Lega dei Comunisti del Kosovo | |
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(HBS) Савез комуниста Косова (SQ) Lidhja Komuniste e Kosovës | |
Stato | Serbia (SAP Kosovo) |
Sede | Pristina |
Fondazione | 1945 |
Dissoluzione | 1990 |
Partito | Lega dei Comunisti di Serbia (Lega dei Comunisti di Jugoslavia) |
Ideologia | Comunismo Marxismo-leninismo Titoismo |
Collocazione | Estrema sinistra |
La Lega dei Comunisti del Kosovo (in serbo-croato Савез комуниста Косова, SKK; in albanese Lidhja Komuniste e Kosovës) è stata la sezione kosovara della Lega dei Comunisti di Serbia, l'unico partito legale della Repubblica Socialista di Serbia dal 1945 al 1990.
A differenza delle varie sezioni in tutta la Jugoslavia che componevano la Lega dei Comunisti di Jugoslavia, il Partito Comunista del Kosovo fu fondato dopo la formazione del nuovo stato nel 1945. Al nuovo partito fu affidato il compito di gestire determinati affari locali. Nel 1952, il partito fu ribattezzato in Lega dei Comunisti del Kosovo.
Sin dalla sua istituzione, il Kosovo non aveva una vera e propria autonomia. Con varie revisioni della costituzione federale e serba, alla SKK fu concesso sempre più potere fino a quando, nel 1974, fu ratificata una nuova costituzione che diede un'autonomia maggiore alle province serbe.
All'inizio degli anni novanta, le crescenti tensioni etniche tra le repubbliche della Jugoslavia portarono alla scissione del partito federale: i comunisti kosovari volevano elevare il Kosovo a settima repubblica socialista della Jugoslavia, con lo stesso status di Croazia, Montenegro, Bosnia, Macedonia, Slovenia e Serbia.
Il 12 ottobre 1990, la Lega dei Comunisti del Kosovo cessò di esistere a seguito degli emendamenti alla costituzione jugoslava di Slobodan Milošević che riportarono il Kosovo al suo status pre-1974.[1]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 128576956 |
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