Khuen-Belasi

Khuen-Belasi
StatoTirolo
Titolibaroni e conti
Concessione1573 e 1630
FondatoreEgenone Khuen
Data di fondazioneXIV secolo
Data di deposizionefiorente

I Khuen von Belasy (versione moderna: Khuen-Belasi) sono una famiglia nobile originaria del Tirolo appartenente alla più antica nobiltà del territorio.[1] Nel corso della storia, la famiglia si stabilì anche in Bassa Austria e Boemia e si diramò in più linee dinastiche. Nel 1630 ricevettero il titolo comitale dall'imperatore Ferdinando II d'Asburgo.[2] La famiglia risiede tuttora in Alto Adige.

Castel Englar

Il nome della famiglia deriva dal dominus Corrado di Termeno, detto "Khuen". Questo appellativo era il diminutivo del nome Chunradus, inoltre fungeva da soprannome col significato di "coraggioso".[3]

Le origini dei Khuen

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È probabile che i Khuen discendano dall'antica famiglia di Termeno de Groaba-Grube, che viene menzionata per la prima volta in documenti ufficiali il 13 e 14 luglio 1111 a Bolzano, quando furono citati Egeno e Otto "in der Grube von Tramin".[4] Questa famiglia è citata anche nel secolo successivo con Egeno "in der Grube von Tramin", attestato nelle fonti tra il 1209 e il 1229.[5] Questa discendenza, supportata da alcune fonti genealogistiche, troverebbe conferma nella ricorrenza del nome Egeno - Egenone in entrambe le famiglie. La famiglia Khuen appare come casata cavalleresca per la prima volta nel 1311, quando ser Egenone di Termeno con tutti i suoi eredi viene esentato dagli ufficiali del Principe vescovo di Trento dalle imposte e da tutti gli obblighi cui era sottoposta la cittadinanza di Termeno in cambio del suo impegno militare con cavallo e armatura in difesa della comunità.[6] Il figlio di Egenone, il Dominus Chuonradus von Tramin, era detto "Chuon" (il Coraggioso) e da questo appellativo derivò il nome della famiglia Khuen. A lui si deve nel 1368 anche l'acquisizione di Castel Belasi.[7]

Le origini di Castel Belasi

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Una vecchia tesi riportata da Carl Ausserer riteneva gli originari signori di Castel Belasi vassalli dei conti di Appiano, menzionando un Adelpreto de Bellago che compare in un documento del 1189. Questa casata si sarebbe estinta alla fine del XIII secolo e a Ulrico di Ragogna furono infeudati nel 1291 questo castello e Castel Sporo.[8] Anche Aldo Gorfer riporta, seppur con qualche dubbio, questa ricostruzione che farebbe risalire la costruzione del castello al XII secolo e derivare il nome Belasi dal nome personale Belasio (Biagio), uno dei custodi del maniero per gli conti di Appiano o i Flavon. Spiega poi il passaggio del castello in Val di Non ai Khuen di Termeno: Elisabetta, figlio di Giovanni (a sua volta figlio di Ulrico di Ragogna) sposò Cuno di Termeno, fondatore della dinastia.[9]

Ricerche recenti hanno dimostrato che l'Adalpreto menzionato nel 1189 non aveva nulla a che fare con il castello, ma con Plag, località presso Appiano. Non esistette mai dunque una originaria famiglia Belasi nel XII secolo, ma l'origine del castello andrebbe post-datata alla seconda metà del XIII secolo, con la famiglia Rubein-Ragogna, proveniente dal Burgraviato di Merano, fedelissima dei Conti di Tirolo.[10] Corrado, detto Khuen, figlio di Egenone da Termeno, nel 1368 ottenne Castel Belasi da Simone Rubein, forse per via di un debito considerevole della famiglia nei confronti di Corrado, poiché nell'atto non è citata alcuna somma per assicurarsi il castello. Un'altra ipotesi, suffragata da Stephan von Mayrhofen, autore delle "Genealogien des Tiroler Adels" nel XIX secolo, sostiene che il figlio maggiore di Corrado, Arnoldo, sposò Elisabetta di Belasi, ultima discendente della famiglia Rubein, ma non esiste alcuna conferma documentaria di questo avvenimento.[11]

Castel Belasi visto da ovest in primavera

Il Quattrocento

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La famiglia fin dagli ultimi decenni del XIV secolo cercò di rafforzare il proprio legame con il Principato vescovile di Trento: Guglielmo Khuen-Belasi, figlio di Corrado, è menzionato in vari documenti come arbitro o testimone al fianco del principe-vescovo Giorgio di Liechtenstein. Guglielmo fu il primo Khuen ad essere denominato con il predicato "de Belasio", dal nome del castello noneso.[12] Durante l'insurrezione antivescovile cominciata nel 1407 guidata dal conte del Tirolo Federico IV d'Asburgo, detto il Tascavuota, la famiglia fu coinvolta dai sommovimenti politici trentini: il castello, assieme ai limitrofi Castel Corona e Castel Belfort fu conquistato da Pietro Spaur. Una sentenza del dicembre 1420 ordinava di restituire il castello a Ulrico Khuen-Belasi, ma soltanto dopo la sua morte nel 1424 i figli rinunciarono alle sue conquiste militari.[13] Ulrico Khuen ottenne dal vescovo Alessandro di Masovia la decima del vino e dei cereali di Lover, metà della decima di Dercolo, metà della decima a Comasine e dei terreni a Denno e Caldaro e nel 1436 l'investitura dei feudi tirolesi da Federico IV d'Asburgo, che comprendeva Castel Belasi, la decima del vino e dei cereali a Segonzone, la seconda metà della decima a Dercolo, il diritto di regolanato maggiore a Lover e Segonzone e dei diritti di decima a Fai della Paganella, Mezzolombardo e Mezzocorona.[14]

Antico stemma Khuen-Belasi antecedente all'unione con lo stemma Niederthor del 1559 presso la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio a Denno

Pancrazio Khuen-Belasi

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Pancrazio Khuen-Belasi fu il personaggio chiave dell'intera storia dei Khuen. Signore di Castel Belasi dagli anni '60 fino al 1523, fu in grado di accrescere in modo enorme la ricchezza e il patrimonio della famiglia, rendendola una delle più prestigiose ed importanti di tutta la regione. Dal suo matrimonio con Pudenziana Firmian nacquero Mattia, Giorgio e Jacopo Khuen-Belasi, i quali diedero origine alle tre diverse linee dinastiche che nel XVI secolo allargarono l'influenza dei Khuen in diverse zone del Tirolo e del Sacro Romano Impero. Egli fu inoltre il primo membro della famiglia a rivestire incarichi politici e amministrativi di rilievo. Nel 1480 fu scelto dal principe-vescovo Giovanni Hinderbach come capitano della giurisdizione di Castel Tenno, che tra il 1487 e il 1488 dovette fronteggiare la Repubblica di Venezia. Divenne poi vicario vescovile nelle valli di Non e di Sole fino al 1517, stringendo buoni rapporti anche con l'imperatore del Sacro Romano Impero e conte del Tirolo, Massimiliano I d'Asburgo, dal quale ottenne il Castello di Castelbello e Castel Montechiaro, in Val Venosta.[15]

Il Cinquecento

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Il XVI secolo fu il più importante di tutta la storia dei Khuen-Belasi, durante il quale raggiunsero l'apice della loro fama, influenza e ricchezza. I figli ed i nipoti del vecchio Pancrazio Khuen-Belasi, diedero vita a tre distinte linee dinastiche che nel corso del secolo agirono si svilupparono in modo autonomo in diverse aree del Tirolo, pur mantenendo un forte legame reciproco.[16]

I Khuen di Castel Belasi

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Nel XVI secolo Castel Belasi fu trasformato in una sede prestigiosa ed elegante, degna di una delle famiglie più importanti del Tirolo. I suoi saloni vennero decorati con affreschi raffinati, probabilmente per volontà di Pancrazio II Khuen-Belasi, figlio di Giorgio e nipote dell'omonimo nonno, discendente del ramo trentino della famiglia, che tra il 1556 e il 1569 fu capitano della città di Trento. Sotto la sua guida questo ramo della famiglia raggiunse l'apogeo del suo prestigio.[17] I secoli successivi videro invece un inesorabile declino dei Khuen di Castel Belasi, che continuarono ad amministrare i loro feudi intorno al loro antico maniero in Val di Non, ma non ebbero mai la forza economica e il peso politico che avevano conosciuto nel XVI secolo. Questo ramo della famiglia si estinse all'inizio del XX secolo.[18]

Blasius Khuen-Belasi di Gandegg

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Blasius Khuen-Belasi, figlio di Mattia, il primogenito del vecchio Pancrazio Khuen, rimase orfano del padre in giovanissima età e con la madre Susanna Firmian da Castelbello in Val Venosta si trasferì a Castel Englar a San Michele di Appiano. Egli pose le basi per la fortuna della famiglia nell'Oltradige, acquisendo nel 1537 Castel Gandegg che ristrutturò completamente, e la giurisdizione di Altenburg. Nel 1541 Blasius Khuen divenne consigliere segreto imperiale, e dal 1560 al 1568 circa fu presidente della Camera delle finanze dell’Alta Austria in Tirolo. Alla sua morte senza eredi i suoi beni passarono agli altri rami della famiglia Khuen-Belasi.[19]

I Khuen-Belasi di Lichtenberg

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Jacopo, il terzogenito del vecchio Pancrazio Khuen, andò a stabilirsi nel castello di Lichtenberg in alta Val Venosta, dove diede vita la ramo dinastico più grande, illustre ed importante di tutto il casato. Uno dei suoi figli, Johann Jakob Khuen Belasi, nel 1560 fu nominato arcivescovo di Salisburgo. Un altro dei suoi figli, Rudolf Khuen, divenne Oberststallmeister, ovvero "scudiero supremo", alla corte viennese dell'imperatore Massimiliano II d'Asburgo, dal quale nel 1573 ottenne per sé e per tutto il casato il titolo, di baroni del Sacro Romano Impero.[20]. Nel 1565 egli aveva acquistato la signoria e il castello di Neulengbach, nella Bassa Austria, che rimasero in possesso della famiglia fino al 1646. Nel 1576 un nipote di Jacopo, Hans Jakob, sposò Margarethe von Niederthor, ultima erede di un'antica e nobile famiglia di Bolzano che risiedeva nel Castello Neuhaus. Grazie a questa unione, i Khuen ampliarono considerevolmente i loro possedimenti. Il loro stemma, raffigurante un leone rampante, qualche anno prima di questa unione, nel 1559, era stato unito a quello dei Niederthor, che rappresentava una torre con un portale aperto.[21] Lo stesso Hans Jakob nel 1592 fu nominato dagli Asburgo Landeshauptmann an der Etsch - "Capitano all'Adige", divenendo così il nobile più influente di tutto il Tirolo meridionale.[22]

Nel 1621 questo ramo dei Khuen acquisì dai Firmian anche Castel Englar ad Appiano, non lontano da Castel Gandegg, destinato a divenire e ad essere tuttora una delle residenze principali della famiglia.[23]

Nel 1619, Johann Eusebius, figlio di Rudolf ricevette il titolo di conte del Sacro Romano Impero.[24] La sua linea maschile si estinse, poiché l’unica erede, Maria Franziska, sposò il conte Paul Pálffy von Erdöd. Il 30 ottobre 1630, l'intera famiglia fu innalzata al titolo comitale per decreto dell'imperatore Ferdinando II d'Asburgo. Successivamente, il 27 luglio 1640, anche i nipoti di Eusebius – Matthias, Karl Balthasar e Leopold – furono insigniti del titolo di conti imperiali.[25]

Lo stemma della famiglia Khuen-Belasi affrescato sul palazzo centrale a Castel Belasi

I Khuen-Belasi che vivono tuttora in Alto Adige, nonché quelli che vissero a Castel Belasi nella prima metà del XX secolo discendono da questo ramo della famiglia.[26]

Castel Belasi, a Segonzone (Campodenno)

La linea originaria[34]

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 Egenone di Termeno
(doc. 1311)
 
 
 Corrado "Khuen"
†1375 ca.
 
      
Egenone
Arnoldo

Elisabetta Rubein di Belasi?
Guglielmo
†1415 ca.
 Ulrico
†post 1436
Barbara Thun (1405)
Matteo
Corrado
  
     
 Margareth

Cyprian Fuchs
Giorgio

Petra Cles
Matteo
†1454
Dorothea Niederthor (1442)
Jacopo
Anna

Cristoforo Reiffer di Castel Belfort (1435)
 
   
 Anna
Pancrazio I
*1440 ca. †1523 ca.
Pudenziana Firmian (1468)
Maria

Martin Neideck (1466)
 
     
 Jacopo

Magdalena Fuchs
Giorgio

Barbara Künigl zu Ehrenburg
Mattia

Susanna Firmian (1513)
Maria

Degen Fuchs (1511)
Guglielmo
  
  
 LINEA DI LIECHTENBERG
LINEA DI CASTEL BELASI

La linea di Castel Belasi[35]

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 Giorgio
†1549-50
Barbara Künigl zu Ehrenburg
 
       
 Cristoforo
Giorgio
(doc. 1545)
Brigitte
Caterina

Christoff Payr (1522)
Pancrazio II
†ante 1569
Dorothea von Rechsberg (1522)
Carlo
†post 1584[36]
Anna

Enrico Khuen di Ora (1538)
 
     
 Giorgio
1597
Anna Anich di Cortaccia (1569)

Caterina Spaur
 Ercole
 Ottone Pancrazio

Filippina Spaur
Caterina

Hildebrand von Wanngen
Barbara
  
               
Anna Sidonia
Anna Maria
Elena
Barbara
Giovanni
†1630-40
Caterina Ruttin
Apollonia
Giovanna
Dorotea
Sidonia
Barbara
Carlo
Anna Dorotea
Elisabatta
Giorgio Graziadeo
Francesco Pancrazio
†ante 1649
 
  
 Giorgio Enrico
†1670-80
Barbara Elena Tschernenbel

Eleonora Brandis
Giovanni Battista

Maria Trautson
 
 
 Giovanni Jacopo
†1694-99
Caterina Khuen-Belasi di Castel Montechiaro[37]

Giulia Francesca Carrari
 
    
 Francesco Ferdinando
†1752-54
Caterina Spaur
Maria Teresa
Giovanna Jacobina
Anna Caterina

Membri illustri

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Hans Aesslinger, Medaglione di Johann Jakob Khuen-Belasi, 1562
  1. ^ Franz Huter: Tiroler Urkundenbuch, I. Abt., Bd. 2. Wagner, Innsbruck 1937, Nr. 138 u. 139
  2. ^ Gothaisches Genealogisches Handbuch – Lexikon, Band 15, 2022, S. 271
  3. ^ M. Turrini, 2005, p. 41.
  4. ^ Franz Huter: Tiroler Urkundenbuch, I. Abt., Bd. 2. Wagner, Innsbruck 1937, Nr. 138 u. 139
  5. ^ Franz Huter: Tiroler Urkundenbuch, I. Abt., Bd. 2. Wagner, Innsbruck 1949, Nr. 587, 842, 857 u. 913.
  6. ^ Otto Brunner: Zur älteren Geschichte der Khuen von Belasi. In: Festschrift zu Ehren Emil von Ottenthals. Innsbruck 1925, S. 228–234.
  7. ^ M. Turrini, 2005, pp. 41-43.
  8. ^ C. Ausserer, 1985, pp. 196-197.
  9. ^ A. Gorfer, 1967, pp. 537-538.
  10. ^ M. Turrini, 2005, pp. 30-34.
  11. ^ M. Turrini, 2005, pp. 41-44.
  12. ^ M. Turrini, 2005, pp. 49-50.
  13. ^ D. Reich, 1901, pp. 112-114.
  14. ^ M. Turrini, 2005, pp. 60-61.
  15. ^ M. Turrini, 2005, pp. 67-69.
  16. ^ M. Turrini, 2005, p. 115.
  17. ^ M. Turrini, 2005, pp. 115-151.
  18. ^ M. Turrini, 2005, pp. 195-282.
  19. ^ M. Turrini, 2005, pp. 153-160.
  20. ^ Gothaisches Genealogisches Handbuch – Lexikon, Band 15, 2022, S. 271
  21. ^ GGH – Lexikon, Band 15, 2022, S. 271
  22. ^ M. Turrini, 2005, pp. 163-189.
  23. ^ M. Turrini, 2005, p. 186.
  24. ^ Gothaisches Genealogisches Handbuch – Lexikon, Band 15, 2022, S. 271
  25. ^ Gothaisches Genealogisches Handbuch – Lexikon, Band 15, 2022, S. 271
  26. ^ M. Turrini, 2005, p. 163.
  27. ^ M. Turrini, 2005, pp. 40-43.
  28. ^ M. Turrini, 2005, pp. 154-155.
  29. ^ M. Turrini, 2005, p. 157.
  30. ^ M. Turrini, 2005, pp. 79-81.
  31. ^ M. Turrini, 2005, pp. 79-80.
  32. ^ SCHOSS/BURG KASTELBELL. CASTELLO DI CASTELBELLO, su burgenwelt.org. URL consultato il 26 settembre 2024.
  33. ^ La nostra storia, su schlossauer.it. URL consultato il 2 ottobre 2024.
  34. ^ M. Turrini, 2005, p. 73.
  35. ^ M. Turrini, 2005, pp. 121 e 265.
  36. ^ M. Turrini, 2005, p. 116 Capitano e vicario delle valli del Noce.
  37. ^ M. Turrini, 2005, p. 201 Sepolta presso la chiesetta di Segonzone..
  38. ^ M. Turrini, 2005, pp. 67-69.
  39. ^ M. Bellabarba, 1995, p. 74.
  • Carl Ausserer, Le famiglie nobili nelle valli del Noce, Malè, 1985 (1900).
  • Marco Bellabarba, I capitani tirolesi del principato vescovile di Trento: regole d'ufficio e di nobiltà, in «Geschichte und Region/Storia e regione. Adel und Territorium / Nobiltà e territorio», 4, 1995 (pp. 45–75). (online)
  • Gianluca Dal Rì, "Castel Belasi", in: Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, a cura di E. Possenti, G. Gentilini, W. Landi & M. Cunaccia, Mantova, 2013 (pp. 164–169). (online )
  • Aldo Gorfer, Guida dei castelli del Trentino, Trento, Saturnia, 1967.
  • Desiderio Reich, I castelli di Sporo e Belforte, Trento, 1901.
  • Mariano Turrini, Castel Belasi e i conti Khuen, Cles (TN), Comune di Campodenno, 2005.

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