Micrologus | |
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Guido e il vescovo Teodaldo raffigurati in una delle edizioni del trattato | |
Autore | Guido d'Arezzo |
1ª ed. originale | 1026 circa |
Genere | trattato |
Sottogenere | teoria musicale |
Lingua originale | latino |
Il Micrologus è un trattato sulla musica medievale scritto da Guido d'Arezzo intorno al 1026. Egli lo dedicò al vescovo di Arezzo Tedaldo; l'autore gli attribuisce una parte importante nel suo abbandono di uno stile di vita molto ritirato:
«Mentre io desiderava di condurre vita almeno in parte solitaria, la vostra benigna estimazione è venuta a ritormene, per associare a sé stessa la mia piccolezza nello studio della divina parola.[1]»
Il trattato si occupa delle modalità di canto e insegnamento del gregoriano, e discute estesamente la composizione di musica polifonica. Fu uno dei trattati di musica più diffusi nel Medioevo.
Sebbene il termine Micrologus alluda etimologicamente a un piccolo discorso, l'opera è divisa in 20 capitoli, com'era consuetudine nei trattati coevi. Generalmente si tratta di capitoli piuttosto brevi, assimilabili ad attuali paragrafi.
La struttura dell'opera è la seguente:
L'opera tratta l'organum parallelo e libero, riportando anche alcuni esempi a due voci; esse sono contrapposte e talvolta si incrociano. Mette in guardia il lettore dall'uso della quinta giusta e della seconda minore, consigliando invece la seconda maggiore e la quarta giusta (ma consentendo anche l'introduzione di terze).
Una parte importante è la sua trattazione dell'occursus (letteralmente "incontro"), un antenato della cadenza. Esso si verifica quando due voci si avvicinano all'unisono. Guido Monaco suggerisce che tale avvicinamento avvenga per moto contrario da una terza maggiore o per moto obliquo da una seconda maggiore.[2]
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