Kira Tachirovna Kovalenko (in russo Кира Тахировна Коваленко?; Nal'čik, 12 dicembre 1989) è un regista e sceneggiatrice russa di etnia cabarda.
Nativa della Cabardino-Balcaria,[1][2] nel 2010 è una dei 12 studenti di Nal'čik (tra cui anche i futuri registi Kantemir Balagov e Vladimir Bitokov) a venire ammessa al neonato laboratorio di cinema fondato da Aleksandr Sokurov in seno all'Università statale "Ch. M. Berbekov".[1][2][3][4] Sebbene inizialmente non fosse una cinefila e vi si fosse iscritta soltanto per "strappare una buona laurea",[3][4] il laboratorio tenuto da Sokurov la instraderà verso una carriera altrimenti impensabile per una ragazza del Caucaso come quella di regista di cinema.[2][3] Fa il proprio esordio nel lungometraggio con Sofička (2016),[2] girato nell'Abcasia,[3] per poi imporsi all'attenzione della critica internazionale col successivo Ada (2021),[1][3][4] che, girato interamente in osseto, vince il Premio Un Certain Regard al Festival di Cannes e viene scelto per rappresentare la Russia ai Premi Oscar 2022.[2] Assieme al suo compagno Kantemir Balagov,[5] lascia la Russia l'anno seguente in seguito all'invasione dell'Ucraina a cui si è opposta.[4][5]