Michel Le Nobletz | |
---|---|
Il venerabile Michel Le Nobletz (1577-1652) | |
Missionario | |
Nascita | Plouguerneau, 29 settembre 1577 |
Morte | Le Conquet, 5 maggio 1652 |
Beatificazione | in corso dal 1701 |
Canonizzazione | dichiarato venerabile nel 1897 |
Venerabile Michel Le Nobletz (in bretone: Mikêl an Nobletz; Plouguerneau, 29 settembre 1577 – Le Conquet, 5 maggio 1652) è stato un religioso e missionario francese, considerato assieme a Julien Maunoir uno dei due grandi missionari presso la popolazione della Bretagna[1][2], ai quali si deve il risveglio della devozione cristiana a cui si assistette in quella regione nel XVII secolo[1].
Soprannominato per il suo zelo da alcuni detrattori ar beleg foll, ovvero il "prete folle"[1][2], Le Nobletz ideò un metodo che prevedeva l'insegnamento di parabole e scene bibliche attraverso delle immagini che recavano delle scritte in bretone.[3] Queste tavole illustrate, dette in bretone taolennoù[3], sono state in seguito usate anche da missionari di altri Paesi fino al 1950[3] e sono state tradotte in 256 lingue[3].
A lui è intitolato un collegio a Le Conquet.[4]
Michel Le Nobletz nacque a Kerodern[1][2][5] nei dintorni di Plouguerneau, il 29 settembre 1577[1][2][5]Era il quarto figlio[5] di Hervé Le Nobletz e Françoise de Lesvern (o Lesguern), entrambi di origine nobile[1] e aveva sei sorelle e quattro fratelli[1].
Dopo aver studiato in varie scuole locali[1], all'età di 13 anni si recò a Ploudaniel, dove studiò per 6 anni presso un sacerdote di nome Alain Le Guern.[1]
In seguito studiò teologia e filosofia presso i Gesuiti, dapprima a Bordeaux e poi ad Agen.[1][5][2]
Terminati gli studi, fece ritorno nella casa natale, ma fu cacciato dal padre.[1] Andò così a stabilirsi nella casa della sua vecchia balia, dove per sei mesi insegnò catechismo a i bambini.[1]
Le Nobletz decise quindi di trasferirsi a Parigi, per proseguire i propri studi alla Sorbona.[1]
Nel 1607, fu ordinato sacerdote[1][2][5], come consigliatogli da Padre Cotton, un gesuita, confessore di Enrico IV di Francia.[1]
Tornato in Bretagna, si votò per un periodo a vita ritirata sulla spiaggia di Trémenech (o Trémenach), situata nei dintorni della sua città natale.[1][5]
Nel 1608 si recò presso un convento di Dominicani di Morlaix, ma fu cacciato dopo sei mesi per aver strappato il quadro di una benefattrice.[5]
In seguito, iniziò la propria attività di missionario[1]: nel 1611 si stabilì a Lochrist, nei dintorni di Plougonvelin[1]; predicò quindi nelle isole di d'Ouessant, di Molène e di Batz[1][5].
In seguito, si trasferì da Pointe de Saint-Mathieu raggiungendo la Bassa Bretagna.[1] Qui fu però considerato un fanatico[1], anche se in sua difesa intervenne l'abate di Louët, il grande vicario del Léon[1].
Quindi, dopo una missione fallimentare a Landerneau, nel 1614 Le Nobletz partì per la provincia della Cornovaglia[1][5][2], dove predicò a Pont-l'Abbé, a Concarneau e Audierne[1].
Nel 1618, si ritirò quindi nei dintorni di Douarnenez, dove rimase per 25 anni[1], prima di trasferirsi a Le Conquet, nella diocesi di Léon.[1][2]
Morì a Le Conquet il 5 maggio 1652, all'età di 74 anni.[1][5][2]
Fu sepolto nella proprietà della famiglia Halgouët a Lochrist, dove in sua memoria fu eretta una statua a grandezza naturale.[1]
Dopo la sua morte, gli furono attribuiti vari miracoli[5] e la sua tomba divenne per molto tempo luogo di pellegrinaggio[5].
Il processo di beatificazione di Dom Michel Le Nobletz fu aperto nel 1701. Fu rilanciato dal monsignor Lamarche, vescovo di Quimper e Léon nel 1888. Un decreto del papa Leone XIII del 6 Aprile 1897 autorizzó l'introduzione della Causa presso la Sacra Congregazione dei Riti. Il Papa Pio X riconobbe il 14 Dicembre 1913 l'eroismo delle virtú di Dom Michel.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 62726366 · ISNI (EN) 0000 0000 6138 2584 · BAV 495/204871 · CERL cnp01100690 · LCCN (EN) n2018066443 · GND (DE) 133055809 · BNF (FR) cb155486542 (data) |
---|