Mogliamante | |
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Laura Antonelli in una scena del film | |
Titolo originale | Mogliamante |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1977 |
Durata | 106 min |
Genere | drammatico, commedia |
Regia | Marco Vicario |
Soggetto | Rodolfo Sonego |
Sceneggiatura | Rodolfo Sonego, Marco Vicario |
Casa di produzione | Vides Cinematografica |
Fotografia | Ennio Guarnieri |
Montaggio | Nino Baragli |
Musiche | Armando Trovajoli |
Scenografia | Mario Garbuglia e Carlo Gervasi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Mogliamante è un film del 1977 diretto da Marco Vicario.
Agli inizi del Novecento Luigi, ricco commerciante di vini della provincia veneta, conduce uno stanco ménage coniugale con la moglie Antonia, afflitta da disturbi isterici e costretta a letto da calmanti e sonniferi. In un periodo di accese dispute politiche, nessuno sospetta in lui un anarchico e un autore (con lo pseudonimo di Ulisse) di opuscoli clandestini che incitano alla rivolta. Assistendo involontariamente a un omicidio, Luigi crede di essere ricercato ed è costretto a nascondersi nel granaio della casa di suo cugino Vincenzo. La sparizione del marito costringe Antonia a vincere la sua malattia immaginaria e ad occuparsi degli affari di famiglia: con il calesse comincia ad andare in giro dai clienti e, nel corso di queste visite, non solo viene a sapere delle simpatie anarco-libertarie di Luigi, ma anche delle sue relazioni extraconiugali.
Credendo Luigi ormai morto, Antonia comincia ad assaporare il piacere di una ritrovata libertà e si butta dapprima fra le braccia di un ufficiale; poi allaccia una relazione con un giovane medico presunto omosessuale fino a sperimentare un rapporto a tre con la dottoressa Paola, amante di suo marito, e con il conte Brandini. Dal granaio di Vincenzo, che si trova proprio di fronte a casa sua, Luigi può spiare la donna e, sempre più infuriato dalla gelosia, prende atto della sua incredibile metamorfosi che si completa quando lei scopre che il marito è vivo: ora Antonia, sapendo che lui la osserva, si spinge ancor più nella provocazione e l'effetto sarà quello di far uscire dal nascondiglio Luigi, ferito nell'onore, e di farlo tornare a casa.
Il film fu girato in provincia di Treviso, in particolare a Cison di Valmarino dove, per l'abitazione di Luigi e Antonia e per il granaio di Vincenzo, vennero utilizzati due edifici che si trovavano davvero uno di fronte all'altro in piazza Roma, e poi a Farra di Soligo, al Molinetto della Croda, al castello Papadopoli Giol di San Polo di Piave, alla Villa Rinaldi di Asolo e a Vittorio Veneto.[1]