Lettera a una nazione cristiana | |
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Titolo originale | Letter to a Christian Nation |
Autore | Sam Harris |
1ª ed. originale | 2008 |
Genere | saggio |
Sottogenere | pamphlet, religione |
Lingua originale | inglese |
Lettera a una nazione cristiana[1] è un saggio scritto da Sam Harris come risposta alle critiche in séguito alla pubblicazione nel 2004 de La fine della fede.[2]
«Se pensi che il cristianesimo sia l’espressione d’amore e compassione più diretta e pura del mondo,
non sai molto sulle altre religioni che esistono sulla Terra.»
L'intento del libro è quello di dimostrare a quali assurdità deve soggiacere un fedele cristiano negli Stati Uniti d'America se vuole davvero credere alla fede che professa. Ricorrendo alla logica, Harris mette in risalto il fatto che ogni religione si dichiara l'unica vera e ispirata dall'unico vero dio, relegando tutte le altre al ruolo di superstizioni.
Contesta la moralità dettata dalla Bibbia, secondo la quale si dovrebbero uccidere i figli che reagiscono agli ammonimenti parentali, nonché lapidare gli eretici, gli adulteri, gli omosessuali e coloro i quali lavorano nel giorno del Signore. È vero – sostiene Harris – che Gesù ha addolcito questo messaggio aggiungendovi una carica d'amore; tuttavia molti secoli prima di lui vari maestri (come Zoroastro, Buddha, Confucio, Epitteto...) avevano già predicato nello stesso senso; afferma dunque che:
«In vari passi del Vangelo Gesù dice che l'amore può trasformare la vita dell'uomo. Per prendere a cuore questo insegnamento non è però necessario credere che lui sia nato da una vergine e che ritornerà sulla Terra da supereroe»
Il libro pone altresì l'accento sul fatto che la fede religiosa non sarebbe in grado di reggere ad un confronto con la ragione, in quanto tutte le fedi sono intrise di mistero; se esse vengono esposte alla luce della ragione rischiano di dissolversi.