Cresciuto ad Augusta (Germania), Michael Maschka è entrato presto in contatto con l'arte barocca e del Rinascimento. Sebbene il Maschka non abbia avuto impulsi artistici dal suo ambiente familiare borghese, ben presto scoprì la sua passione per il disegno e la pittura. Dopo aver concluso gli studi presso una scuola tecnica superiore con indirizzo artistico si trasferì a Berlino nel 1983. Rifiutato dalla Accademia delle Belle Arti (Universität der Künste Berlin, UdK) iniziò gli studi socio-pedagogici. Egli fu attivo in questo campo fino al 1993 e contemporaneamente esibiva le sue opere ad Augusta e a Berlino. Nel 1994 come seguace del surrealismo e dell'arte fantastica incontrò a Graz il suo grande modello, il pittore austriaco e cofondatore della scuola viennese del Realismo Fantastico, Ernst Fuchs. Fuchs sostenne Maschka. In qualità di suo assistente Maschka collaborò a diverse sue opere, come ad esempio la chiesa a Thal presso Graz.[1][2] Da allora Michael Maschka partecipa a mostre sia in Europa che al di fuori del continente.[3] Fino al 2014 fu membro del gruppo “Eredi di Dalì”, creato nel 2003 da Roger Michel Erasmy, che con il suo Vagone-Dalì ebbe grande successo in Francia e in Germania.[4] In qualità di cofondatore della Società Labyrinthe (fondata nel 2001)[5] Michael Maschka si è posto come traguardo di curare le opere di Edgar Ende e di renderle accessibili al pubblico attraverso mostre. In questa cornice vuole far incontrare giovani artisti e promotori dell'arte fantastica.
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Michael Maschka è un interprete del Realismo Fantastico. L'impostazione formale delle sue opere è realistica e permeata dalla precisione dei grandi maestri dell'arte antica di cui segue meticolosamente la tecnica per accentuare il suo messaggio figurativo. L'osservatore deve farsi rapire dagli enigmi contenuti nei suoi quadri fantastici e dalla sensibilità palpabile. In questo usa il linguaggio della realtà visibile, per sentire le strutture invisibili della realtà spirituale da lui percepita. Molti quadri del Maschka raffigurano nudi, ma per l'artista non proiettano sessualità, bensì simboleggiano la naturalezza e la vulnerabilità. Le figure femminili si mostrano nelle sue opere come personificazione dell'anima, la parte inconscia dell'anima maschile. Attraverso la pittura e l’acquaforte egli tenta di portare alla luce l'Io svelato e vulnerabile e di rappresentarlo figurativamente. Quello che in ciò gli preme è armonizzare l'immagine intima con quella esteriore.
Maschka con la sua arte vuole acuire la percezione dell'osservatore, in modo che possa vedere al di là dei separi del proprio mondo costruito. I quadri dell'artista rappresentano spesso temi tratti dalla mitologia germanica e greca, perché tali miti contengono secondo lui da millenni la lingua universale degli archetipi, una lingua che non è influenzata da ascendenti temporali o culturali e che gli uomini capiscono intuitivamente. Questi motivi, che vertono sempre sul disfacimento e la rinascita della natura o dell'uomo, sono parte fondamentale del suo linguaggio figurativo. Questi soggetti devono far scaturire pensieri che da tempo si erano creduti dimenticati, ma che continuano a vivere nel nostro inconscio. Il simbolismo dei suoi quadri intende portare l'osservatore alla riflessione per fargli riscoprire il mondo, non facilmente accessibile con la percezione sensitiva, dietro alla realtà visibile.[2][6][7][8][9][10][11]
^Vita e opere, vedere: Elena Sigmantowitsch: "Einführung": Kulturverein Kitzingen und Umgebung PAM e.V.: Michael Maschka., Kitzingen 2013, S. 4-9
^Vita e opere, vedere: Michael Maschka: "Die Macht der Phantasie": Kulturverein Kitzingen und Umgebung PAM e.V.: Michael Maschka., Kitzingen 2013, S.10-13