Lipsanoteca (detta anche capsella), è un termine che deriva dal latino medievale lipsanotheca e che, a sua volta, è derivato dal greco λείπσανον e τέκα, con significato di custodia di reliquie. Si tratta di un astuccio, o di una cassetta, o comunque di un contenitore che ha il compito di custodire oggetti preziosi destinati al culto. Si dice anche lipsanoteca un armadio, oppure una sala che contengono reliquari e oggetti preziosi, ad esempio Bibbie miniate.
Si produssero artistiche lipsanoteche a partire dal IV secolo, quando il culto del Cristianesimo divenne libero. Sono esempi di arte paleocristiana, oggetti preziosi, rivestiti con argento cesellato - o con placche d'avorio finemente lavorate - rappresentanti scene tratte dal Vecchio e da Nuovo Testamento e dalla vita dei santi. Altre antiche lipsanoteche sono più semplici, scavate in blocchi di marmo e poi chiuse con coperchio di legno. Alcune lipsanoteche derivano da sarcofagi; altre sono scavate in un blocco di pietra grezza. In determinati periodi lo stile del decoro fu influenzato dalla cultura copto-egiziana, da quella longobarda e da quella araba.
Un elenco dettagliato è impossibileː si segnalano qui esempi di varie tipologie.
Musei Vaticani, alla Sala della Lipsanoteca, che è nella seconda loggia del palazzo Apostolico, si accede dalla Cappella Sistina, attraverso la cappella Redemptoris Mater. Conserva reliquiari - alcuni veri capolavori di oreficeria - realizzati a partire dal Seicento fino ad oggi: per lo più sono doni ricevuti dai papi in occasione di canonizzazioni.
La sala della Lipsanoteca capitolare della Concattedrale di Santa Maria di Sezze custodisce reliquie di beati e di santi, contenute in artistici reliquiari (ad ostensorio, a tabella, a busto in argento o in legno dorato o dipinto).
All'interno della Sacrestia della Chiesa di San Francesco (Prato) vi è un armadio che custodisce reliquie di santi e beati a partire dal primo secolo dopo Cristo. Di notevole rilievo sono anche i reliquiari stessi, opere di straordinaria bellezza e valore artistico realizzati a partire dal XV secolo.
Museo archeologico nazionale di Venezia, Capsella di Samagher, metà V secolo, cassetta in avorio e con angoli e accessori in argento, rinvenuta nel 1906 sotto un altare della chiesa di Sant'Ermagora di Samagher. Fu assegnata all'Italia a seguito degli accordi post bellici Italia-Iugoslavia del 1960.
Museo pio cristiano (Vaticano), VI secolo, cofanetti in argento, opere di maestri orientali.
Museo del Louvre (Parigi), VI secolo, cofanetti in argento, opere di maestri orientali.
A Limoges, si produssero preziosi cofanetti, con smalti e bronzi dorati, che rappresentano un rinnovamento nell'arte della decorazione di manufatti destinati alla liturgia e al culto dei santi.
Nietta Aprà, Dizionario enciclopedico dell'antiquariato, Milano, Mursia, 1969, SBNNAP0338753. Presentazione, revisione e integrazione a cura di Guido Gregorietti, p. 117.
Dizionario dell'antiquariato maggiore e minore, Roma, Gremese, 2002, SBNTO01149444. Sotto la direzione di Jean Bedel; edizione italiana a cura di Alcide Giallonardi.