Cav.[1][2] Luigi Antonio[3] Boscolo (Rovigo, 21 marzo 1823[3][4][5] – Rovigo, 14 febbraio 1906[2][6]) è stato un artista e incisore italiano.
Figlio di Luigi e Caterina Squarza, studiò e lavorò a Venezia e Rovigo[3][7]. Nel Duomo di Rovigo sono stati ritrovati documenti relativi al suo battesimo[3][4] ma in alcuni vecchi libri si trova che era nato a Ferrara nel mese di marzo del 1824 e che quindi, da giovane, aveva studiato a Ferrara[1][8].
Studiò dapprima nella sua città natale nelle Regie Scuole Maschili dimostrando un grande talento per il disegno e la pittura. Il suo insegnante e maestro Antonio Bernati, architetto, pittore, incisore, attivo a Padova, Rovigo e Vicenza, lo aiutò ad ottenere una borsa di studio per studiare e perfezionarsi all'Accademia di Belle Arti di Venezia[9]. Era così abile che divenne presto assistente nell'atelier del suo maestro. Completati gli studi, diventerà, per qualche anno, insegnante di incisione all'Accademia di Belle Arti di Venezia e in seguito sarà nominato cavaliere. Fu difensore della Serenissima Repubblica di Venezia o, per meglio dire, della Repubblica di San Marco contro l'esercito austro-ungarico, durante la sua breve vita negli anni 1948 e 1849[3][7].
Tra le sue incisioni si ricordano Le Bagnanti da Francesco Hayez, La Maddalena da Natale Schiavoni, opere premiate dall'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano; L'Odalisca dallo Schiavoni; un ritratto di Carlo Goldoni da Alessandro Longhi, premiate dall'Accademia di Belle Arti di Venezia; La Madonna del Pomo da Giovanni Bellini; un ritratto di Malatesta Buglioni dal pittore Raffaele Giannetti di Genova; La Sorpresa da Luigi Bechi di Firenze ; Torquato Tasso all'Ospedale Sant'Anna di Ferrara, e il Poeta Camoens o meglio Camões in carcere dal pittore Luigi Moretti di Venezia ed infine i ritratti dei Re d'Italia Vittorio Emanuele II e III, Umberto I, della Regina Margherita di Savoia, del cardinale Silvestri di Rovigo, del conte Spiridione Papadopoli di Venezia e del conte Luigi Camerini di Padova[1]. Traniello e Stocco elencano 43 opere (soggetto, se da, dove è presente, anno, copie) dopo la mostra dedicata a Luigi Boscolo a Rovigo nell'ottobre 1969[7].
Pur non essendo un uomo ricco, rinunciò all'opportunità di lavorare presso la Banca d'Italia per mantenere la sua libertà artistica[7].
Visse e lavorò a Venezia per oltre 20 anni (1875-1889); quando tornò a Rovigo era ormai vecchio, con le mani tremanti e di salute cagionevole. Donò tutte le sue lastre di rame incise al Comune e all'Accademia dei Concordi di Rovigo e gli venne concesso un vitalizio da aggiungere alla modesta pensione[7].
Durante la sua vita fu allievo, insegnante e socio dell'Accademia di Belle Arti di Venezia e socio (dal 1854)[10] e ispettore artistico dell'Accademia dei Concordi di Rovigo.
Nel 1917, dopo la battaglia di Caporetto durante la Prima Guerra Mondiale, le sue opere più importanti furono inviate da Rovigo a Palazzo Venezia a Roma per motivi di sicurezza[10][11].
A Rovigo, via Luigi Boscolo corre nel centro storico della città, a lato di Piazza Merlin (ex Piazza Roma), dell'antico Ghetto, delle mura medievali, dell'antica Porta San Bortolo.
Morì all'Ospedale Civile di Rovigo ancora lucido ma ormai fisicamente consunto[7] a 82 anni[2][6]. La sua tomba si trova nel Cimitero di Rovigo; nell'epitaffio/epigrafe ...Nestore degli incisori italiani... e Nestore va inteso come persona anziana saggia e autorevole.