Masahiro Shinoda (篠田 正浩?, Shinoda Masahiro; Gifu, 9 marzo 1931) è un regista e sceneggiatore giapponese.
Nato nel 1931 in un villaggio rurale della prefettura di Gifu,[1][2] si appassiona al cinema in seguito a visioni formative come quelle di Olympia (1938) di Leni Riefenstahl e Sanshiro Sugata (1943) di Kurosawa.[2] La sua infanzia e adolescenza sono inoltre fortemente segnate dalla guerra, in cui perde tre sorelle, e dall'Occupazione.[2]
Si iscrive nel 1949 all'università di Waseda, studiando letteratura ed estetica.[1] Lì si appassiona al teatro tradizionale giapponese, un interesse che farà periodicamente ritorno nel corso della sua carriera registica.[1][2] Si laurea alla Sōdai nel 1953, anno in cui comincia a lavorare alla Shōchiku in qualità di assistente alla regia di Yasujirō Ozu e Noboru Nakamura.[1]
Dirige il suo primo film nel 1960.[1] Dei suoi primi otto film, quattro vengono sceneggiati dal drammaturgo Shūji Terayama.[1] Insieme ai colleghi registi della Shōchiku e suoi coetanei Nagisa Ōshima e Yoshishige Yoshida, Shinoda diventa uno dei principali esponenti della Nouvelle Vague giapponese che fiorisce in seno allo studio negli anni sessanta.[1] Nel 1966 lascia la Shōchiku per fondare la propria casa di produzione, la Hyōgensha.[1]
Dopo un primo matrimonio con la poetessa beat Kazuko Shiraishi,[1] con cui avrà una figlia,[3] sposa nel 1967 l'attrice Shima Iwashita, protagonista di molti suoi film.[4]
È stato in concorso al Festival di Cannes nel 1972 con Chinmoku, nel 1974 con Himiko e nel 1995 con Sharaku.
È stato in concorso al Festival di Berlino nel 1986 con Yari no Gonza e nel 1997 con Setouchi Moonlight Serenade, vincendo per il primo l'Orso d'argento per il miglior contributo artistico.
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