Martin P6M SeaMaster

Martin P6M SeaMaster
Un P6M-2 SeaMaster in velocità sul pelo d'acqua.
Descrizione
Tipoidropattugliatore marittimo
Equipaggio4
ProgettistaGeorge Trimble[1]
CostruttoreGlenn L. Martin Company
Data primo volo14 luglio 1955
Utilizzatore principaleStati Uniti (bandiera) United States Navy
Esemplari12
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza40,84 m (134 ft 0 in)
Apertura alare31,37 m (102 ft 11 in)
Freccia alare40°
Altezza9,88 m (32 ft 5 in)
Superficie alare180 (1 900 ft²)
Carico alare310 kg/m² (63 lb/ft²)
Peso a vuoto41 400 kg (91 300 lb)
Peso carico54 000 kg (120 000 lb)
Peso max al decollo80 000 kg (176 400 lb)
Propulsione
Motore4 turbogetti Pratt & Whitney J75-P-2
Spinta77,8 kN (17 500 lbf) ciascuno
Prestazioni
Velocità max1 010 km/h (630 mph, 550 kt)
Autonomia3 200 km (2 000 mi, 1 700 nm)
Tangenza12 000 m (40 000 ft)
Armamento
Cannoni2 da 20 mm
Bombe30 000 lb (14 000 kg)
Notedati riferiti alla versione P6M-2
voci di aerei militari presenti su Wikipedia
I sei esemplari di preserie XP6M-1 Seamaster fotografati nei tardi anni cinquanta.
Un XP6M-1 Seamaster fotografato dal basso.

Il Martin P6M SeaMaster era un idrovolante a scafo centrale quadrigetto prodotto dall'azienda statunitense Glenn L. Martin Company negli anni cinquanta.

Inizialmente progettato per ricoprire il ruolo di bombardiere strategico, a causa dello sviluppo dei sottomarini equipaggiati con missili balistici il programma venne interrotto e il progetto convertito in aereo da pattugliamento marittimo ad alta velocità.

Alla fine della seconda guerra mondiale il potenziale bellico nucleare degli Stati Uniti era legato alle caratteristiche dei velivoli che potevano trasportare e sganciare gli ordigni sull'obiettivo designato. Dopo il Boeing B-29 Superfortress, che aveva con l'Enola Gay ed il BOCKSCAR inaugurato l'era dei bombardieri atomici, l'evoluzione del concetto di bombardiere strategico a lungo raggio aveva prodotto il Convair B-36 ed i primi prototipi di quello che sarebbe diventato il Boeing B-52, il che rendeva la neonata United States Air Force nella figura dello Strategic Air Command, l'unica branca delle forze armate statunitensi a poter disporre di una simile importanza strategica.

Con l'avvento della guerra Fredda la stessa importanza risultava, nella United States Navy, ridimensionata e sembrava destinata ad un ruolo comprimario costretta in caso di bisogno ad una velocità di intervento decisamente inferiore e compensata solo in seguito dalla costruzione di sottomarini di grado di trasportare testate nucleari montate su missili balistici. Per cercare di riacquistare un importante ruolo operativo l'ammiraglio James Russell, allora a capo del Bureau of Aeronautics[1], propose di sviluppare un idrovolante, dotato anch'esso delle nuove tecnologie acquisite durante il conflitto, equipaggiato quindi con motori a getto che potesse trasportare altrettanto velocemente un carico atomico e che avesse anche un innegabile vantaggio sui velivoli terrestri, legati alla necessità di operare da basi aeree terrestri. Grazie alla sua capacità di operare dalla superficie marina poteva essere supportato in zona da unità navali d'appoggio, di poter creare delle basi galleggianti che sarebbero state più difficili da individuare da una possibile ritorsione nemica.

Impiego operativo

[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione tecnica

[modifica | modifica wikitesto]

L'aereo aveva un'ala alta a freccia, con i quattro reattori posti all'attaccatura delle ali. Il problema principale rimaneva la possibile ingestione d'acqua da parte dei reattori.[2] La coda a T evitava che i piani di coda venissero investiti dal flusso dei reattori diminuendo la manovrabilità. Il vano bombe rotante era a tenuta d'acqua. Le ali portavano un galleggiante alla loro estremità.

P6M-1
P6M-2
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti

Velivoli comparabili

[modifica | modifica wikitesto]
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica
  1. ^ a b The Martin SeaMaster & Convair Sea Dart in AirVectors.
  2. ^ Martin P6M Seamaster - USA.
  • (EN) Stan Piet and Al Raithel (2001) "Martin P6M SeaMaster" Bel Air, Maryland: Martineer Press. ISBN 0-9700662-0-1

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]


Controllo di autoritàLCCN (ENsh2002000629 · GND (DE7603029-5 · J9U (ENHE987007530343605171