Lucio Vezio o Vettio (in latino Lucius Vettius; ... – Roma, 59 a.C.) è stato un politico romano di origine picena, appartenente alla gens Vettia. Fu un esponente della classe degli equites nell'ultimo periodo della Repubblica romana.
Vezio, probabilmente proveniente dal piceno, servì in giovane età come ufficiale di Gneo Pompeo Strabone nella Guerra Sociale, con Lucio Sergio Catilina, Marco Tullio Cicerone e Gneo Pompeo Magno. Rimase in stretta relazione con Catilina e fu imputato nel processo della prima accusa di congiura nel 66 a.C. Nel 64 a.C. faceva parte della più importante congiura[1] e quando essa fu scoperta, nel 63 a.C., Vezio tradì Catilina e aiutò Cicerone a sventarla, facendo molti nomi sotto pagamento, tra cui quello di Gaio Giulio Cesare.[2] Insieme a lui cambiarono posizione il questore Novio Nigro, che confermò i nomi di Vezio, e Quinto Curio, che denunciò pubblicamente Cesare in Senato. Cesare fu però assolto da ogni accusa e Vezio fu costretto a ritirarsi dalla politica e forse fu anche imprigionato.[3]
Nel 59 a.C. denunciò un altro complotto, questa volta ai danni di Pompeo Magno, facendo i nomi di Lucio Licinio Lucullo e di Gaio Scribonio Curione. Screditato, fu imprigionato ed ucciso in condizioni misteriose.[4]