Il decreto contiene una lista di 65 proposizioni ricavate dalle pubblicazioni di alcuni autori modernisti, i quali, «trasgredendo i limiti stabiliti dai Padri e dalla Santa Chiesa stessa, sotto le apparenze di più alta intelligenza e col nome di considerazione storica, cercano un progresso dei dogmi che, in realtà, è la corruzione dei medesimi»[3][4]. Tali errori sono perciò ritenuti contrari «alla sincerità della fede»[5].
^ Pio X, Decreto della Sacra Romana Inquisizione, in Documenti pontifici contro il modernismo, Desclée e C., editori pontifici, 1908, p. 3.
^ P. G. Dal Gal, VIII. Instaurare omnia in Christo - La lotta contro il modernismo, in S. Pio X papa, Edizioni il Messaggero di S. Antonio, 1954, p. 370.
^ P. G. Dal Gal, VIII. Instaurare omnia in Christo - La lotta contro il modernismo, in S. Pio X papa, Edizioni il Messaggero di S. Antonio, 1954, p. 379.
^«Il decreto è seguito da un elenco o "Sillabo" di 65 proposizioni ricavate dai libri e dalle pubblicazioni dei modernisti [...] Proposizione I - VIII: Autorità e valore dei giudizi e delle prescrizioni ecclesiastiche. - Prop. IX - XIX: Ispirazione dei libri santi e questioni di esegesi biblica. - Prop. XX - XXXVIII: Rivelazione, dogmi, cristologia. - Prop. XXXIX - LI: Chiesa. Prop. LVIII - LXV: Immutabilità dei dogmi, progresso dogmatico, insegnamento ecclesiastico» P. G. Dal Gal, VIII. Instaurare omnia in Christo - La lotta contro il modernismo, in S. Pio X papa, Edizioni il Messaggero di S. Antonio, 1954, p. 369.
^ P. G. Dal Gal, VIII. Instaurare omnia in Christo - La lotta contro il modernismo, in S. Pio X papa, Edizioni il Messaggero di S. Antonio, 1954, p. 369.