Louis de Caix d'Hervelois /lwi də kɛ dɛʁvə'lwa/ (Ainval, 1677 – Parigi, 17 ottobre 1759) è stato un gambista e compositore francese.
Louis d'Hervelois de Caix (questo il suo vero nome, ma pubblicava le sue opere sotto quello di Louis de Caix d’Hervelois), nato a Ainval, nell'attuale dipartimento della Somme nel 1677 e morto a Parigi il 17 ottobre 1759, è stato uno degli ultimi grandi compositori della scuola violistica francese. Probabile allievo di Marin Marais, contemporaneo di Roland Marais, di Jacques Morel e di Charles Dollé, ha pubblicato molta musica per la viola da gamba, che all'epoca stava perdendo favore a causa del crescente apprezzamento del violoncello.
Era figlio, unico a quanto pare, del tessitore e carpentiere Louis d’Hervelois (Dervilloix) e di Marie de Caix, sposati nel 1677[1] a Ainval. Suo nonno Florimond era carpentiere e tessitore, mentre la sua famiglia e quella della moglie contavano molti contadini e manovali, talvolta dei cancellieri e degli osti. La data del decesso dei suoi genitori è sconosciuta, ma erano già morti nel 1714, anno in cui si sposò. La sua ascendenza è dunque modesta, e il suo cognome piuttosto diffuso nella zona. La madre proveniva da una famiglia che aveva posseduto una signoria e aveva conosciuto momenti di gloria fino al XVI secolo, ma era ricaduta nel ceto plebeo nel XVII secolo[2]; essa era comunque ben stabilita nei dintorni di Ainval.
Louis d’Hervelois aveva uno zio, Louis de Caix, al quale la famiglia de Caix fece una donazione[3] l'11 settembre 1678 per costituire una rendita sacerdotale, in modo da permettergli di continuare gli studi nel seminario di Amiens e conseguire il sacerdozio. Ordinato prete nello stesso anno, viene nominato cappellano ordinario della Sainte-Chapelle del Palazzo nel 1684, fino al 1715[4]. In seguito lascerà Parigi per Lione e sembra essere tornato a Parigi prima del 1730. Questo zio resterà per tutta la vita in contatto con Louis d’Hervelois.
Sulla formazione musicale di Louis d’Hervelois nulla sappiamo finché visse in Piccardia, nessuna traccia di lui fra i cantori della Cattedrale di Amiens. Riappare a Parigi il 3 agosto 1697, quando una delibera capitolare della Sainte-Chapelle riporta che il capitolo ha concesso al cappellano ordinario Louis de Caix l'uso di una stanza in modo che il nipote possa esercitarsi con la viola[5]. Louis d’Hervelois era dunque a Parigi in quella data. Era forse rimasto orfano? In ogni caso è lo zio Louis de Caix che veglia su di lui a Parigi. La sua viola apparteneva a François Chaperon (Chapperon)[6], maestro di musica della Sainte-Chapelle, che la lasciò in eredità al proprio domestico l'anno seguente insieme ad altri strumenti[7]. Nel giugno 1738, una nota comparsa sul Mercure de France[8] riferisce che d'Hervelois è stato allievo dell’illustre Marais, come anche François Joseph de Caix (un cugino di Louis), Hilaire Verloge detto Alarius e Forqueray (probabilmente il vecchio). Da tutto questo si può supporre che, dopo essere stato sgrossato da Chaperon, Louis sia stato probabilmente affidato da questi a Marais, dato che Chaperon era stato negli anni 1667-1672 maestro di musica di Marais.
Di nuovo passano dieci anni senza che si trovino notizie di Louis d’Hervelois, sistematosi a Parigi come insegnante di viola. Continuerà a insegnare questo strumento fino alla morte, pubblicando di quando in quando libri di pezzi per viola o flauto traverso, fra il 1708 circa e il 1753. A Parigi alloggia in vari indirizzi, che ci sono rivelati dalle sue edizioni o dai documenti di archivio:
Si sposa il 7 febbraio 1714[9] con Théodore Angélique de Pressigny, vedova di François Anglard, mastro chirurgo e borghese di Montluçon[10]. Fra i testimoni della sposa c'erano il padre Timoléon d'Amorezan de Pressigny e la sua famiglia, e per lo sposo lo zio Louis de Caix déjà citato, cappellano della Sainte Chapelle, Pierre Gouïn de La Lande e Jean-Féry Rebel, entrambi dei Ventiquattro violini del re. Il matrimonio si fece in comunione dei beni, con 10 000 livres portate dalla sposa per comunione e 20 000 livres che restarono a suo nome; il contributo di Louis alla comunione è scarso e non menzionato. A causa di investimenti sfortunati, probabilmente aggravati dalla crisi finanziaria di Law, una sentenza di separazione dei beni viene emessa il 14 giugno 1715. Théodore Angélique morì il 9 maggio 1730, dopo la nascita della figlia Angélique Théodore.
Louis e Théodore Angélique ebbero cinque figli[11]:
Lungo tutta la sua vita Louis d'Hervelois ha messo insieme un patrimonio immobiliare, che ha in parte rivenduto e in parte lasciato in eredità alla famiglia. Riassumendo[12]:
Un patrimonio importante dunque, che fra gli anni '40 e '50 doveva fornire in affitti un ricavo di circa 10 000 livres all'anno alla famiglia. Il finanziamento di questo patrimonio aveva, oltre alle 20 000 livres portate dalla moglie, reso possibile un numero considerabile di prestiti (rendite) e un pesante indebitamento (arrivato fra le 135 000 e le 140 000 livres verso il 1715...). Dopo alcune rivendite, e dopo aver riprestato per poter saldare i prestiti, Louis ritrova nella seconda metà degli anni '40 una situazione risanata.
Louis d’Hervelois de Caix morì il 17 ottobre 1759 e fu sepolto nella chiesa di Sant'Eustachio a Parigi. Il suo decesso è annunciato in Annonces, affiches et avis divers[14]. Il suo testamento, redatto già dal 10 agosto 1749[15], nomina la figlia Angélique Théodore erede universale ed esecutrice testamentaria. L'inventario dei beni al momento del decesso è stato redatto dal 12 novembre al 5 dicembre 1759. In particolare contiene:
Poco dopo l'inventario, le viole e i libri di musica furono venduti, come testimonia Annonces, affiches et avis divers[17]. Ma fu soltanto nel 1766 che il lascito di Louis poté essere del tutto sistemato[18], insieme a quelli della moglie Théodore Angélique († 1730) e del figlio Jean Charles († 1762); il ritardo fu dovuto all'incertezza sulla sorte del figlio Jean Charles in India e alle procedure per recuperare un debito di 79 200 livres contratto dal marchese di Bussy nei confronti del detto figlio.
Gli archivi hanno rivelato i nomi di molti allievi del violista. Aggiungendo i nomi dei dedicatari dei suoi libri, si può rintracciare l'ambiente in cui ha trovato la sua clientela: nobili e borghesi amanti dello strumento.
Michel Ferrand è rivelato nel 1709 in un riconoscimento di debito[19] nei confronti del musicista. Si tratta probabilmente del cavaliere dell'Ordine reale di Saint-Louis, signore di Vernay, ex capitano delle Guardie francesi, marito di Anne Marguerite Julie de Violaine, che fa testamento nel 1738 e muore lo stesso anno.
Louis Vatry, avvocato nel parlamento e notaio nello Châtelet di Parigi, fu probabilmente uno di suoi allievi, come lascia pensare il pezzo dal titolo La Vatry del VII libro di viola del 1753. L'inventario redatto al suo decesso riporta «una viola decorata in avorio ed ebano fatta da Louvet nella sua custodia di cuoio nero» e «una viola sopranino nella sua custodia di legno annerito».
Henri de Briqueville è probabilmente l'autore di un'opera rimasta anonima finora: Premier livre de pièces pour la viole contenant quatre suites, Avec la Basse chifrée en partition. Par Mr de B**' Parigi, Vve Boivin, Le Clerc, [1734]. RISM IN 20, Devriès 1976 p. 139. La prefazione, rivolta all'abate Auvé[20], menziona chiaramente che l'autore ha preso lezioni da Louis d’Hervelois.
Jean-Baptiste Lemercier de La Sal (1680 – 1756) fu inizialmente avvocato in parlamento, titolare di un ufficio di banchiere-spedizioniere in cour de Rome, poi fermier général. Speculatore e finanziere avveduto, mise insieme una fortuna considerevole, conduceva uno stile di vita lussuoso e suonava la viola da amatore. Probabilmente allievo di Marais all'inizio, poi di d’Hervelois, alla morte lasciò sei bassi di viola e tre violini, tutto ciò che occorre per concerti domestici[21]. È dedicatario del III libro di viola - anche un pezzo del II libro porta il suo nome - e fu anche uno dei creditori del musicista nella gestione delle sue rendite. La sorella Suzanne era anch'essa dilettante di musica e possedeva una notevole quantità di musica e un clavicembalo. Catherine Le Mercier de La Sal, altra sorella, ebbe un figlio, François Lefebvre de Larye, musicista dilettante, dedicatario del pezzo omonimo del VI libro di pardessus de viole de Louis d’Hervelois e quasi sicuramente anche della Lefebvre del IV libro di viola. Siamo dunque di fronte a un gruppo famigliare i cui incontri musicali furono probabilmente animati da d’Hervelois.
Jean François Jourdain non è altri che il notaio di Louis d’Hervelois de Caix, presso il quale redasse la maggior parte dei suoi atti dal 1719. Molti prestatori cui Louis di rivolge per finanziare le proprie acquisizioni immobiliari sono clienti di Jourdain, che sembra essere stato un uomo di fiducia del violista. L'inventario alla sua morte[22] riporta due viole, un clavicembalo e un leggio, mentre due pezzi del III e V libro sono intitolati La Jourdain, permettendo di considerarlo verosimilmente fra gli allievi di d’Hervelois.
Jean Henry Louis Orry de Fulvy (1703 – 1751) fu all'inizio consigliere di stato, poi amministratore della Compagnia delle Indie nel 1733, governatore generale delle Isole di Francia, intendente della finanze nel 1737, fondatore nel 1740 della manifattura di porcellana di Vincennes che sarebbe diventata famosa dopo il trasferimento a Sèvres. È autore di qualche canzone nel 1729 e dedicatario del II libro di pezzi per il flauto traverso del 1731. L'inventario fatto alla sua morte rivela un documento raro: un registro di lezioni non pagate e forniture che d’Hervelois gli aveva dispensato:
In più, l'inventario dei beni dopo il decesso[23] rivela un vecchio basso di viola, due violini e tre archetti, un clavicembalo Ruckers che aveva subito un doppio ravalement, qualche libro di musica e altri due bassi di viola con il loro archetti. A Vincennes disponeva vicino al suo ufficio di un basso di viola, di un viollon de chelles (ossia un violoncello) e di quaranta libri o edizioni musicali, nella sua casa di campagna aveva invece un clavicembalo fatto da Bellot padre e una vecchia spinetta. Inoltre, Orry de Fulvy fu testimone al matrimonio di Angélique d’Hervelois nel 1744.
Come il precedente, Henri Anne René de Rousselé (1688-1767), marchese di Saché (dal 1711 al 1742) proviene da un ambiente sociale molto agiato. Avendo fatto fortuna, organizzava nel suo palazzo di rue Cassette concerti privati che ebbero una certa notorietà, resi possibili da vari strumenti che vi si trovavano (clavecembalo Ruckers, due organi, timpani) e una fornita biblioteca musicale. Louis d’Hervelois gli offre la dedica della propria op. 6 del 1736, e un pezzo intitolato La Saché nella sua op. 3 del 1731. Il marchese possedeva inoltre due bassi di viola, una musette, un flauto, sei violoncelli o bassi di viola, due violini e una viola sopranino. Come per Lemercier, Rousselé fu uno dei creditori di d’Hervelois: questi gli aveva infatti prestato 7000 livres per finanziare una delle case di rue Simon Lefranc.
Ultima dedicataria, ma non meno importante, Anna Enrichetta di Francia (1727-1752), figlia maggiore di Luigi XV con la sua sorella gemella Elisabetta, riceve nel 1748 la dedica del V libro di viola. Suonatrice di basso di viola, era stata allieva di François Joseph de Caix poi dedicataria nel 1747 dei pezzi per viola di Antoine Forqueray pubblicati dal figlio Jean-Baptiste Antoine Forqueray. La dedica di Louis è trasparente: sa che Anna Enrichetta ha suonato e apprezzato i suoi pezzi per viola e desidera farle l'onore dell'ultimo libro. Non troviamo nessuna offerta di servizio, né menzione a lezioni date, soltanto il saluto di un anziano maestro di 71 anni a una principessa che difende onorabilmente le parti della viola[24]. Jean-Marc Nattier l'ha dipinta, assorta e fresca, in un ritratto postumo di cui si contano più versioni.
Una quarantina di pezzi per viola o per flauto di Louis d’Hervelois portano titoli che possono essere legati alla sua famiglia (La Théodore, L’Angélique, La Marie-Anne de Caix...), alle sue proprietà (La Montguichet, La Silva), alla sua vita (L’Amiénoise, La Lalande...), ad amici musicisti (La Couprin, La Senailler) o ai suoi allievi (La Jourdain, La Larye, La Lemercier...). Questi pezzi rivelano a modo loro tutto un entourage fatto di reti di amicizie e di lavoro.
Dall'osservazione di tutti questi elementi è chiaro che Louis d’Hervelois de Caix ha avuto una carriera di musicista del tutto indipendente, vivendo di lezioni date a borghesi e nobili e dei proventi delle sue edizioni, ma anche - e soprattutto? - della rendita dei suoi possedimenti immobiliari. Non ha mai avuto un posto a corte, a differenza di suo cugino François-Joseph de Caix e del figlio di questi Barthélémy de Caix (che provengono da un ramo della famiglia detto «Caix di Lione»).
Con i suoi dieci numeri d'opera, Louis d’Hervelois pubblicò circa 460 pezzi (quantità che lo posiziona appena dietro a Marais). Questi pezzi illustrano piuttosto bene l'evoluzione del repertorio per viola da gamba dell'epoca, che annovera pezzi per viola con basso continuo o per due viole e pezzi per viola sopranino (che si possono anche suonare al flauto traverso) che fanno riferimento a un'estetica più leggera e galante. Il flauto traverso appare inizialmente in questo repertorio per prolungare la buona accoglienza di cui hanno goduto i libri per viola; in seguito viene visto come strumento in grado di sostituirsi alla viola sopranino. Si osserva che la scrittura dei due libri per viola sopranino (1751 e 1753) è volontariamente semplificata per essere accessibile agi strumenti melodici.
Nei suoi primi libri, e sebbene prenda ancora in prestito da Marais i vasti pezzi di carattere ereditati dal secolo precedente (La Magnifique), Caix d’Hervelois già si emancipa e orienta l'ispirazione verso quella che si chiamerà «la petite manière» (La Séjournant)[25]. La Reggenza di Filippo II d’Orléans avrebbe presto favorito la nascita di un nuovo stile, incardinato sui piaceri, la fugacità e la leggerezza. La musica segue questa tendenza esprimendosi in movimenti più brevi, più descrittivi, vicini al sentimento umano e facendosi ispirare, come nella Tourterelle o nel Papillon, da una straordinaria infatuazione per il naturalismo.
Nelle opere di Charles Dollé, Jacques Morel, Roland Marais o dello stesso Antoine Forqueray si percepisce nella decade 1720-1730 un vigore straordinario, che si ritrova meno audace in d’Hervelois de Caix ma con altrettanta intelligenza. Così, il Libro V (1748), in cui si trova la suite in mi minore (inizialmente a due viole), si rivela essere un'abile commistione di dolcezza e di foga come la sua Courante dai temi scorrevoli. Più tardi d'Hervelois imita l'effetto della ghironda molto in voga a corte, mentre La Badine evoca lo spirito della conversazione, senza omettere gli strabilianti effetti descrittivi in una formidabile Guitare. Questi effetti descrittivi raggiungono l'apogeo nella Russienne, pezzo senz'altro destinato ad accogliere l'arrivo dello zar Pietro il Grande a Parigi nel 1717, e iniziato qualche anno prima dalla famosa Marche du Czar (Libro II). In quest'ultimo libro si trova anche La Couprin, gradevole momento impregnato di dolcezza in forma di omaggio a François Couperin, senza alcun dubbio.
Se Louis d’Hervelois è essenzialmente noto come violista, sembra che si sia interessato anche al flauto traverso; ciò può essere messo in relazione con il fatto che il flautista e compositore Joseph Bodin de Boismortier (1689-1755) abbia vissuto nella sua casa di rue du Jour fra il 1736 e il 1739. I due musicisti chiaramente si conoscevano e probabilmente furono legati da amicizia; si può ragionevolmente supporre che Boismortier abbia aiutato d'Hervelois de Caix a comporre per il flauto, e allo stesso modo che quest'ultimo abbia consigliato Boimortier sulla tecnica della viola, per la quale ha pubblicato alcuni libri (op. 10 nel 1725, op. 31 nel 1730, op. 61 e 63, 1736-1737, op. 75 nel 1738, op. 92 nel 1741).
Louis d’Hervelois de Caix ha fatto pubblicare 10 opere, delle quali sette per le viole (basso di viola con basso continuo, due viole o viola sopranino) e tre per flauto traverso e basso continuo. La cronologia dovrebbe essere stabilita in questo modo:
Qualche pezzo di d’Hervelois de Caix è ripreso in raccolte stampate o incise:
Le fonti manoscritte semplicemente riprendono pezzi stampati, ed essenzialmente quelli dei primi due libri per viola. Alcuni pezzi si trovano nelle fonti seguenti:
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