Metatorbernite | |
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Classificazione Strunz (ed. 10) | 8.EB.10[1] |
Formula chimica | Cu(UO2)2(PO4)2 • 8(H2O)[2] |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | dimetrico |
Sistema cristallino | tetragonale[3] |
Classe di simmetria | bipiramidale[4] |
Parametri di cella | a = 6,9756(5) Å, c = 17,349(2) Å, Z = 2[1] |
Gruppo puntuale | 4/m[5] |
Gruppo spaziale | P4/n (nº 85)[3] |
Proprietà fisiche | |
Densità misurata | 3,52 - 3,70[1] g/cm³ |
Densità calcolata | 3,71(5)[1] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 2,5[4] |
Sfaldatura | perfetta secondo {001}; indistinta secondo {010}[5] |
Colore | da verde pallido a verde scuro[5] |
Lucentezza | vitrea, sub-adamantina o perlacea secondo {001}[5] |
Opacità | da traslucida a trasparente[5] |
Striscio | verde pallido[3] |
Diffusione | rara |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La metatorbernite (simbolo IMA: Mtor[6]) è un minerale raro, un fosfato idrato di uranio e rame, appartenente al gruppo dell'autunite con formula Cu(UO2)2(PO4)2 • 8(H2O).[2]
Il nome deriva dal prefisso greco μετά (dopo, oltre) e da Torbern Olof Bergman (9 marzo 1735 - 8 luglio 1784), chimico, mineralogista e fisico svedese. Il prefisso sta a indicare il minore contenuto di acqua rispetto alla torbernite (Cu(UO2)2(PO4)2 • 8-12(H2O))
Nella Classificazione Nickel-Strunz la metatorbernite si trova nella classe "8. Fosfati, arseniati, vanadati" e da lì nella sottoclasse "8.E Fosfati e arseniati di uranile"; questa è ulteriormente suddivisa in base al rapporto esistente tra la quantità del complesso uranile (UO2) e del complesso fosfato, arseniato o vanadato (RO4), in modo da essere elencata nel sistema nº 8.EB.10, dove si trova insieme a lehnerite, bassetite, meta-autunite, metakahlerite, metakirchheimerite, metasaléeite, metaheinrichite, metazeunerite, metauramphite, przhevalskite, metalodèvite, metanatroautunite, metanováčekite, metauranocircite e metauranospinite.[1]
Anche nella Sistematica dei lapis (Lapis-Systematik) di Stefan Weiß la metatorbernite è classificata sempre nella famiglia dei "fosfati, arseniati e vanadati" e da lì nella sottofamiglia dei "fosfati/arsenati di uranile e vanadati di uranile con [UO2]2+ - [PO4]/[AsO4]3- e [UO2]2+ - [V2O8]6-, nonché vanadati isotipici (serie della sincosite)", dove forma il "gruppo della meta-autunite" con il sistema nº VII/E.02-060.[3]
Nella classificazione dei minerali secondo Dana, usata principalmente nel mondo anglosassone, la metatorbernite è elencata nella famiglia dei "fosfati, arseniati e vanadati" e successivamente nella sottofamiglia "fosfati idrati ecc., con A2+(B2+)2(XO4) • x(H2O), con (UO2)2+" dove forma il sistema nº 40.02a.13 insieme alla torbernite.[3]
La metatorbernite cristallizza nel sistema tetragonale nel gruppo spaziale P4/n (gruppo nº 85) con i parametri di reticolo a = 6,9756(5) Å e c = 17,349(2) Å e con 2 unità di formula per cella unitaria.[1][3]
A causa del suo contenuto di uranio pari a circa il 50,77%, la metatorbernite è fortemente radioattiva. Tenendo conto delle proporzioni degli elementi radioattivi nella formula molecolare idealizzata e dei successivi decadimenti della serie di decadimento naturale, per il minerale viene fornita un'attività specifica di circa 90,88 kBq/g[4] (per confronto, il potassio naturale ha un'attività specifica pari a 0,0312 kBq/g). Il valore indicato può variare in modo significativo a seconda del contenuto di minerali e della composizione degli stadi, ed è anche possibile l'arricchimento selettivo o l'arricchimento dei prodotti di decadimento radioattivo e modifica l'attività.
Se idratata o posta in luogo con molta umidità si trasforma in torbernite; è solubile in acido nitrico (HNO3) e non è fluorescente.[4]
La genesi è secondaria, come le altre miche di uranio di cui fa parte, o fosfati e arseniati vari di uranio. Si forma nelle zone di ossidazione di alcuni giacimenti uraniferi contenenti rame. La paragenesi è con la meta-autunite, ma prevalentemente con torbernite.[5]
La metatorbernite è stata rinvenuta alla data del 2024 in numerosi siti sparsi per il mondo, pur essendo un minerale non molto diffuso.
Moltissimi i ritrovamenti negli Stati Uniti, in Germania, in Francia e in Repubblica Ceca.[7][8]
In Italia il minerale è stato trovato: a Giustenice (Liguria); Gromo, Valgoglio, Colico e Dorio (Lombardia); Campiglia Cervo, Bagnolo Piemonte e Mergozzo (per citare solo alcuni siti del Piemonte); Assemini, Capoterra, Sarroch e Olbia (in Sardegna); nella Val di Vizze e a Daone (Trentino Alto-Adige); Campiglia Marittima, Campo nell'Elba e Valle Benedetta (Toscana).[7][8]
Ritrovamenti anche in Austria, Belgio, Gran Bretagna, Slovacchia, Slovenia e Russia oltre che in Brasile, Cile, Australia, Sud Africa, Zambia e Zimbabwe.[7][8]
I cristalli sono tabulari bipiramidali di forma quadrata, di grandezza intorno ai 2 cm, oppure piccole lamelle anche di forma quadrata.
Oltre che in cristalli, si ritrova anche in aggregati in scaglie e a forma di rosette; in incrostazioni su torbernite e pseudomorfosi di torbernite.[5]