Catherine Joséphine "Katia" Conrad coniugata Krafft (Soultz-Haut-Rhin, 17 aprile1942 – Monte Unzen, 3 giugno1991) è stata una vulcanologafrancese.
È ricordata per aver aperto la strada della vulcanologia alle donne e per aver creato nel 1969 il primo apparecchio portatile per le analisi di gas.[1]
Katia nasce in Alsazia, a Soultz-Haut-Rhin nel 1942, in piena seconda guerra mondiale. Suo padre, Charles Conrad, è capo di produzione mentre la madre Madeleine Burey è direttrice di scuola. Nel 1957 supera il concorso della École normale primaire, all'epoca un prestigioso istituto creato per formare i maestri. A 18 anni, durante un viaggio estivo in Italia, assiste all'eruzione dell'Etna. Questo avvenimento la colpisce molto e rientrata in Francia decide d'iscriversi all'Università di Strasburgo dove ottiene una laurea in geochimica. Nel 1966 incontra Maurice Krafft, l'uomo che diventerà suo marito nel 1970 e con il quale condivide la sua passione per la vulcanologia. Nel 1969 ottiene, per i suoi primi lavori, il Prix de la Vocation creato dalla Fondazione Marcel-Bleustein-Blanchet per la vocazione per aiutare i giovani privi di mezzi a realizzare le loro "vocazioni". È l'inizio di una ricca carriera che porterà moglie e marito ad assistere e studiare i più importanti vulcani del mondo. La loro fama è alimentata anche dal ricchissimo materiale visivo che i due scienziati raccolgono durante i loro studi.[2]
È morta assieme al marito Maurice Krafft in seguito a una colata piroclastica durante l'eruzione del monte Unzen, in Giappone, il 3 giugno 1991. Alcuni giorni dopo il decesso e l'uscita del loro ultimo documentario intitolato Fire of love, il governo delle Filippine decide di evacuare i piedi del Pinatubo salvando così la vita di numerosi abitanti che sarebbero stati colpiti dall'eruzione del giugno 1991.[3]
I Krafft sono noti per essere stati pionieri nel filmare, fotografare e registrare i vulcani, spesso sostando a pochi metri dalle colate laviche. La vasta collezione audiovisiva e fotografica (otre 300.000 foto) è in gran parte conservata presso il Museo nazionale di storia naturale di Francia.[4]
Il 25 febbraio 1975 ricevono dal presidente della repubblica francese Valéry Giscard d'Estaing, il Prix Liotard. Il premio fu creato nel 1948 dalla Società degli esploratori francesi, in onore dell'esploratore Louis Liotard.[5]
Dal 1992 la hall del museo La cité du volcan di Bourg-Murat sull'Isola della Riunione gli è dedicata, questo per ricordare l'impegno che profusero per la creazione del museo.[6]
Nel 2022 Sara Dosa realizza il lungometraggio Fire of Love che ritraccia la vita dei due vulcanologi.
Madeleine Conrad, Maurice et Katia Krafft, histoires d'une passion, Jérôme Do Bentzinger, 2001, 141 p., ISBN 978-2846290395
Michel Loetscher, Katia et Maurice Krafft, danseurs de volcans, in Saisons d'Alsace, 11, 2001
Christine Muller, Katia Krafft in Femmes d'Alsace: de Sainte Odile à Katia Krafft... Portraits de femmes rebelles, Éditions Place Stanislas, 2009, p. 273-282, ISBN 978-2-35578-039-4