Memoria (retorica)

La memoria si colloca come quarto fattore dopo inventio, dispositio ed elocutio e prima di pronuntiatio tra le cinque parti della costruzione di un discorso oratorio, codificate da Marco Tullio Cicerone nelle Partitiones oratoriae.

Essa riguarda la tecnica da usare per memorizzare parti e concetti importanti del suo discorso ed evitare omissioni, considerate uno degli errori più frequenti e gravi che l'oratore possa commettere durante la sua esposizione.

A tal proposito Cicerone scrive:

(LA)

«Nihil sane praeter memoriam, quae est gemina litteraturae quodammodo et in dissimili genere persimilis. Nam ut illa constat ex notis litterarum et ex eo in quo imprimuntur illae notae, sic confectio memoriae tamquam cera locis utitur et in his imagines ut litteras collocat.»

(IT)

«Non resta da esporre che la memoria, che è gemella della letteratura, in un certo senso estremamente simile anche se differente nell'origine. Infatti, così come quella consta di lettere e di ciò su cui si imprimono quelle lettere, il rafforzamento della memoria si serve di luoghi e in questi colloca immagini come lettere dell'alfabeto.»

.

Se la tecnica dei loci poteva ritenersi sufficiente per i discorsi più semplici, per quelli più lunghi e complessi Cicerone consigliava di procedere non solo attraverso le immagini, ma con la costruzione di un "palazzo della memoria" che permettesse di memorizzare tutte le informazioni in esso contenute.[1][2][3][4]

  1. ^ Tecnica dei Loci di Cicerone: come funziona, come usarla per studiare, su Gli Audaci della Memoria, 19 gennaio 2015. URL consultato il 12 agosto 2019.
  2. ^ Cicerone e la memoria, su memorizzare.eu. URL consultato il 12 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2019).
  3. ^ Frances Yates, The ciceronianian art of memory, in Medioevo e Rinascimento. Studi in onore di Bruno Nardi, Firenze, Sansoni, 1955, vol. I, pp. 159-203..
  4. ^ FRANCES A. YATES E L’ARTE DELLA MEMORIA FRA CLASSICITÀ E RINASCIMENTO di Luca G. Manenti (Università degli Studi di Trieste) (PDF), su metabasis.it.