Inizia in televisione in programmi satirici come Avanzi e Tunnel, nella trasmissione Hollywood Party nel 1995 nei quali partecipa assieme al suo gruppo. Dopo lo scioglimento nel 1996, arriva la vera popolarità sulle reti Mediaset nel programma Mai dire gol della Gialappa's Band: vi partecipa in veste di imitatore per quattro edizioni dal 1996 al 2000.[3]
Nel 2002 appare nella sesta e ultima puntata di Stasera pago io... in euro, programma televisivo condotto da Fiorello su Rai 1. Dopo due anni guadagnerà lo stesso ruolo sul palco di Sanremo, nel festival di Tony Renis.[9] Nel 2005 ritorna al teatro con il monologo Ognuno è libero, nel quale dimostra le sue capacità di imitatore e comico.[10] Lo stesso anno Adriano Celentano lo vuole nel suo programma Rockpolitik. Il 25 aprile 2006 esordisce come show man a LA7 con Crozza Italia, del quale è anche autore.[11]
Dal 2007 al 2014 cura stabilmente la copertina del programma Ballarò su Rai 3. Nel giugno 2009 il suo show, che sarebbe dovuto ripartire nell'autunno dello stesso anno, viene rimandato a dicembre e ridotto da 10 a 2 puntate, mentre l'anno dopo ritorna dal 25 giugno 2010 col titolo Crozza Alive. Il 20 maggio 2011 Crozza riparte su La7, col programma di satira Italialand. Il 21 ottobre 2011 riprende il suo show con il titolo Italialand - Nuove Attrazioni, in onda per dieci settimane al venerdì sera. Nel 2012 torna su La7 con il nuovo programma del venerdì sera Crozza nel Paese delle Meraviglie. Il 12 febbraio 2013 partecipa come ospite alla prima serata del Festival di Sanremo, condotto da Fabio Fazio, venendo contestato da alcuni spettatori.
Il 17 ottobre 2013 Urbano Cairo, nuovo proprietario di LA7, annuncia, in una conferenza stampa a Milano, il rinnovo del contratto del comico genovese per tre anni in esclusiva totale, esclusi gli impegni già in corso di Crozza.[12] Il 18 ottobre 2013 torna in TV con la seconda edizione di Crozza nel Paese delle Meraviglie. Il 22 febbraio 2014 è nuovamente ospite del Festival di Sanremo condotto sempre da Fabio Fazio. La puntata del 9 maggio 2014 di Crozza nel Paese delle Meraviglie è stata la puntata numero 100 dei suoi programmi su LA7 dal 2006. Dal 2014 al 2017 ha inoltre curato la copertina del programma televisivo Dimartedì condotto da Giovanni Floris su LA7.
Dal 1º gennaio 2017 Crozza lascia La7 per spostarsi sul Nove.[13] Termina così anche la duratura collaborazione con Floris che durava sin dai tempi di Ballarò. A febbraio torna al Festival di Sanremo proponendo per quattro sere la sua copertina in collegamento da Milano e nella quinta un'esibizione sul palco dell'Ariston, dove imita uno dei suoi personaggi più famosi, il senatore italiano Antonio Razzi. Il 3 marzo parte il nuovo programma, sul Nove, Fratelli di Crozza. Il 24 settembre 2017 Fabio Fazio, conduttore di Che tempo che fa in onda su Rai 1, annuncia la presenza del comico genovese nell'edizione in seconda serata di Che tempo che fa: Che fuori tempo che fa, in onda il lunedì dove cura la copertina del programma.[14]
Nel novembre 2005 Crozza è stato criticato dal quotidiano Avvenire nonché da esponenti del mondo cattolico[18] a causa della sua imitazione di Papa Benedetto XVI all'interno della sua trasmissione Crozza Italia.
L'8 febbraio 2012 il sito Kataweb,[19] insieme a tanti altri media di informazione, riporta l'argomento più discusso quel giorno su Twitter: l'hashtag #copiaeincrozza. Secondo gli utenti del social network, istigati dal deputato PDAndrea Sarubbi, Crozza avrebbe copiato tre battute del suo monologo di martedì 7 febbraio a Ballarò da Twitter.[20] Crozza replica il giorno stesso alle accuse di plagio con una lettera ironica al Corriere della Sera in cui scrive, fra l'altro: «Lo confesso: è tutto vero. Sono trent'anni che io lavoro copiando dalla rete. Anche quando la rete non esisteva, io la copiavo. A scuola ho sempre copiato da Twitter. Anche questo comunicato non è mio: l'ho appena trovato su Twitter».[21] Nei giorni seguenti prendono le difese del comico i giornalisti de la RepubblicaMichele Serra ("Una buona parte delle battute comiche è "res nullius" 'cosa di nessuno', come i pesci del mare. Nascono da un mix inestricabile di tradizione popolare, motti di spirito orecchiati, meccanismi comici riadattati, limati, modificati, rovesciati. Ciò che fa poi la differenza è il loro uso, il contesto nel quale vengono inserite, e soprattutto la maniera di dirle, che è poi il succo dell'arte comica") e Stefano Bartezzaghi ("Le frasi si possono rubare, l'importante è dirle bene"),[22] mentre Riccardo Bocca de l'Espresso lo rimprovera ("Gentile Maurizio C., le eventualmente sgraffignate battute non facevano affatto ridere. Molto meglio, a colpi di labor limae, sprecare ore e ore per partorirne altre. Sennò non si capisce perché dovrebbero pagarlo, il suo teatrino satirico").[23] Uno degli autori di Crozza, Federico Taddia, con una mail al quotidiano La Stampa definisce il caso «fastidioso e gonfiato» e spiega che «la stessa realtà può dare battute simili» e che «artisti di questo livello non hanno bisogno di copiare».[24] Un altro autore di Crozza, Stefano Andreoli, fondatore del blog satirico Spinoza.it, giudica negativamente il modo in cui il fatto è stato presentato: "Anziché porre l'interrogativo 'Crozza ha copiato o non ha copiato?' si è detto 'Posto che Crozza ha copiato, ha fatto bene o ha fatto male?'. Così una calunnia diventa presupposto assodato, specie per giornalisti disattenti o poco inclini ad approfondire la questione (o disonesti, aggiungo). E non fai in tempo a cercare di chiarire che il titolone si è già allargato a macchia d'olio. E mi stupisce che una questione così inconsistente sia arrivata sui giornali e in tv, segno che c'è qualcuno da quelle parti che ha interesse ad alimentarla".[25]
Durante la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2013 Crozza ha inoltre subito una contestazione dalla platea, mentre esordiva con la sua imitazione di Silvio Berlusconi. Il conduttore Fabio Fazio è poi intervenuto per permettergli di riprendere la sua esibizione, che comprendeva anche le imitazioni di Pier Luigi Bersani, Antonio Ingroia e Luca Cordero di Montezemolo,[26][27][28] quest'ultima rimasta però incompiuta.[29] Il quotidiano Libero ha poi polemizzato sulla reazione di Crozza alla contestazione di cui fu bersaglio.[27] Il critico Aldo Grasso ha commentato sul Corriere della Sera: "Crozza è un attore, non un improvvisatore".[30] Sempre su LiberoFilippo Facci si disse d'accordo con Grasso ma criticò l'incapacità del comico a fronteggiare la situazione con la presenza di spirito che a suo parere ci si dovrebbe aspettare da un monologhista satirico del suo calibro.[28] Sempre in occasione di Sanremo 2013, fu contestato a Crozza l'autoplagio di monologhi e battute già usati in precedenti programmi televisivi, a fronte dell'ingente cachet[31] (circa 400.000 euro.[32])
Nell'estate 2013, alla scadenza del suo contratto con LA7, si parla di un possibile approdo di Crozza su Rai Uno con un nuovo one man show.[33] Tuttavia le polemiche derivate dall'alto compenso richiesto dal comico, circa 5 milioni di euro per tre anni, fanno sfumare la trattativa con la Rai.[34]
Il giornalistaJacopo Iacoboni de La Stampa ha coniato il neologismo "crozzismo" per descrivere il fenomeno di quei politici che, imitati da Crozza, reagiscono alla satira facendo proprie le caricature e le battute che essa propone, fino a darne un peso eccessivo, quasi in grado di condizionare o meno l'elettorato.[35] Vengono citati come casi emblematici la citazione di Pier Luigi Bersani delle battute della sua imitazione di Crozza durante la campagna elettorale delle amministrative 2011, le polemiche di Berlusconi che lo accusò di essere uno dei responsabili della sua sconfitta ai referendum, la lettera di Di Pietro dopo un monologo del comico nel novembre 2012, il titolo del libro (Ragioniamoci sopra, 2021) scritto dal governatore della Regione Veneto Zaia.
^ Stefano Andreoli, Una cosa su Maurizio Crozza, su forum.spinoza.it, 11 febbraio 2012. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2014).