Madeleine Riffaud (Arvillers, 23 agosto 1924) è una poetessa, giornalista e partigiana francese.
Madeleine Riffaud nasce ad Arvillers, nel dipartimento della Somme, nell'agosto 1924, figlia di insegnanti. Il padre Jean-Émile Riffaud (1893-1984)[1] aveva partecipato alla Prima guerra mondiale come volontario, procurandosi in conflitto una grave ferita alla gamba e partecipando inoltre ad un ammutinamento. Prima della Seconda guerra mondiale, la giovane Madeleine trascorre le vacanze estive nella regione d'origine dei genitori, l'Alta Vienne, presso un'altra famiglia di insegnanti, che saranno poi tra le 443 vittime del Massacro di Oradour-sur-Glane del 1944.
Nel maggio 1940 la Luftwaffe mitraglia una colonna di rifugiati, di cui faceva parte pure Riffaud, intenti a scappare dalla Somme verso il sud-ovest non occupato. In seguito a questo fatto, Riffaud decide di trasferirsi comunque nella Parigi occupata per combattere i nazisti[2].
Inizia ad operare nelle file delle Forze francesi dell'interno all'età di 18 anni col nome in codice di Rainer e partecipa a diverse operazioni contro gli occupanti nazisti, contribuendo alla cattura di 80 soldati della Wehrmacht da un treno blindato tedesco[3]. Il 23 luglio 1944, a 19 anni, spara a morte un ufficiale tedesco in pieno giorno, nei pressi di un ponte sul fiume Senna.
Appena dopo questo fatto viene catturata da un collaborazionista francese e portata nel quartier generale della Gestapo in Rue des Saussaies a Parigi, per poi venire trasferita nel Penitenziario di Fresnes. Qui viene torturata e le viene fissata la data della sua esecuzione, anche se alla fine viene liberata a seguito di uno scambio di prigionieri. Torna quindi nelle file della Resistenza con lo scopo di liberare Parigi. In seguito alla liberazione della capitale francese, Riffaud e i suoi compagni continuano comunque lo scontro coi tedeschi fino alla fine della guerra.
Al termine della guerra nel 1945, Riffaud diventa giornalista per Ce Soir, un quotidiano francese diretto da Louis Aragon, ed in seguito diventa reporter della Guerra d'Algeria per L'Humanité. Nel 1946 incontra il rivoluzionario vietnamita Ho Chi Minh, manifestando il proprio sostegno al Vietnam. Si trasferisce nel Vietnam del Sud e vive con la resistenza dei Viet Cong per sette anni, compresi gli anni della Guerra del Vietnam. In Indocina pubblica lo scritto Au Nord Vietnam e realizza il documentario Dans Le Maquis du Sud-Vietnam, in cui descrive i metodi della guerriglia. Intrattiene poi una relazione col poeta vietnamita Nguyễn Đình Thi, ma non può sposarlo per un'antica legge del Vietnam che vieta il matrimonio con gli stranieri[4]. Nell'agosto 2005 riceve la Medaglia dell'Amicizia dal governo vietnamita.
Dopo il suo ritorno in Francia alla fine degli anni '60, Riffaud lavora come infermiera per un ospedale di Parigi e nel mentre scrive il suo best-seller Les Linges de la Nuit (pubblicato nel 1974) e dà alle stampe un'antologia di poesie dal titolo Cheval Rouge: Anthologie Poétique, 1939-1972.
Riffaud è stata autrice di poesie già in tempo di guerra, quando aveva scelto il nome di battaglia Rainer dal poeta Rainer Maria Rilke[1], e durante la carriera da giornalista. Pablo Picasso la realizza un ritratto che viene pubblicato sul frontespizio de Le Poing Fermé ("Il pugno chiuso"), la sua prima collezione di poesie datata 1945.
Il suo resoconto autobiografico sugli anni della Resistenza viene pubblicato nel 1994 col titolo On L'appelait Rainer, con riferimento al suo nome di battaglia usato all'epoca. È la prima testimonianza in cui Riffaud parla esplicitamente del suo coinvolgimento nella Resistenza dopo quasi 50 anni dai fatti accaduti. Ha partecipato negli anni successivi a diverse interviste e documentari sulla sua vita.
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