In Italia la miniserie è stata interamente pubblicata sulla piattaforma di streaming Netflix[8][9] il 29 dicembre 2017 e trasmessa in chiaro in prima serata su Canale 5[10][11] martedì 30[12] (con due puntate) e mercoledì 31 agosto 2022 (con quattro puntate).
Jeanne Deber, nota come La Mantide, una famosa serial killer che ha terrorizzato la Francia più di 25 anni prima degli eventi narrati, è decisa ad aiutare la polizia perché un suo emulatore sta mietendo vittime. Jeanne accetta di collaborare con il commissario Ferracci, il poliziotto che l'ha arrestata all'epoca, a condizione di avere un solo interlocutore, suo figlio Damien Carrot, che è diventato un poliziotto per riscattare i suoi crimini e che rifiuta qualsiasi contatto con Jeanne dal suo arresto.
In Svizzera la miniserie composta da 6 puntate da 52 minuti ciascuna, è andata in onda ogni mercoledì su RTS Un[1] dal 30 agosto al 13 settembre 2017 con tre puntate in tre prime serate.
In Belgio la miniserie composta da 6 puntate da 52 minuti ciascuna, è andata in onda ogni domenica su La Une dal 3 al 17 settembre 2017 con due puntate in tre prime serate.
In Francia la miniserie composta da 6 puntate da 52 minuti ciascuna, è andata in onda ogni lunedì su TF1 dal 4 al 18 settembre 2017 con due puntate in tre prime serate e pubblicata sulla piattaforma di streaming Netflix[3] il 13 ottobre 2017.
In Italia la miniserie anch'essa composta da 6 puntate da 52 minuti ciascuna, è stata interamente pubblicata sulla piattaforma di streaming Netflix[8][9] il 29 dicembre 2017 e trasmessa in chiaro in prima serata su Canale 5[10][11] martedì 30[12] (con due puntate) e mercoledì 31 agosto 2022 (con quattro puntate).
La miniserie è stata proposta da due giovani produttori, Pierre Laugier e Anthony Lancret, che hanno presentato la loro idea di scenario a Marie Guillaumond, direttrice artistica della narrativa francese di TF1.
Il regista della miniserie Alexandre Laurent, già noto su TF1, per aver girato episodi della serie Profiling (Profilage), nonché per la miniserie Le Secret d'Élise, (miniserie con lo stesso formato di sei episodi da 52 minuti).
Le vittime de La Mantide (La Mante) sono state scelte dalla pubblicità: un sito specializzato in figurazione presenta il profilo tipico delle vittime:
«Per le riprese della serie La Mantide (La Mante), stiamo cercando due sagome di uomini con corporature forti (grandi pance), persone sane in sovrappeso.»
L'annuncio spiega anche che non ci saranno scene di riprese per caratterizzare queste scene del crimine. Durante la miniserie sono state trasmesse solo le foto delle vittime, scattate in primo piano.
Le riprese della miniserie si sono iniziate il 5 settembre 2016, in particolare tra Arcueil e Château de Villette, a Condécourt.
Luoghi delle riprese
Casa di Damien Carrot: è la piccola casa e il suo piccolo cortile lastricato, dove vive il personaggio interpretato da Fred Testot, si trova in Boulevard a Clichy-la-Garenne. L'appartamento dove Fred Testot torna con il suo scooter all'inizio del primo episodio si trova ad Arcueil.
Residenza di detenzione di Jeanne Deber: è la residenza di Jeanne Deber che dopo essere stata trasferita dalla prigione ai fini delle indagini si ritrova in un castello. È il castello di Château de Villette a Condécourt, situato nella Val-d'Oise, complesso architettonico progettato da François Mansart è stato ristrutturato nel 2011 ed è stato visitato da altre troupe cinematografiche, tra cui quella del film del 2006Il codice da Vinci (The Da Vinci Code)[13].
Contrariamente a quanto avanzato nel primo episodio, la condanna incomprimibile non può essere applicata nel caso di Jeanne Deber, perché i suoi atti criminosi non sono legati a un crimine terroristico, all'assassinio di un agente di polizia (o di un magistrato) nell'esercizio delle sue funzioni o all'omicidio di un minore di età inferiore ai quindici anni. Pertanto, avrebbe dovuto subire solo un periodo di massima sicurezza di ventidue anni, ma ciò ha comportato la revisione della sceneggiatura del film che basa la trama su una separazione di venticinque anni tra madre e figlio.
Allo stesso modo, un terapeuta è vincolato dal segreto professionale. Ma ciò non sostituisce il suo dovere di cittadino. Quindi, se un paziente gli parla di un crimine o di un'infrazione, deve avvisare la polizia. Di conseguenza, se lo psicologo ha una traccia di tali elementi nella sua cartella del paziente come nel caso del quarto e del sesto episodio è impossibile che non abbia fatto risalire questa informazione al paziente.