meyerowitz lasciò il suo lavoro come art director di un'agenzia pubblicitaria[3][4][5] e andò per le strade di New York City con una fotocamera da 35 mm e una pellicola in bianco e nero. Garry Winogrand,[5] Tony Ray-Jones, Lee Friedlander, Tod Papageorge e Diane Arbus stavano fotografando lì nello stesso periodo. Meyerowitz fu ispirato da Henri Cartier-Bresson, Robert Frank e Eugène Atget, disse: "Nel pantheon dei grandi c'è Robert Frank e c'è Atget".[6]
Dopo essersi alternato tra bianco e nero e colore, Meyerowitz "adottò definitivamente il colore" nel 1972, ben prima della promozione di John Szarkowski nel 1976 della fotografia a colori in una mostra di lavori dell'allora poco noto William Eggleston. Meyerowitz, sempre in questo periodo passò al formato di grandi dimensioni, spesso utilizzando una fotocamera 8 × 10 per produrre fotografie di luoghi e persone.
Meyerowitz appare ampiamente nella serie documentaria del 2006 della BBC FourThe Genius of Photography[4] e nel documentario del 2013 Finding Vivian Maier. Nel 2014 fu pubblicato il documentario Sense of Time del regista tedesco Ralph Goertz.
È autore di 16 libri tra cui Cape Light, considerata una classica opera di fotografia a colori.[7] Meyerowitz fotografò le conseguenze dell'attacco dell'11 settembre 2001 al World Trade Center e fu l'unico fotografo autorizzato all'accesso illimitato al Ground Zero immediatamente dopo l'attacco.[8] Ciò sfociò nel suo libro Aftermath: World Trade Center Archive (2006),[9] la cui edizione del 2011 Parr e Badger includono nel terzo volume della loro storia del libro fotografico.[10]
Il 18 gennaio 2017 Meyerowitz è stato onorato per il suo lavoro di una vita con un posto alla Leica Hall of Fame ed è stato descritto come un "mago nell'uso del colore" in grado di "catturare e incorniciare il momento decisivo".[11]
Originario del Bronx. Studiò arte, storia dell'arte e illustrazione medica alla Ohio State University,[12] diplomandosi nel 1959.[13] È sposato con la romanziera inglese Maggie Barrett. Oltre alla loro casa a New York, hanno una residenza fuori Siena, in Italia.[14]
New York: Aperture Foundation, 2015. ISBN 978-1-59711-339-7. Con una trascrizione di un'intervista tra Meyerowitz e Bruce K. MacDonald. "Remastered".[15]
St. Louis and the Arch. New York: New York Graphic Society, 1980. ISBN 0-82121-093-9.
Bystander: A History of Street Photography. Con Colin Westerbeck.
Bystander: A History of Street Photography. Boston: Bulfinch, 1994. ISBN 0-82121-755-0. Copertina rigida.
Bystander: a History of Street Photography: con una nuova postfazione sulla fotografia di strada dagli anni '70. Boston: Bulfinch, 2001. 440 pagine. ISBN 0-8212-2726-2. Brossura.
Street Photography Now. London: Thames & Hudson, 2010. ISBN 978-0-500-54393-1 (Brossura). London: Thames & Hudson, 2011. ISBN 978-0-500-28907-5 (Brossura). A cura di Sophie Howarth e Stephen McLaren.
Deutscher Fotobuchpreiz (il premio per il fotolibro tedesco) per Aftermath[18]
The Royal Photographic Society's Centenary Medal and Honorary Fellowship (HonFRPS) come riconoscimento del duraturo, significativo contributo all'arte della fotografia nel 2012.[17]
2012: Joel Meyerowitz - 50 Years of Photographs Part I: 1962 - 1977, Novembre–Dicembre 2012;[19] e Joel Meyerowitz - 50 Years of Photographs Part II: 1976 - 2012, dicembre 2012 – gennaio 2013,[20] Howard Greenberg Gallery, New York.
2014: Joel Meyerowitz Retrospettiva, NRW-Forum Düsseldorf, curata da Ralph Goertz,[21]
2015: Joel Meyerowitz - Retrospettiva, KunstHausWien, curata da Verena Kaspar-Eisert[22]
2018: Joel Meyerowitz - Prendendomi tempo, curata da Arianna Rinaldo - Chiesa di San Lorenzo, San Vito al Tagliamento
«Stavi lavorando come art director in una piccola agenzia pubblicitaria quando hai deciso di provare la fotografia»
^Joel Meyerowitz, su IIPA - International Institute of Photographic Arts, iipa.org. URL consultato l'8 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).
^ Sarah Coleman, Picturing Ground Zero, su pdnonline.com, Photo District News, n.d.. URL consultato il 16 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2008).
^ Badger, Gerry Parr, Martin, The Photobook: A History Volume III, London, Phaidon, 2014, p. 205, ISBN978-0-7148-6677-2.
Joel Meyerowitz e Maggie Barrett, su joelandmaggie.blogspot.com. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2019). blog sulla preparazione del nuovo libro sulla Provenza