Maxim Biller (Praga, 1960) è uno scrittore tedesco.
Nato a Praga da genitori russi ebrei, nel 1970 si trasferì con la famiglia in Germania. Vissuto a lungo tra Amburgo e Monaco di Baviera, ora risiede e lavora a Berlino. La sua opera si impernia da sempre, in modo particolare, sulle relazioni tra ebrei e tedeschi.[1]
Critico letterario militante, scrive sulle pagine della Frankfurter Allgemeine Zeitung, della Zeit, di Rolling Stone. Negli anni '90 tenne regolarmente una rubrica satirica di grande successo dal titolo Cento righe di odio.[2]
Nel 2003 il suo romanzo Esra è stato al centro di un caso giudiziario e editoriale: è stato ritirato dal commercio perché il Tribunale di Monaco ha accolto la richiesta dell'ex compagna dell'autore e della madre di lei, che si erano riconosciute in alcune pagine del libro. Il caso ha scatenato un vivace dibattito sulle pagine dei giornali tedeschi sul tema della censura. Madre e figlia hanno chiesto un risarcimento di cinquantamila euro a testa per danni morali, contro cui un folto numero di scrittori, attori, editori, artisti (tra cui i Nobel Grass e Jelinek) ha lanciato un appello pubblico.[3]
Le sue opere sono state tradotte in diverse lingue.
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