Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico Carl Friedrich Philipp von Martius (1794-1868) nella pubblicazione " Denkschriften der Koniglich-Baierischen Botanischen Gesellschaft in Regensburg. Regensburg" ( Denkschr. Königl.-Baier. Bot. Ges. Regensburg 2: 148) del 1822.[3]
Le specie di questa voce sono delle piante con cicli biologici perenni con habitus di tipo arbustivo o piccolo-arboreo. In particolare sono presenti degli habitus rosettiformi e candelabriformi. L'indumento è pubescente per peli di vario tipo a forma di bottiglia, a T, contorti, del tipo stellato a 3 - 5 braccia. Gli organi interni di queste piante contengono lattonisesquiterpenici.[4][5][6][7][8][9]
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno e sessile senza guaina (raramente picciolate) in dense spirali. La forma è intera a forma ericoide e a consistenza coriacea e margini mucronati. I margini generalmente sono interi e revoluti. Le venature sono pennate o disposte in modo sublongitudinale. In alcune specie la pagina fogliare adassiale è ricoperta di bolle e vesciche e quella abassiale è di tipo tomentoso.
Le infiorescenze, terminali, sono formate da capolini sessili raggruppati in forme globulari o emisferiche. I capolini sono composti da un involucro a forma cilindrica (o raramente campanulata o ovoidale) formato da 12 - 25 brattee embricate su 4 - 6 serie che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Le brattee più interne sono decidue. Il ricettacolo può essere da nudo (senza pagliette) a faveolato (raramente fimbriato).
Corolla: le corolle sono formate da un tubo terminante in 5 lobi; il colore varia da porpora a biancastro; la superficie è glabra.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere, sagittate e sprovviste di ghiandole, hanno la base arrotondata; le appendici apicali in genere sono glabre e indurite. Il polline è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro), echinato (con punte) e non "lophato".[12]
Gineceo: lo stilo è filiforme e privo di nodi. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base). La pubescenza è del tipo a spazzola con peli appuntiti e settati.[13] L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli.
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, a forma da cilindrica a prismatica, hanno 4 - 5 angoli/coste e 8 - 10 venature con superficie glabra. All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato; raramente è presente il tessuto tipo fitomelanina. Il carpopodium (carpoforo) è poco appariscente. Il pappo, mono-bi-seriato, è formato da setole piatte o da cinghie contorte o anche da squame.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]
Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Lychnophorinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[17] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Lychnophorinae appartengono al clade relativo all'America.[18]
La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[7]
le infiorescenze raramente sono spicate (a forma di spiga);
i capolini in genere sono grandi;
le corolle sono prive di ghiandole stipitate;
il polline non è "lophato";
negli acheni sono sempre presenti i rafidi di tipo subquadrato.
In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Lychnophorinae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[8] Nell'ambito della tribù, la sottotribù Lychnophorinae occupa, da un punto di vista filogenetico, una posizione vicina al "core" (si è evoluta tardivamente rispetto alle altre sottotribù) ed è vicina alle sottotribù Vernoninae e Chrestinae.[18] Questo genere, nella filogenesi della sottotribù, occupa il "core" della sottotribù: è l'ultimo genere che si è evoluto insieme al genere Eremanthus Less. (entrambi formano un "gruppo fratello").[9]
I caratteri distintivi per le specie di questo genere ( Lychnophora) sono:[7]
i margini delle foglie sono revoluti;
le infiorescenze sono formate da capolini sincefali solitari (raramente in spighe);
Nota: la specie Lychnophora damazioi Beauverd nella filogenesi ha una posizione ambigue: il genere è in posizione di "core", mentre la presente specie risulta vicina al genere Prestelia.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.