Marco Bussetti | |
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Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca | |
Durata mandato | 1º giugno 2018 – 5 settembre 2019 |
Capo del governo | Giuseppe Conte |
Predecessore | Valeria Fedeli |
Successore | Lorenzo Fioramonti |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente di area LSP |
Titolo di studio | Laurea in scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate |
Università | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Professione | Insegnante, Dirigente Scolastico, Dirigente dell'Amministrazione Territoriale per l'Istruzione. |
Marco Bussetti (Gallarate, 28 maggio 1962[1]) è un funzionario, insegnante e politico italiano.
È stato ministro dell’istruzione, dell'università e della ricerca nel governo Conte I.
Ha conseguito il diploma ISEF rilasciato dall’Istituto Superiore di Educazione Fisica dell'Università Statale di Milano e dal 1986 al 1992 è docente di scienze motorie di scuola secondaria di primo grado e di scuola secondaria di secondo grado. Nel 2000[2] si laurea in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con votazione 110/110 e lode.[3][4]
Dal 1992 ricopre a livello regionale e provinciale diversi incarichi connessi alle attività di educazione motoria, fisica e sportiva.[5] È stato anche allenatore della squadra di basket di Gallarate.[6] Dal 2001 è Coordinatore di Educazione Fisica e Sportiva del Provveditorato agli studi di Varese.
Dal 2007 Coordinatore per l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dal 2014 fino alla nomina a Ministro è stato dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Milano (ora ambito territoriale).[7]
Il 1º giugno 2018 diventa ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel Governo Conte I[8].
Il 5 settembre 2019 cessa dalle funzioni ministeriali con il giuramento del Governo Conte II. Torna Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, responsabile degli Ordinamenti e delle politiche per gli studenti, e dell’Ufficio Territoriale di Como.
Il 27 ottobre 2019 finisce in uno scandalo su presunti rimborsi illeciti spacciati per viaggi istituzionali[9]. L'ex ministro, secondo un articolo pubblicato da Repubblica a firma di Corrado Zunino, avrebbe ottenuto come rimborso una somma pari a 25.456,24€. Tuttavia non risulta, alla data di ottobre 2020, nessun provvedimento a suo carico e nessuna richiesta di rimborso: tutti i viaggi sono stati riconosciuti legittimi ai sensi della normativa vigente.[10]
Il 23 dicembre 2019 il Ministero dell’Istruzione chiede ufficialmente a Bussetti la restituzione di circa di 24.000 euro. Contestati anche tre mesi di diaria e la mancata presentazione di alcuni scontrini.[11] A fine 2020 il Ministero dell'Istruzione chiude l'istruttoria avviata e, dopo attenta verifica, conferma la correttezza e la legittimità delle procedure. Prima di lasciare il dicastero dell’Istruzione emette decreti di nomina su diversi profili professionali successivamente bloccati dalla Corte dei conti per conflitti di interessi.[12][13][14]
A far data da ottobre 2021 agli atti risulta comunicazione da parte del Ministero alla Corte dei Conti del ritiro, e non del blocco, dei decreti di nomina. Gli stessi non sono mai stati dunque bloccati per ragioni di conflitto di interesse. Nell'ottobre 2023 la Corte d'Appello di Milano conferma la sentenza di primo grado del Tribunale di Busto Arsizio che condanna il gruppo GEDI, cui appartiene La Repubblica, a pagare danni morali e spese legali all'ex Ministro Bussetti. Nella sentenza, Giudice Cosentino scrive: "Ciò che si rileva è l'attribuzione al Bussetti di ulteriori profili di censura etica e morale con riguardo ad un atto che appare specificatamente connotato da disprezzo per la funzione pubblica, profili della cui fondatezza fattuale non risulta la benché minima traccia probatoria anche solo in termini di verità putativa e di verosimiglianza".