Lasius neglectus | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Hymenopteroidea |
Ordine | Hymenoptera |
Sottordine | Apocrita |
Sezione | Aculeata |
Superfamiglia | Vespoidea |
Famiglia | Formicidae |
Sottofamiglia | Formicinae |
Tribù | Lasiini |
Genere | Lasius |
Specie | L. neglectus |
Nomenclatura binomiale | |
Lasius neglectus Van Loon, Boomsma & Andrasfalvy, 1990 |
Lasius neglectus Van Loon, Boomsma & Andrasfalvy, 1990 è una formica della sottofamiglia Formicinae[1]. Originaria dell'Asia minore, è stata introdotta accidentalmente dall'uomo in gran parte dell'Europa.
È una piccola formica di 2.5-3.5 mm, si presenta marrone opaca con appendici marroni chiare.
È una formica unicoloniale e poliginica, in cui gli accoppiamenti sono intracoloniali e non avvengono voli nuziali. La colonia si espande per gemmazione andando a formare colonie che possono contare anche 35.000 regine e 100 milioni di operaie[2][3].
L'alimentazione è composta principalmente da sostanze zuccherine prodotte da afidi o da nettare. Si nutre anche di animali, principalmente di artropodi.
Lasius neglectus è originaria dell'Asia minore, probabilmente della Turchia[1]. Si sta diffondendo con successo in Europa già da 40 anni ma è stata descritta soltanto nel 1990 a Budapest; precedentemente veniva considerata appartenente alla specie Lasius alienus oppure Lasius turcicus[4].
Ad oggi la sua presenza è accertata dall'Ungheria al Belgio, in Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Islanda, Polonia, Bulgaria, Romania, Turchia, Georgia, Kirghizistan, e Isole Canarie[2][4][5].
Nidifica comunemente nel suolo, sotto a pietre, in pendii erbosi o tra le radici degli alberi[2]. Negli habitat in cui è stata introdotta si riscontra la sua presenza in ambienti urbani o ambienti disturbati.
Sono conosciuti vari impatti nell'ambiente di introduzione, sia a livello ecologico che economico. Oltre a mettere a rischio le specie di formiche native per competizione alimentare e di fondazione, essa danneggia anche alberi e culture, a seguito della protezione attiva di varie specie di afidi. Vi sono quindi danni all'agricoltura e sono anche stati segnalati danni a dispositivi elettrici[2].