Laura Capon Fermi (Roma, 16 giugno 1907 – Chicago, 26 dicembre 1977) è stata una scrittrice e attivista italiana naturalizzata statunitense, militante pacifista e moglie del fisico Enrico Fermi.
Nata da famiglia ebraica, figlia dell'ammiraglio Augusto Capon e di Costanza Romanelli[1], incontrò il futuro marito, Enrico Fermi, durante gli studi all'università "La Sapienza" di Roma, dove si laureò in scienze naturali.[2] Il matrimonio fu celebrato il 19 luglio 1928.[3] La coppia ebbe 2 figli, Nella (1931-1995) e Giulio (1936-1997).[4]
Nel 1936, meno impegnata con i figli, su suggerimento del marito decise di scrivere un libro divulgativo di fisica con la sua amica Ginestra Amaldi, moglie di Edoardo. Il libro venne poi pubblicato per i tipi di Hoepli, Alchimia del tempo nostro.[5]
Nel 1938, dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste, la famiglia Fermi decise di fuggire dall'Italia mussoliniana, perché Laura Capon Fermi era ebrea, benché i figli fossero "ariani".[6] Progettarono di abbandonare l'Italia con l'occasione del viaggio di Enrico Fermi per ricevere il premio Nobel per la fisica a Stoccolma, da dove ripartirono per andare direttamente negli Stati Uniti. Nel 1944 furono naturalizzati statunitensi.
Dopo la morte di Enrico Fermi nel 1954, Laura Fermi si dedicò alla scrittura e divenne una militante pacifista. Pubblicò un'opera autobiografica: Atoms in the Family: My Life with Enrico Fermi. Seguì la pubblicazione di altre opere.
Le sue carte sono conservate presso la Biblioteca dell'Università di Chicago.[7]
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