Miyagawa Chōshun[1] (宮川 長春?; Miyagawa, 1683 – Edo, 1753) è stato un pittore giapponese, rappresentante del genere ukiyo-e.
Si attesta come luogo di nascita la località di Miyagawa, nella provincia di Owari, ove ora sorge Nagoya e da cui deriverebbe il soprannome[2]; altre fonti affermano che sia nato ad Anpachi nella provincia di Mino.[2] Il nome della sua famiglia era Kiheiji oppure secondo altre fonti Chōzaemon.[2]
Giunto ad Edo, studiò presso la scuola Tosa, ma risentì maggiormente dell'influenza di Kaigetsudō Ando e della sua scuola oltre che di Hishikawa Moronobu.[2] Fu esclusivamente pittore ed i suoi soggetti, oltre che le belle donne, che rispetto a quelle di Kaigetsudō erano meno statuarie e più umane, furono le scene di genere.[2]
Fu considerato fra pittore più importanti ed influenti pittori dell'era Kyōhō (1716-1736).[3] Già anziano e benché non formatosi nelle accademie ufficiali, nel 1752 fu chiamato a collaborare, insieme al figlio ed ad altri artisti, nel restauro del Santuario di Nikko da un tale Shunga, un pittore ufficiale della Scuola Kanō.[3][4] A seguito del mancato pagamento delle prestazioni effettuate, Chōshun fu coinvolto in una rissa con colui che lo aveva ingaggiato, rimanendo ferito alla testa.[3] Il figlio maggiore di Chōshun decise di vendicare l'offesa al padre, uccidendo l'insolvente e tre suoi allievi; dopo il misfatto l'assassino si suicidò o secondo altre fonti condannato a morte.[3] Chōshun venne esiliato da Edo insieme al suo pupillo Miyagawa Isshō a Nii-jima, isola al largo della penisola di Izu e, poté tornare in città solo dopo due anni poiché venne graziato, morendovi poco dopo settantenne.[3][4]
Suoi allievi principali furono Miyagawa Chōki e Miyagawa Shunsui.[5]
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