Le parole di mio padre | |
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Titolo originale | Le parole di mio padre |
Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 2001 |
Durata | 90 min |
Genere | drammatico |
Regia | Francesca Comencini |
Soggetto | Italo Svevo (La coscienza di Zeno) |
Sceneggiatura | Carolina Olcese, Richard Nataf, Francesco Bruni, Paola Comencini, Francesca Comencini |
Distribuzione in italiano | Mikado Film |
Fotografia | Luca Bigazzi |
Montaggio | Francesca Calvelli |
Musiche | Ludovico Einaudi |
Interpreti e personaggi | |
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Le parole di mio padre è un film del 2001, diretto da Francesca Comencini, liberamente ispirato a due capitoli de La coscienza di Zeno di Italo Svevo.
È stato presentato nella sezione Un Certain Regard al 54º Festival di Cannes.[1]
Dopo la morte del padre, Zeno Cosini si reca da un vecchio amico di suo padre, Giovanni Malfenti, per avere un lavoro. Zeno è un ragazzo chiuso, insicuro e un po' inetto, che ha cambiato più volte l'indirizzo dei suoi studi universitari ma non è riuscito a trovare la sua strada. Zeno vive da solo, spesso vaga per la città e osserva la gente, le strade e la vita a lui estranea. Comincia a frequentare la casa di Malfenti. Invitato a cena spesse volte ha così modo di conoscere le figlie di Giovanni: Ada, Alberta, Anna e Augusta. Dopo vari tentativi inutili di conquistare l'amore di Ada, e il rifiuto dell'amore di Alberta, finisce per sposare Augusta. Il film si conclude con la scena dei due sposini che salgono le scale della chiesa vista dall'altra parte della strada.