La tratta delle bianche è un film italiano del 1952 diretto da Luigi Comencini.
Segnò l'esordio cinematografico di Enrico Maria Salerno e di Ettore Manni.
A Genova, tra i sottoproletari che vivono ai margini della legge, Machedi organizza traffici di donne, da sfruttare o da spedire non si sa dove.
Una di queste è Alda, che grazie a Carlo cerca di sottrarsi al giro. Allora Machedi coinvolge Carlo in un furto e poi lo denuncia. Il giovane finisce in prigione e Alda cerca di trovargli i soldi per l'avvocato, partecipando a una maratona di ballo organizzata dallo stesso Machedi, che per adescare le ragazze promette premi e visite di registi e produttori.
Dopo molti giorni di ballo, Alda, ormai sfinita e accortasi nel frattempo di essere incinta, decide di ritirarsi. Chiede a Machedi di darle i premi in denaro che ha guadagnato fino a quel momento, ma l'uomo rifiuta e la spinge violentemente a terra: Alda così si sente male e viene portata in ospedale, dove per poco non abortisce spontaneamente.
Intanto Carlo riesce a evadere con quattro amici, le cui donne sono state ugualmente coinvolte nel losco traffico. Ritrova in ospedale Alda, che gli muore fra le braccia, e insieme con gli altri va a riprendersi le donne, già stipate su un camion che le sta portando a imbarcarsi per una fantomatica "America".
Carlo e gli amici catturano Machedi e i suoi compari e - insieme con gli abitanti della borgata di baracche da cui provengono molte delle ragazze - li sottopongono a una sorta di processo al termine del quale viene emessa una sentenza di impiccagione.
La polizia interviene un attimo prima dell'esecuzione e porta tutti in galera.
Il film è una commistione tra due filoni cinematografici molto popolari tra il pubblico italiano nei primi anni cinquanta: il melodramma sentimentale strappalacrime (in seguito ribattezzato dalla critica con il termine neorealismo d'appendice) e il poliziesco, sulla falsariga della precedente pellicola di Comencini, Persiane chiuse; a differenza di quest'ultimo film, qui la lancetta pende maggiormente verso il poliziesco anziché sul feuilleton.
Il film venne distribuito soltanto nelle sale cinematografiche italiane, a partire dal 25 settembre del 1952.
Il critico Gian Piero Brunetta scrisse che: "Ne La tratta delle bianche, o in Persiane chiuse, l’influenza del film noir, della letteratura poliziesca americana, si nota sia per quanto riguarda la costruzione dell’intreccio con la discesa nel mondo della malavita, vero e proprio viaggio infernale, sia soprattutto nell’ambientazione complessiva delle vicende. L’aspetto notturno, gli incubi dei protagonisti, le immagini della delinquenza sono raccontati con una scelta comune di riferimento al cinema americano".[1]
Ciò non impedisce che lo stesso cinema americano attingerà a questo film di Luigi Comencini, per quanto riguarda l’episodio portante del racconto, nel film Non si uccidono così anche i cavalli? di Sydney Pollack.[2]